mercoledì, settembre 28, 2005

J'adore

"Io vi adoro, siete le mie eroine, rose che non si appassiscono e sfidano sogni e pazienza. Vi adoro perchè nonostante il peso del tempo, che grava su di voi come un satellite naturale sul proprio pianeta, dietro sorrisi scarlatti, unghie smaltate e catene dorate, rispondete sempre qualcosa a chi non vi chiede mai niente. Vi adoro perché sopportate in silenzio un destino che comunque scegliereste di nuovo. Vi adoro e vi guardo sorpreso mentre gestite i vostri uomini, ammassi di carne sgualcita che il tempo ha reso ormai inutili. E gli inutili vi gurdano timorosi di un segno che li riprenda quando sbagliano a muoversi. Però temerari continuano alteri a sentirsi simulacri di eroi. E incastrati tra i loro "ti ricordi quando...", "mi ricordo che...", "quando c'ero io...", "una volta sì..." si trascinano dietro di voi come ombre in cerca disperata di un corpo. Vi adoro, perché a distanza di anni voi ancora rappresentate quel corpo, pur sapendo che vigliaccamente vi guardano, immaginandone un altro più bello. Vi amo quando tra un klineex e un valium nascosto, difendete vostro figlio dal sospetto degli altri. Vi adoro quando poi siete sole e rinascete come foglie nel vento". (Creta 2002, nella foto di Cecil Beaton, Marlene Dietrich, 1935)

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