sabato, novembre 27, 2010
Ci, emme, bi
Celia Cruz che mi invade dal computer, Ricky Martin che mi racconta la sua storia e Enzo Baldoni che mi fa venire la pelle d'oca. Mi aveva chiamato qualche anno prima di morire per complimentarsi per un articolo che avevo fatto su di lui e su una sua campagna pubblicitaria. Lo fanno in pochi. Lui è stato uno di questi. Oggi va così: emozioni che salgono, pensieri che non riescono più a stare sotto la coltre di nuvole, lacrime che non hanno bisogno di scendere perché non c'è nessuna ragione se non quella della vita. "E' la vita bellezza", altro che la stampa. Oggi va così. Oggi ho voglia di essere altrove e farmi coccolare dalla voglia di essere qui. Mi capita spesso ultimamente. Nano nano
lunedì, novembre 22, 2010
Odio la gente
"... Io non sono normale, odio, odio babbo natale, me la prendo con tutti e per niente e ce l'ho con la gente. Io non sono normale ...". E' così. Odio la gente. La detesto. Soprattutto quando parla italiano, soprattutto quando dentro di sé batte un cuore evasore. Fiscale, naturalmente. Odio l'arroganza intrinseca nelle frasi di cortesia che di gentile hanno poco e sanno, al contrario, di sopraffazione. Predominio che, è inutile dirlo, si sgonfia con un soffio flebile e deboluccio. Odio la gente che domina a suon di voce alta i decibel di qualsiasi spazio pubblico occupato. Per altro per quel che penso io, sempre abusivamente. E non importa cosa si dice. L'importante è dirlo. Un po' come i nostri tiggì. Non è importante quello che trasmettono è importante trasmettere, occupare quella mezz'ora di palinsesto che va dalle 20 alle 20,30 senza farsi troppe domande. Senza fars sì, meglio, che la gente si faccia troppe domande. Eccallà. Ci risiamo. Altro che gente di mare. Noi siamo gente di tivù. Facile da odiare. Forza Italia. Nano nano
mercoledì, novembre 10, 2010
Non siamo Lady Gaga
Noi non siamo Lady Gaga. Qui di Stefani Joanne Angelina Germanotta non se ne vede l'aria. Qui al massimo ci si fa un cargo di Vittorie (Michele e Brambille) tutte a tavolino per altro. Qui di rockettare dalle movenze plastificate e dalle spalline rotanti, che ricordano un po' Goldrake un po' Joan Collins quando si calava nei panni anfetaminici di Alexis Carrington non se ne vede l'ombra. Qui da noi il talento che sa di sedute evitate dallo psicanalista e movimentati dialoghi con il proprio io, non lascia il segno. Al limite solo se passa dal chirurgo plastico e se è posizionato all'altezza dei capezzoli. Lì di talento gonfiato ce n'è a iosa. Noi non siamo Lady Gaga. Noi non possiamo disturbare. Possiamo intrattenere, ma non disturbare. Intrattenere senza fare troppe domande, senza apparire troppo e soprattutto senza stimolare nessuna prurigine nei telespettatori addolorati, a loro insaputa, per la perdita di sé stessi. Lady Gaga da noi non esiste, non può esistere si farebbe del male a correre sui suoi zatteroni luminescenti per scappare all'ipocrisia. Lady Gaga è un miraggio per noi che siamo assuefatti da madonne non necessariamente canterine e santi che ci proteggono spiaccicati sui muri, avvolti in fogge e colori da far impallidire il suo guardaroba. Ma quelli hanno l'aureola sulla testa non l'ossigeno che li fa biondi platino. Non scherziamo. Noi non siamo Lady Gaga. Noi non vogliamo inebriarci di nulla, a noi il nulla fa paura a meno che sia griffato. Noi non siamo Lady Gaga con le sue canzoncine patetiche e le sue cotonature stonate a differenza di lei. Noi non siamo Lady Gaga. Purtroppo. Nano Nano
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