Sinossi: un tizio con casco integrale in testa e machete in mano si dirige verso la cassiera, le appoggia la sfetta di coltello al collo, questa apre la cassa e lui porta via con una manata tutti i soldi. Stessa scena con il secondo e ultimo cassiere presente.
Luogo: supermercato Standa sotto casa mia.
Premessa: dopo aver tentato tre volte di fare la spesa online con Esselunga ed essere stato sbattuto fuori dal sito mi viene in mente che la Standa sotto casa fa le consegne a domicilio. Che significa che tu ci vai, fai la spesa, paghi e loro poi te la portano. Con le stampelle e il carrello fare la spesa non è il massimo. Considerando che non c'è una persona in questa città, che deve sprofondare insieme con tutti i suoi abitanti, che ti chieda "signore vuole una mano?", sono arrivato alle casse, non dico isterico, ma diciamo psicologicamente su di giri. Con una voglia di litigare con quelle troie delle cassiere, a mille. Cosa che per altro avrei fatto se non fosse arrivato il tipo con il machete. Quindi, pago (nel frattempo le stampelle cadono, io impreco ecc ecc) riempio i miei sacchetti nell'attesa che una puttanella bionda che lavora lì venga a prendere i dati per la consegna dei quattro sacchetti di materiale commestibile, ed ecco che mi si palesa davanti l'uomo con l'arma bianca in mano. Io che vivo da anni in un altro contesto sociale, penso: "ma dai, i tipi del furgone portavalori non hanno più le pistole". Subito dopo, conscio della minchiata penso: "Staranno girando un film". Crollata anche questa infausta deduzione, penso: "Sarà uno scherzo di qualche collega". Perché non mi ha preso in ostaggio e abbandonato in una discarica? A volte sono stanco persino di me stesso.
Epilogo: Alla fine della scorribanda il tizio con grande calma e pieno di soldi in saccoccia se ne va, non prima di aver alzato il machete verso qualche demente che gli ha gridato: “Cosa stai facendo?”. Girando un film, pirla. Va beh, lì intorno gente sbigottita che non capisce cosa sia successo, cassiera minaccita in lacrime, l'altro cassiere imbecille che va avanti nel suo lavoro come se nulla fosse accaduto e un pirla in stampelle che aspetta qualcuno che gli porti la spesa al terzo piano. Uno spettacolo, insomma. Nano nano
martedì, settembre 30, 2008
mercoledì, settembre 24, 2008
Le cose mie
Ora che ho scanner, stampante e fotocopiatrice tutto in un solo strumento sono rinato. Nonostante il gesso al piede e nonostante il fatto che sia qui in maniche corte perché non capisco se fuori fa freddo o no. Per me è ancora estate e chissenefrega se fuori c'è la neve. In questa casa è estate. E lì fuori è noia. Quella che non ho più. E' sempre così: quando sono a casa malato (o come in questo caso azzoppato) i primi giorni mi sembra di annoiarmi, ma poi quando attacco a fare le mie cose rinasco. E di cose mie da fare ne ho parecchie. Appunto, ora anche scannerizzare le foto di quando ero piccolo. Le guardo, sorrido e penso: "Ai tempi mi vedevo un cesso (ma me sentivo come ora Brad Pitt), ora vorrei trovarne di cessi 26enni così". Che strana che è la vita. O lo specchio? Mah... Nano Nano....
mercoledì, settembre 17, 2008
...e del gesso sul mio piede
Tecnicamente si chiamano stecche, praticamente è uno stivaletto (ma senza tacco, ahimè) di gesso fisso. Tecnicamente ho una frattura composta al calcagno sinistro nella parte anteriore, praticamente non posso appoggiare il piede. Tecnicamente viaggio in stampelle, praticamente non si contano ostie e sacramenti. Tecnicamente il gluteo sinistro si affloscerà come le minne della Pamela Anderson prima di essere pompate, praticamente quello destro diventerà "de ferro" come se fosse di Michael Bolt. Stop. Di altro non ho nulla da dire a parte quelle due parole che iniziano rispettivamente con la lettera "d" e "p". Ieri al pronto soccorso, mentre il gessarolo (quello che mette il gesso) mi fasciava, la dottoressa mi chiedeva che lavoro facevo e dove lavoravo. Bene il risultato finale è stato che mentre uscivo distribuivo il mio cellulare al tizio (di cui non salverei neppure le preziose mani che mi hanno curato) già pronto a presidiare, nelle vesti generiche di "pubblico" ,qualche programma Mediaset. Non era solo, ovviamente. Infatti, mentre io ero alle prese con stampelle, ciabatta in tasca, radiografia tra i denti e quant’altro, si era formato un crocchio di uomini in camice verde che già sognava di spellasi le mani davanti a veline, ienine, maidiregoline e varia umanità. Ecco perché l'Italia è allo sfascio. Nano nano
mercoledì, settembre 10, 2008
C'è dell'assenzio nell'aria
Passo da momenti di euforia totale e fasi down che neppure sulle montagne russe ti verrebbe così bene. Mi chiedo se c'è dell'assenzio nell'aria. Boh... Sono un coglione. Lo sapevo da un po'. Ma era da tempo che la mia coglionaggine non si palesava in un'azione concreta, visibile, tangibile, osservabile. Il mio piede gonfio. Esatto. Ho il piede gonfio. Per colpa mia. Stavo andando in motoretta (che ora è unoscooter) e facendo il pirla con le gambe (tipo saltellando, piuttosto che cercare di grattarmi) mi è scivolato il piede mentre andavo facendo perno sulla strada con il conseguente stiramento o quello che è. E' successo ieri. Stavo andando al lavoro, un giorno in cui non volevo andare perchè avevo un po' febbre e un raffreddore a mille, con il risultato che ora sono a casa, al terzo piano senza ascensore, con il piede che si rifiuta di fare il suo sporco lavoro. E io che la sto mettendo giù dura a bestia. Ma sono un coglione. Lo so. Quando ho paura di qualcosa, per esorcizzare i miei timori, mi provoco. Da quando ha ripreso ad andare in moto, cioè da quando ho rottamato la vecchia motoretta e ne ho presa un'altra, è tutto un mettere giù il piede per cercare di convincermi che non è poi così pericoloso. Eccallà. Detto. E, porca troia, fatto. Con un unico risultato: che ora so perfettamente che la mia paura ha un senso: mettere giù il piede mentre si guida non porta a niente di bello. Punto. Lo so, ormai è così, lo so: rimarrò "solo come cane solo, solo come un cane". Nano nano
(nella foto un altro assenzio....)
giovedì, settembre 04, 2008
Amen
Premessa. detesto le battute da bar. Le odio. Sono le 22, minuto più minuto meno. Ho voglia di sigarette. Scendo a comprarle nel bar tabaccheria vicino a casa. Detesto la masnada di dementi che ci lavorano. Ma non importa. Arrivo. Entro. Chiedo un pacchetto morbido di Marlboro. Il tizio sulla cinquantina passata, grigio e baffuto mi guarda e mi dice: "Sono finite e abbiamo tutto duro". Lo guardo e mi viene la geniale idea di rispondere: "Beh, allora sono fortunate le vostre mogli". Che appena finito avrei voluto che la terra mi risucchiasse. E lui: "Chi ce le ha, le mogli". A questo punto entro nel panico (senza pena). La mia fottuta educazione cattolica mi porta subito sulla perniciosa strada lastricata di dolore e sofferenza e penso in ordine sparso: alla bara, alla chemio, a un funerale, a uno scontro a 200 chilometri orari, a un cuore che smette di colpo di respirare ecc ecc. Divento rosso paonazzo e non mi viene null'altro di meglio da dire che: "Beh, non ci sarà la moglie ma ci sarà sicuramente qualcun'altra". E lui, nella sua infinita finezza: "No, stasera passo la serata in bianco". E io: "Va beh, grazie e arrivederci", ed esco misero e tribolato. Arrivo all'angolo e scoppio a ridere. Ma prima penso a lei, alla moglie che non c'è, orizzontale e con una corona di fiori al collo. Per fortuna c'è il mio nuovo anello di 24 chili che mi guarda e mi fa compagnia. Compro anelli sempre più grandi. Fra un po' mi vedrete con al dito un monolocale. Vorrà dire che mi sono deciso di fare il mutuo. Nella speranza che la moglie del tizio che me lo aprirà goda di ottima salute. Amen. nano nano
(nella foto, una scena di Six feet under)
lunedì, settembre 01, 2008
Perché, Raz?
...Il mio nuovo dramma si chiama Raz Degan. E la domanda che mi faccio, così, subito, rapidamete, velocemente, senza batter ciglio è: "Ma perché Raz molla la Barale e subito ne ha un'altra e non è conseguentemente mai solo?". Mi basterebbe saperlo solo, per stare meglio. Solo, e magari anche un po' più cesso di quello che è. Visto che me sembra più buono della Nutella. Ma di questo chissenefrega. Pensavo: "E' da anni che non sono più fidanzato". Pensavo: "E' da anni che non provo più la sensazione di non essere solo". Pensavo: "Eppure prima avevo così voglia di pensare solo a me". Pensavo: "Perché Raz non è il mio vicino di casa?". Pensavo, tante minchiate di questo genere. Per la cronaca, l'altra è Kasia Smutniak, che non è precisamente un cesso. Certo anche la Ventura passa da un uomo all'altro ma sono talmente rottami che non mi interessa nulla che non siano mai soli. Va beh, Simo e Raz stesse azioni, diverse reazioni. In me, almeno. Nano nano
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