(nella foto, un ambiente dell'Hotel Faena)
domenica, agosto 03, 2008
No, non piangere per me Argentina
...l'Argentina non ha pianto per me e io non ho pianto per lei... Buenos Aires è lì e io qui, di nuovo a circa 11 mila chilometri di distanza. Il mio nuovo motto è: "parrilla per tutti (da leggersi parriscia) e mate per pochi", quelli che lo berrano a casa mia il prossimo inverno. Vediamo che succede. Per il resto poco da dire: la città è grande, molto grande, loro sono come i milanesi ma in versione latinoamericana, la Pampa è davvero meravigliosa, Montevideo fa cagare. Questa l'estrema sintesi di una città che credo non mi vedrà più. Perché mai tornare a Buenos Aires? Non ci sono ragioni se non per mangiare un "bife de lomo" da favola. Il resto...bah... favolette splatter per scrittori emergenti. Sono felice di esserci stato. Di esserci stato... appunto. Buenos Aires è grande e contiene tante, tantissime vite. Questa è l'unica differenza che c'è con il resto della maggior parte delle città del mondo. Buenos Aires è un sogno per tanti poveri cristi che hanno lasciato il nulla per avere poco, molto poco. Buonos Aires è una trappola di cristallo per chi vuole trovare l'America, non sapendo che purtroppo quella è già America. Buenos Aires è una sfasciata signora che si cura poco e privilegia alcune parti del suo corpo abbandonandone altre. Buenos Aires è un' Araba Fenice che non ce la fa più a rinascere. Buenos Aires è una voce rauca che ti parla di Italia e di Spagna, di nonni, di abuelas, di padri di madri, di vite spezzate che mai riusciranno a ricomporsi. Buenos Aires è la musica di Joaquin Sabina (che è spagnolo) perché fa più trendy. Buenos Aires sono i locali tirati a lucido e meravigliosi che ti fanno perdere la testa, ma che lasciano il cuore esattamente lì dov'è, senza pathos, senza emozioni senza nulla. Buenos Aires è una milonga che più o meno fa così: "hoy tenes el mate lleno de infelices illusiones, te engrupieron los otarios, los amigos e il gavion", dove "engrupieron" sta per "ingannarono". Buenos Airesè un romazo infinito dove ci trovi di tutto, ma nulla in particolare. Buenos Aires è un racconto che si tramanda a voce e che non riesci a trattenere. Buenos Aires probabilmente non è nulla di tutto questo visto che non si può conoscere una città in 15 giorni scarsi. Buenos Aires (e di questo sono sicuro) però ora è anche io e mia sorella (nell'arte e nella vita) lì, nelle vie di Palermo, per San Telmo, Recoleta, Ritiro e Plaza de Mayo. E questo mi basta per essere felice. Nano nano.
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3 commenti:
...Chapeau...
Rossella
Uhmmm... non ho capito un passaggio: ..Palermo? Ossia?
Ci si vede allora questo inverno a casa tua a bere mate?
Cmq bentornato, nanetto.
:*
Il mate passi, il dulce de leche, invece te lo lascio tutto, bleah. besos.
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