giovedì, febbraio 23, 2012

Shopping bag


Una storia in un sacchetto. Piccolo. Di quelli che ti danno quando compri un paio di mutande in una qualunque catena che ha il compito di farti credere di essere sexy come Cristiano Ronaldo ma senza indossare underwear Armani. Un anno e mezzo, tutto lì dentro, in una sportina rubata a Brontolo, Cucciolo, Pisolo o Mammolo. Mini, ma senza il volante e le quattro ruote che ti possono portare lontano. Un anno e mezzo di vita sentimentale racchiusa in un sacchetto che giusto giusto contiene un paio di mutande. Oppure un libro, un paio d'occhiali dimenticati, due porta lenti a contatto, uno smart box prossimo alla scadenza e un mazzo di chiavi di una casa frequentata poche volte per dargli un senso. Se avessi quindici anni, vivessi ancora coi miei avrei avuto bisogno di una ditta di traslochi per far transumare gli oggetti da un luogo all'altro. Credo. Invece, ora che di anni ne ho il triplo, mi è bastato una busta di Tezenis. Quella che ti danno quando compri un paio di mutande. Se ci aggiungi anche la canotta te ne meriti una più grande. Insisto. Probabilmente la grandezza delle cose che gli altri ti lasciano è inversamente proporzionale all'età. Più aumenta, più diminuiscono. Potrebbe essere. Perché no, in fondo il ragionamento ha una sua logica: quando sei più giovane sei pieno di ammennicoli, oggettucoli, carabattole e feticci che con l'età vengono sostituiti da sovrastrutture mentali difficili da dimenticare, figuriamoci trasportarle. Tutto vero. Tutto possibile. Tutto giusto. Ma lo stesso fa senso trovarsi tra le mani un anno e mezzo di relazione, in un sacchettino porta Tampax. Col dramma che a guardarlo colmo e satollo di cose non tue, ti viene un po' di tenerezza, di melanconia, di commiserazione, di voglia di farti stringere da qualcuno che assomigli tanto a te stesso. Ma tanto tanto. Nano nano
(nella foto, Cristiano Ronaldo underwear Armani)

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