venerdì, agosto 28, 2009

Mai detto

Ho deciso che da oggi io querelo e smentisco chiunque. A cominciare dal Comune di Milano che sulla mia carte d'identità ha scritto 1967. Perdonatemi, ma del 1967 non ho nulla. Neppure una ruga. Poi passerei a querelare R.T.I. il mio datore di lavoro, perché mi trattiene troppi soldi e la cosa mi irrita se penso alla maggioranza dei baristi, per esempio, che dichiarano si e no 6 mila euro all'anno, l'incasso di poco più di un giorno. Ecco, potrei querelare anche loro ogni volta che mi chiedono 8 euro per un rancido e orrido aperitivo. Dovemmo farlo tutti, non sarebbe male. Per quanto riguarda le smentite comincerei da qui: Penaepanico non so cosa sia e tutto quello che si legge non l'ho mai scritto. Così, per allenarmi un po'. 1982? Mai conosciuto. San Francisco? Una città di finocchi, mai stato. Sydney? Che orrore, tanta brutta gente parenti di ex galeotti inglesi, mai stato. Poi, passerei alle considerazioni di lavoro: Paola Perego? Mai detto che non si può reggere. Lorena Bianchetti? E chi è? Mai parlato di lei. Il Grande Fratello? Ogni edizione è sempre più geniale, mai lontanamente creduto il contrario. Mediaset? Un gruppo meravigliso. A questo punto passerei agli affetti. Mai pensato che la famiglia sia più perigliosa di una camminata su un sentiero di montagna ghiacciato che costeggia un burrone percorso con un paio di zoccoli ai piedi e che le madri sono l'unico vero e insistente danno permanente dell'umanità intera. Mai detto. Poi, mi occuperei degli amori. Qui semplicemente prenderei le distanze esclusivamente dai miei "ti amo". Ecco, smentirei tutti i "ti amo" che ho detto. Tutti. Anche perché tanto li ho sussurrati quasi totalmente alla stessa persona. Ma sarebbe facile capire che la mia smentita è una bugia. Perché se davvero non avessi detto così tante volte "ti amo", forse non li avrei esauriti. Almeno qualcuno me ne sarebbe rimasto. Mentre invece, mi sa, che non ne ho proprio più. "Ti amo", "Scusa?". Ma va bene così. Anche perché tanto smentisco di aver smentito che avrei smentito, che smentirei se smentissi. Per cui, passiamo oltre. Nano nano.


(nella foto, Craig. Mai detto che me lo tromberei ad occhi chiusi, mai)

mercoledì, agosto 19, 2009

Silvio è in casa? No, c'è Brandon


Che ridere. Leggo su Chi, il nuovo newmagazine politico del gruppo Mondadori: "Se qualcuno si aspetta una Dynasty tutta italiana, deponga pure l'ascia di guerra. L'atmosfera che si respira da queste parti è di grande serenità". Così Alfonso Signorini racconta la famiglia Berlusconi (riunita in Sardegna) prima di intervistare il premier. Io non sarei arrivato a tanto neppure sotto le ruote di un furgone che trasporta Lexotan. Eppure non è giusto. Così mi sono sforzato. Tanto.

"Silvio è davvero un grande. Un uomo capace di non dormire, di fare poche vacanze per pensare davvero a come rendere sempre migliore il suo paese. Uno che ogni tanto si concede qualche festa, ma giusto per rilassarsi: ad una certa ora lui va a letto e quello che accade mica lo può controllare. E' talmente generoso che mette a disposizione case, magioni e ville per il divertimento dei suoi amici. E' un uomo che sa soffrire (il divorzio dall'amata seconda moglie) ma che non lo dà a vedere per non rattristare chi confida in lui. Silvio è così: un caterpillar che non si ferma, che passa dalla quinta alla prima, se è il caso, ma che non molla mai l'acceleratore. Un enzima delle buone azioni, pronto a catalizzare tutto quello che di bene ci può essere per il popolo. Silvio non si arrende e non si fa intimorire neppure di fronte alle bugie della stampa di tutto il mondo che lo vuole far fuori. A quella stampa brutta sporca e cattiva lui risponde con la sua educata, sensata e sorridente. Lui crede solo a se stesso, non agli altri, perché lui si è fatto da solo e ha un istinto geniale che lo porta sempre un po' più in là. Silvio è così. Un grande tra i piccoli che vorrebbero essere come lui. E lui lascia a questi piccoli l'illusione di assomigliargli. Ma solo un po'. Silvio è generoso e contro natura, perché se quella dell'uomo è cattiva la sua è esattamente il contrario: prodiga di amore e consigli da dispensare agli altri come fossero sapone nei cessi degli Autogrill. E tutto quello che è lui lo è anche la sua famiglia. Ma quale Dynasty. Se proprio proprio siamo dalle parti del Mulino Bianco. "Drinnnn. Scusi, Silvio è in casa?" "Certo che c'è... dove c'è Silvio c'è casa". Stop, che fatica. Nano nano
(nella foto Brandon Beemer, quello che vorrei trovare in casa io al posto di Silvio)