"Sono un po' stufo di voi e dei vostri stupidi "vorrei essere ai tropici", "che bello vivere su un’isola deserta e vendere cocchi", "non mi importa nulla dei vestiti D&G, preferisco viaggiare". Vi vedo noiosi come tanti queruli quacqueri d’Oltrooceano rivisti in tv tra uno zapping e l’altro. Siete l’inferno, ma senza fuoco e senza dannati. Siete la settima vita, dopo la quale è meglio tirare l’ultimo sospiro con una corda al collo. Sono un po' stufo dei vostri discorsi arraffati, dei vostri commenti rubati sotto il phone, della malinconia che trasudate già alla prima stretta di mano. Mi interessa poco di voi di voi e la vostra storia quasi sempre fotocopiata da qualche rivista per teenagers non mi riesce ad appasionare e le vostre avventure rocambolesche sbirciate nella pagine di Gente viaggi mi lasciano indifferente. Siete come la panna al secondo cucchiaino: nauseate. Sono stufo delle vostre rivendicazioni che spuntano ad ogni angolo di ragionamento. E non me ne frega nulla dei vostri lamenti, delle vostre frustazioni superate saltellando da una sauna all’altra come se il sesso, solo ed esclusivamente per voi, fosse indispensabile per vivere. Siete dei simulacri di eterossessualità, rancidi come il sapore del sesso che non conoscete. Siete scatole vuote ancora impacchettate senza sorpresa, scaffali di un supermercato strapieni di colori e cartone come il sipario in cui credete di vivere quotidianamente. Siete il mare che sguaiato gorgheggia dentro un bicchiere, siete una bottiglia incagliata con all’interno il suo veliero. Ma il vento non c’è, e il vostro soffiare non vi porta da nessuna parte. Siete l’essenza dell’apparire, la vanità della superficie, l’estasi del primo strato. Di quello che c’è dopo né vi preoccupate né vi incuriosite. Siete delle crocerossine impavide della sofferenza, vittime volontarie di drammi che non esistono ma che come maratonete su tacchi caraccolanti inseguite senza fermarvi mai. Siete un destino spezzato riappiccicato con lo scotch, una promessa mancata, come l’ultima figurina della raccolte Panini, siete l’ancora di salvezza di gommoni che non hanno mai visto l’acqua, regine di cuori di un mazzo senza re e cavalieri. Siete un muro di gomma su cui nessuno è mai rimbalzato, una cabriolet senza tettuccio apribile. Siete.... Ed io vi guardo e penso: non voglio essere come voi. Ma ho il dubbio che sia lo stesso pensiero che fate voi quando guardate me.
"Sono l’inferno, ma senza fuoco e senza dannati. Sono la settima vita, dopo la quale è meglio tirare l’ultimo sospiro con una corda al collo. Sono un po' stufo dei miei discorsi arraffati, dei miei commenti rubati sotto il phone, della malinconia che trasudo......"
1 commento:
olla olla. il ragazzo qui deve proprio avercela con me. che sono come la loredana, là sopra, e detesto i telefonini. e che faccio solo quei viaggi lì. e che me ne frego di d&g. però mi sono appena comprata un montoncino dei custo che è una delizia. e sono quacchera (quacquera? ci ho le puppe a pera) quanto tua sorella. e che sono appena rientrata da barcellona.
tutta invidia, insomma... no?
Posta un commento