giovedì, novembre 27, 2008
Mai così feròci
Credo di essere l'unico che si diverte ancora a sentire e vedere i "Bellissimi anzi bellissimi" della Carrà mentre cantano le canzoncine che glis crive Gianni Boncompagni. L'ultima faceva così: "Siamo belli è un po' cattivelli, con gran belle voci e non siamo feroci" dove feroci nella testo in sovraimpressione era indicato così feròci, con la o aperta... tanto per non creare dubbi su cosa volesse realmente dire. Bene. Sentirli mi fa ridere. Poi, mi pento perché penso all'India e a tutte le cose brutte che ci sono nel mondo. Rido e mi pento. Il solito deleterio e devastante meccanismo. Ma la storia mi assolverà. Nano nano.
lunedì, novembre 17, 2008
Fidel Freud
Nella psicoanalisi l'impulso sessuale e le sue relazioni con l'inconscio sono alla base dei processi interpretativi. Lo dice Sigmund Freud. Nelle società avanzate non è la famiglia la base unica della società ma ci sono anche le istituzioni che si devono occupare dei giovani (che prima sono figli) fino all'età adulta. Lo dice Fidel Castro. Penaepanico, invece, dice entrambe le cose. Secondo lui se si capissero questi due elementari principi si starebbe molto meglio. Le frustrazioni dimuniurebbero, i livori anche e si starebbe più in forma. E invece no: insistiamo a perpetuare i nosti tabù e perpetrare i nostri legami che il più delle volte non sono che lacci emostatici atti a gonfiare vene in attesa di dosi allucinogene. Che però (e chissà se per fortuna o purtroppo) non arrivano mai. Più sesso e meno famiglia, gli verrebbe da dire. A penaepanico... Giusto l'opposto di quello che accade in Italia. Lo stesso chiamatelo Fidmund. Nano nano.
(nella foto, johnatan rhys meyers...e so dov'è il collegamento)
giovedì, novembre 06, 2008
La matita sotto gli occhi
La scena è questa: Alba Parietti con dei becchi sui capelli che mi aspetta in una delle reception Mediaset. Ci siamo accordati al telefono. Lei è lì per un'ospitata che deve fare in un programma pomeridiano di Canale 5. La chiamo. Bofonchio qualcosa al telefono del tipo: "Ok Alba, fammi sapere quando arrivi che io scendo con il cameraman e ti faccio l'intervista". Lei, ligia al dovere e alla sua smania di apparire ovunque, dopo un po' mi chiama e mi dice l'orario in cui dobbiamo vederci. Più o meno verso le 16,15. Io allerto il tizio che munito di telecamera mi deve seguire e aspetto l'ora giusta. Che già di per se mi sembra meraviglioso. Arriva l'ora giusta. La raggiungo. Lei è lì. Nervosa e ferma davanti all'uomo della reception. Ha dei becchi sui capelli. E' truccata alla perfezione. La trovo buffa. E' buffa. Mi vede, mi presento, lei mi dice: " Beh, sono qui e nessuno che mi caga. Mi sono già rotta, ma hai avvisato quelli del programma che mi dovevi intervistare anche tu?". Io la guardo e le dico. "Ma sì, non ti preoccupare, andiamo in camerino, seguimi". E nello stesso istante mi faccio dare dal tizio, lì alla reception, le chiavi del buco in cui deve lasciare le sue cose. Arriviamo. Camerino 22. Fuori c'è una scritta: Maurizio Mosca. E' il camerino che usa lui. Ma lei non ci fa caso visto che si è fermata al trucco per sistemarsi . Comincia il trucco. Io la raggiungo e mi siedo vicino. Vuole avere informazioni sulle elezioni: quali stati Usa da repubblicani sono passati a democratici. Chiamo un mio collega e me lo faccio dire. Ma lei non è troppo interessata, è più interessata alla linea della matita che ha sotto gli occhi. La guardo e rido. Poi , arriva una tizia della produzione. La Parietti la guarda e dice: "Beh, non mi ha cagato nessuno. Vorrei un caffè, grazie". A quel punto ho un'illuminazione. Anche la Parietti è come me. In cerca sempre di conferme. Certo, io non ho le sue extension. E me ne rammarico. Però la matita sotto gli occhi me la metto da Dio. Io. Nano nano.
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