Amo Milano. Amo questa città cupa e brumosa. Amo la gente che incontro per strada. Amo i sorrisi che mi arrivano addosso come brezza mattutina che mi danno l'energia per affrontare la giornata. Amo incontrare persone, stringere mani, abbracciare, baciare, distribuire affettuosità come un dispenser di sapone in un Autogrill. Amo Milano. Amo questa città. Mi è mancata. Mi mancherà se me ne vado. Mi mancheranno i suoi abitanti, mi mancheranno le voci e gli sguardi che si incastrano tra le mie parole e le mie occhiate. Mi mancherà la vita, quando non sarò più qui, un giorno, e mi sentirò come la Peron privata della iniziale del suo nome. Amo Milano. Amo soprattutto la sua gente. Amo la signorilità e la compostezza dei suoi abianti, l'educazione, la paura di non disturbare, la riservatezza che viene trasformata in dolore piuttosto di essere violata. Amo questo stile di vita stracolmo di incontri tra le mura di una casa e timido verso tutto quello che avvine oltre la porta . Amo questo rispetto, questa paura di divertirsi, di farsi vedere che ci si diverte. Amo questa classe innata e spero di continuare a ripetere e di non essere mai promosso. Amo la discrezione. Amo tutto di Milano. E mi manca quando non ci sono. Ahahahahaahahahahahahahahah Nano nano
sabato, settembre 29, 2007
mercoledì, settembre 26, 2007
Quel Ahmadinejad lì...
Lo trovo geniale: "In Iran non esistono gli omosessuali, noi non ne abbiamo". Dove noi sta per Mahmud Ahmadinejad (presidente dell'Iran) e i suoi connazionali. Prima cosa adoro chi le spara grosse per provocare i borghe-catto-comu-conserva che immediatamente gridano allo scandalo. Non importa poi se si farebbero tagliare una mano piuttosto di partecipare ad un Gay pride anche solo per fare numero. Bah...facile...troppo facile.
"Gli omosessuali da noi non esistono". E chissenefotte mi verrebbe da dire. In Occidente esistono, ce ne sono tanti, eppure nella maggior parte dei Paesi non hanno nessun diritto, non gli è facilmente consentito camminare mano nella mano, baciarsi in pubblico, è meglio che evitino, se vogliono vita facile, portare il proprio partner a cene, pranzi feste ufficiali di lavoro, per esempio. Inezie. Piccole cose. Cosa vuoi che sia?... Bambinate adolescenziali. Su... Siamo ancora fermi al bacio in piazza? Hihhihihihihih ridicoli.
Certo, in Occidente esistono, ce ne sono tanti (tantissimi) che vivono in fuga eterna dall'idea di accettarsi come tali. Fanno di tutto pur di non pensarci: si sposano, fanno figli, lavorano 15 ore al giorno, si fanno preti, e quando proprio non ce la fanno più vanno con i trans: quelli hanno le tette e la virilita (di chi ci va) è salva. Ma anche in questo caso, inezie. Cosa vuoi che sia vivere una vita nascosti? L'importante è avere una famiglia e non far credere a nessuno di essere soli, mettere al mondo figli. Tanti. Belli e maschili soprattutto. E poi stiamo ancora menando il torrone sulle tematiche dell'accettazione di noi stessi? Basta. Su.... Gli anni settanta sono passati da mo... Che noiosi siamo. In Tv c'è Ciao Darwin 5 che mette in sfida "vergini" contro "rifatte" ...per cortesia... Un po' di open mind.
Certo, in Occidente esistono, ce ne sono tanti, eppure per la grande, fraterna, altruista chiesa cattolica possono fare tutto quello che vogliono (possibilmente pailettes solo a capodanno e tacchi alti solo a carnevale) tranne sesso. Altrimenti, ahi, ahi, ahi, ahi scatta la scomunica, la gogna, il ludibrio pubblico, lo scandalo. Ma certo anche in questo caso inezie. Siamo ancora fermi al sesso? A Freud. Oh, Madonna ma che tristezza siamo? E poi, cosa vuoi che sia il parere della Chiesa su... Noi che viviamo in Italia, poi, un paese progressista, moderno, aperto, che guarda al futuro, evoluto. Noi italiani siamo tolleranti, simpaticoni, divertenti, allegroni, mattacchioni, pazzerelli.... Saremo ancora mica fermi ai giudizi espressi dal papa? Su...non me fate ridere.... Quel Mahmud Ahmadinejad lì eh... nano nano
(nella foto una scena di Brokeback mountain, 2005)
sabato, settembre 22, 2007
Calcio e figa la prossima volta
Sono nel bagno turco della mia palestra. Il sudore mi scivola addosso senza ostacoli. E questo mi piace. Con me altri due o tre che se la raccontano. Il tenore della conversazione è questo: "Ma sì, io non bevo. Ho comprato 120 bottigli di....... che è buonissimo. 25 le ho portate al mare quest'estate e le hanno finite i miei amici. Ora non ne ho più neanche una". Il secondo chiede: "Ma quante le hai pagate?". Risposta: "Ah, non chiedermi queste cose, non lo so". Punto uno: a casa mia 120 meno 25 fa 95. Quindi: "Come cazzo fa ad averle finite?". Sempre il solito delle bottiglie: "Ho rimesso su tre o quattro chili. Dopo 40 giorni al mare ero riuscito a calare un po', ma mi sa che li ho rimessi tutti. L'altro ieri sono andato da mia madre a mangiare e mi ha fatto la cotoletta alla milanese, sai quella vera. Non hai idea di cosa è....". Avendo lui 60 anni mi chiedo: "ma sei ancora fermo alla cotoletta della mamma?". Per cui miè venuta in mente una cosa. Perchè non si istuiscono dei Comitati controllo madre (ccm) e la smettiamo di torturci sul perché siamo (o gli altri sono, che in fondo è la stessa cosa) un disastro? Del tipo: alla terza minchiata che la mamma insegna al figlio (che significa che al quarto giorno è già spacciata) glielo si porta via. E bona. Si fanno delle visite sorpresa alle neo genitrici, finché il figlio non ha almeno 16 anni. Al terzo errore glielo si fa salutare. Il figlio cresce in una comunità e quando avrà 18 anni (e dopo aver votato almeno la prima volta) potrà rincontrare i suoi familiari. Giusto il tempo per dire: "Per fortuna, Dio esiste". In questo modo non ci sarebbero scelte: i figli si farebbero con intelligenza e non si avrebbe un paese pieno di coglioni. Ma pesantemente coglioni. Certo, calerebbe drasticamente il numero dei gay e gli psicanalisti zapperebbero la terra. Che entrambe le cose non sarebbero male. Le madri sono la vera rovina degli uomini. Ed essendo la società fondata su delle regole maschili, ergo dell'umanità. Per le figlie femmine farei un'eccezione: aumenterei il margine d'errore. Da tre e sei. Ma non di più. Ok, il discorso mamma è chiuso, per il calcio e per la figa fatemi preparare... Nano nano.
(nella foto, un'immagine di David LaChapelle)
(nella foto, un'immagine di David LaChapelle)
venerdì, settembre 21, 2007
Mirate bene
Dopo le Pringles credo sia una delle invenzioni più interessanti che siano state sbattute sugli scaffali dei supermercati: lo yogurt Yomo alla castagna. Non è male neppure quello alle mandorle e al miele. Che, quest'ultimo, non è neppure difficile farselo da soli. Io impazzisco per le castagne, adoro lo yogurt va da sè che il connubbio mi mette di buon umore. La mia fase anoressica si compiace di queste presenze nel mio frigorifero. Io anche. Oggi mi sono depilato per la prima volta in vita mia le braccia. Odio i peli. Da tempo. All'età di 40 anni ho deciso che posso diventare schiavo anche della ceretta. Tanto qui siamo schiavi di tutto. Una cosa in più o in meno, chissenefrega. Ora ho il busto glabro (anche se, ci terrei a sottolinearlo, ho quattro peli in croce) come un calciatore. Aspettiamo di vedere che succede (rossore a parte). Se me vedete su Novella 2000 con una velina, non fate domande. Milano è come la televisione: un caravanserraglio di pattume e ciarpame che neppure l'Amsa riesce più a controllare. In Campania (che ingenui) si lamentano se aprono una discarica, noi qui ci viviamo sopra e non facciamo un plissé. Vediamo se conformandoci le cose migliorano. Il primo passo è la ceretta. Il secondo sarà una camicia a righe con collo e polsini bianchi. Il terzo una spilletta azzurra con scritto Forza qualcosa. Italia, credo. Il quarto passo non sta a me farlo. Ci sarà qualche volontario. Vi chiedo solo una cortesia: mirate bene. A meno che Beppe Grillo non diventi presidente del consiglio. In quel caso mirate pure il mio vicino di casa... Nano nano
(Nella foto, fiore con calice glabro)
martedì, settembre 18, 2007
Under my umbrella
"You can stand under my umbrella". Ho in testa Rhianna. Ieri, dopo il fine settimana passato qui con i miei nipoti, serata al Milano film festival. Dove ahimè ho beccato i corti. Siamo partiti con quelli di Ciprì e Maresco (si chiamano così?) che detesto. Li ho sempre detestati. Continuo a detestarli. Non mi fanno ridere. Poi, è stata la volta di una storiella sull'uragano Katherine, di una mini minchiata girata da un indiano di cui non ho capito il senso, e un altra pattumata from Brazil. Bene. Poi sono uscito. Siamo usciti. Forse essendo corti il mio chip intasato che ho in testa quando si focalizza sulla storia è già finita. O forse, più semplicmente, non fanno per me. In questo momento. Meglio sferuzzà a casa per le tende. Va....
Nel pomeriggio primo giorno di palestra dopo due mesi. Voglio fare il bravo e sorridere, essere smart (?), e dispensare serenità. Almeno visiva. Me sforzo più de un tir che trasporta tondini. Vediamo che succede. Poi fra tre giorni a limite torno a tirarmela come se fossi Brad Pitt. Del resto per ora: "You can stand under my umbrella". Quindi...Nano nano.
(Nella foto, Rhianna)
mercoledì, settembre 12, 2007
Due volte dio (parte seconda)
Ciao Italia. Come salutava tempo fa la Bonaccorti. Ciao Milano. Come salutano i cantanti rock. Ritornato. Dormito. Confuso con le ore: qualsiasi orologio guardo sono convinto che in realtà ci siano 9 ore di differenza (avanti o indietro indifferentemente). Oprah dice: "we will be back", e io capisco: "tornerai presto". Non so se è vero. Ma mi piace pensarlo.
Ok. Ultima immagine di San Francisco: io che sto caricando la valigia sul taxi, il taxi che indietreggia senza conducente a bordo, io che mi sposto, il taxi che sbatte contro l'automobile percheggiata, io che vedo il tassista a terra, Markos (la padrona di casa) che si affaccia dalla finestra svegliata dal rumore che osserva sconsolata la sua automobile incidentata (da ferma). Poi ho capito: il tizio del taxi non ha messo la retro, si è accorto quando l'auto ha cominciato ad andare indietro a quel punto ha tentato di salire per tirare il freno ma è inciampato per colpa della portiera aperta ed è finito a terra. Una gag non male. Per me, soprattutto, che avevo negli occhi acqua che mi cadeva addosso dal soffitto (il sogno dell'ultima notte a Sf). Per gli altri un po' meno. Immagino. Penaepanico è tornato (e diventa: penaepanico, no excuse). Dio dio. Nano Nano a tutti.
(Nella foto, Fontana di Sf , esterno notte)
(Nella foto, Fontana di Sf , esterno notte)
martedì, settembre 11, 2007
Direzione?
sabato, settembre 08, 2007
Tritolo
Mi sento un orfanello con la mia borza (con la z) di stoffa nera e sguincia che uso da quando sono qui. E mi sono accorto ora. Un orfanerllo a San Francisco. Che meraviglia. Ragionando sempre per generalizzazioni (che è la cosa che amo di più fare) mi sembra che le donne americane siano insipide. Gli uomini dei bambinoni di 16 anni. Le donne delle zuppette senza sale ma con tanti pezzi di verdura dentro. Ma alla resa dei conti, poi non sanno di nulla. Non ho capito perché qui dimostrano tutte 50 anni. Passano da Gap kids child direttamente a Macy's grandmother. Del tipo: dopo il collage, ce se veste vintage. Più che vintage....village... e sicuramente non people. E si offendono anche se le chiedi: "Quanti anni hai?". Sono così. Certo, non deve essere facile la vita per loro: in una società maschilista e competitiva come questa ne vieni fuori, se ne vieni fuori, a pezzi. A meno che non vivi a L. A. a fai come professione la diva. In questo caso ti fanno a pezzi. Gli altri. Mi chiedevo: vado o non vado oggi pomeriggio a Golden Gate park al rock and reggae concert? E nel caso, imbottito o non di tritolo?. Quante domande anche qui.... two time nano
giovedì, settembre 06, 2007
Bad little genius here too
I Jefferson so sempre una garanzia anche in lingua originale. Negli 82 canali che ho a disposizione mi capita spesso di vederli. Stasera non sono uscito. E' da sabato che non esco. Mi sa. Mi corrego. E' da domenica che non metto piede in nessun locale. Così va meglio. Non lo dico, ma in realtà siamo alla fine. Di cosa, non l'ho ancora capito. Porca puttana. Se può dì? E chissenefotte. Sto pensando a tutte le cose che non ho fatto qui a San Francisco: non sono mai andato al cinema, non sono stato a teatro a vedere una cosa che mi interessave, non ho messo piede in nessun festival, non ho visto il Golden gate park e non sono andato ad Alcatraz. Poi penso a tutte le cose che ho fatto e me commuovo. Praticamente non c'è scampo: non devo pensare a nulla. Zero. Solito discorso. Oggi però sono ancora qui. Cosa che mi fa venire in mente il post di un po' di tempo fa: "qui è ancora sabato" (o qualcosa del genere). Niente. Sono già nel baratro. Piangerò per tutto il volo. Da qui a lì. Sono abituato anche a questo. Ho pianto in ogni aeroporto che mi ricordi. Ma c'è tempo. Intanto sto pensando che uscirò tutte le sere. Per allungare le giornate e allontanare le partenze. Bad little genius here too (giusto Agente Scully?). La vita è bela. Two time nano
mercoledì, settembre 05, 2007
My lady
Praticamente quando parlo inglese di mia spontanea volontà la gente me guarda basita, ma quando me chiedono indicazioni, oh un vigile urbano ne sa de meno. E' tutto un: "Vai a destra, vai a sinistra, all'angolo, gira....". Addirittura ieri una settantenne, dopo aver parcheggiato una Jaguar, un po' vecchiotta forse della stessa età della conducente, mi chiede: "Secondo te, anche se è un po' sullo zebrato può andare bene questo parcheggio?". E io con il mio inglese impeccabile le dico: "Signora mia (my lady)...in Italia per un parcheggio così te aggiungono 4 punti sulla patente da quanto è perfetto, a San Francisco non saprei....". Mi ha sorriso. Poi serio le ho detto: secondo me è perfetto anche qui. Mi ha ringraziato. E' buffo. Perché io insisto d essere ironico non considerano che: a) la mia ironia già in Italiano fa, spesso e volentieri, tenerezza. Immagino in inglese. b) non parlando inglese non ho capito in che lingua la traduco. c) diciamo che per i nordamericani l'ironia è un po' come la cucina di casa: poco frequentata. Però sono divertenti. Mi messaggiano cose serie (più o meno) e io gli rispondo con minchiate senza senso. Io rido, loro mica ho capito... Me spiegate che lingua se parla qui? Two time nano
lunedì, settembre 03, 2007
Fatte bacià bello....
Qui è festa. Labor day. Io non lo sapevo e me so presentato a scuola alle 8,45. Lasciamo perdere... Ieri ho passato il pomeriggio in un bar Eagle tavern, dove nelle vie limitrofe si festeggiava un evento che ci sarà settimana prossima qui a San Francisco. Credo qualcosa legato ai Beers, gli Orsi. Va beh ma di questo chissenefotte. Bene. Quello più sobrio, nel look, aveva una tuta verde militare strappata all'altezza del pisello. Ovviamente senza mutande. Beh diciamo che non ero circondato precisamente da una fauna in grado di destare il mio interesse, anche se il sentimento non era a quanto pare reciproco. Ad un certo punto un tizio passa e mette la mano sul sedere a me e ad un ragazzo con cui stavo facendo chiacchiera e dice: "Posso approfittarne?". E io basito penso: "E approfittane bello de mamma, fatte bacià, fatte bacià dalla Gina. Bello. Ciao bello...." Citando a memoria una gag di Anna Marchesini. In reatà non ho fatto in tempo a dirgli nulla, mi sono limitato ad osservare il suo fidanzato che guardava il tizio tronfio mentre palpava il culo a noi due. Palpeggio delicato eh. Molto delicato. Che buffi che sono sti qui. Comunque insisto nella mia teoria: la stupidità degli uomini (gay o meno che siano) qui è più evidente. Molto più evidente. Di più. Credo che in fondo a me l'umanità maschile faccia pena. Tenerezza, tristezza e pena nello stesso tempo. Che sia una lesbica mancata? Ce manca solo questo... Two time nano.
(nella foto, avventore tipico della taverna Eagle)
sabato, settembre 01, 2007
Paziente inglese
Qui se spadella e se pulisce la casa come una schiavetta Isaura qualsiasi (in una tv, secondo me peruviana, stanno riproponendo un imbarazzante remake). Il sole spacca gli occhi e si rimpiange il vento. Andare in spiaggia è inutile perché tanto con buone probabilità lì il tempo è di merda. Qui è così. Bisognerebbe interpellà Giuliacci ogni due secondi. Quasi quasi me metto a fa' un centrino al parco. E magari da un centrino passo alle tende, dalle tende al corredo e me fermo qui a San Francisco. Va beh. Ieri ristorante giapponese e poi in un bar con spettacolo dal vivo di drag queen (e king) patacche. Adoro questi locali scipiti, polverosi ma con un'anima probabilmente nera (drag a parte). In Spagna si definiscono "cutres", in Italia non ho mi trovato una parola che rendesse l'idea. In inglese... Inglese? Ma che è....l'inglese? L'unica cosa che associo all' inglese è il paziente. Per il resto piattume totale... Anyway. Sono passato in edicola e mi sono comprato: People. Il nuovo dramma è il tentato suicidio dell'attore Owen Wilson di cui prima non sapevo neppure l'esistenza. Va beh...fateme andà a fare la spesa. Qui Catering Alberto...siete tutti invitati. Two time nano.
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