venerdì, agosto 20, 2010
Ivo incluso
Ho pochi miti adolescenziali fuori dalle quattro ciabatte televisive e musicali. Pochi. Quelli che ho, li ho scoperti più tardi, ad adolescenza finita, evento caso mai accaduto. Tra questi c'è sicuramente Ivo Pitanguy il guru carioca della chirurgia estetica (oggi ottantaquatrenne) già citato su qualche sdraio di Copacabana, in qualche puerile discussione, di qualche flemmatica puntata delle mie telenovelas brasiliane preferite. In ordine: Agua Viva, Dancin' days e La schiava Isaura. Pitanguy è come una Ferrari: sarebbe capace (se lo desiderassi) di cacciarmi indietro di decenni, nel mio Back to the future personalizzato. Lui, con il suo nome esotico (io lo pronuncio Pitanghì), che mi immaginavo alle prese con dive e bonazze di ogni tipo, a dispensare correzioni e consigli come se piovesse. E sapere che i consigli elargiti avevano l'accento del carnevale mi eccitava mille. Almeno avevo la scusa di abbandonare la mia figura tra uccelli piumati, musica sudata e sambodrami peccaminosi. Pacchetto completo. Ivo incluso. Nano nano
giovedì, agosto 05, 2010
18 centimetri
Non voglio essere presuntuoso e neppure peccare di sicumera. Non sono il tipo. Parliamo un secondo di lui (e non di me): Francois Sagat il porno divo gay di cui mi sono invaghito qualche generazione fa è stato sdoganato e sta entrando, seppure in punta di piedi, nella Mecca del cinema. Al festival di Locarno è presente con due film: L.A. Zombie di Bruce LaBruce, film splatter porno hard gay e Man at bath di Christophe Honoré (con Chiara Mastroianni). L'avevo capito che il tipetto, nato da genitori francesi di origini slovacche (anche se io ho sempre creduto fosse un magrebino), aveva qualcosa di più dei suoi 18 centimeti da offrire. Lasciate fare a me... va... Nano nano
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