giovedì, gennaio 18, 2007
Biglietti agli amici
Due di notte. Sono in casa. Chiamo Mel su Skype, la ragazza Australiana da cui ho vissuto a Sydney a luglio. Ci vediamo in cam. Mi racconta gli ultimi sviluppi della sua vita privata: il ragazzo delle Fiji che ai tempi era la sua tragedia vivente (anche per questo essere sotto terra è stupendo) è felicemente diventato il suo nuovo fidanzato. Stanno bene, sono già stati in Thailandia per una vacanza ecc ecc. Io qui sotto, invece, mi sto ancora chiedendo: "ma perché non mi lascia neanche un mazzo di fiori con scritto ho sbagliato tutto, dove sei?", che rinasco in tre secondi invece di impiegare tre giorni? A questo punto sono quasi certo che su quella crosta terrestre fottuta, popolata da croste fottute c'è qualche fottuto bastardo che dispensa bigliettini con scritto "happy end". Se lo becchi, sto qualcuno, hai risolto tutti i tuoi problemi e puoi continuare ad essere un povero cristo (come lo siamo tutti, del resto) che tanto....chissenefotte: il lupo o torna con le orecchie basse o viene ucciso dal cacciatore (e sparisce per sempre). Facendo i dovuti calcoli, mi sembra di capire che sti bigliettini non sono poi così difficili da avere visto che più o meno tutti quelli a me cari si sono sistemati. Più o meno. Evviva. Bravi. Da qui, vi amo ancora di più. Me chiedo: ma il mio dispensatore de biglietti, solo per curiosità visto che ora non mi serve più, non è che si è perso al Parco Nord? Se così fosse, e se qualcuno mentre se lo inchiappetta lo riconosce gli ricordi la fine che mi ha fatto fare... va...Lui e il suo fottuto bigliettino. Nano nano
giovedì, gennaio 04, 2007
Non più pulp
"Poche cose si avvicinano alla morte come l'amore corrisposto", sostiene Ivan Klìma (e Bauman in Amore liquido). Che genio sono che nel post precedente sono morto? Ho deciso che per un po' penaepanico diventa penaepanico (six feet under). Sono morto e non ho intenzione di resuscitare. Vediamo come butta da sotto terra, visto che da sopra buttava da schifo? Alla fine il mio spillonatore (non sei tu, non ti preoccupare) mi ha dato un'idea esagerata. Scomparire dalla faccia della terra. Via. Nulla di che. Ne scompaiono tanti. Uno in più, uno in meno. Chissenefotte. Pensavo al 2006 (non resisto, i bilanci di inizio d'anno sono come i saldi: anche se al 50% devono essere fatti), a Sydney, alle mie vacanze, alle mie (nel senso capitate a me) defezioni, a chi se ne è andato, a chi non ha mai voluto restare, alla mia mente tortuosa, alle mie e-mail spedite, alle telefonate fatte annoiando il mondo sui miei temi preferiti (le partenze senza ritorno). E poi penso ai miei tragitti solitari, alle lacrime che ho versato, ai desideri che non si sono avverati per nulla, alla mia psicanalisi, agli incontri di una sera, di una notte, di un'ora, di pochi minuti. Ho pensato a tutto questo e mi sono detto: come si sta bene, qui sotto. Ora. Nano nano
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