giovedì, gennaio 24, 2008

La fiducia

La domanda è: "Per essere presi sul serio quanto coglioni bisogna essere da zero a cento?". Mi spiego meglio: se si è circondati da coglioni, come si fa a guadagnare la fiducia senza trasformarsi in coglioni ? Io sono il re dei coglioni e per questo vivo borderline tra un out e un coming, tra un mi piacerebbe e un non saprei, tra una nuance e un pendant, eternamente. Quindi mi auto elimino. Mi auto sospendo. Mi auto nomination. Ma non pensavo a me. Io sono febbricitante in tensione infinita ed eterna. Come il moto perpetuo. O come la Sagrada familia. Vedete un po' voi... Penso a tutti gli altri: tutti quelli che da 15 anni a questa parte non ci sono, non sono mai arrivati, non si sono mai visti, nessuno ha mai parlato di loro. Penso a tutti quelli che avrebbero potuto fare qualcosa. Semplicemente.... fare qualcosa. E quando smetto di pensare a loro mi viene in mente la melassa in cui viviamo, invece che continua a produrre "ordinary people", gente comune di cui onestamente mi faccio volentieri il bidet. La gente comune quando mi piace (e sottolineo quando) mi piace incontrarla per strada, al supermercato, sul pianerottolo del palazzo dove abito. Non sui giornali, in televisione o tra gli scaffali di una libreria. La gente comune sa di vecchio come il comodino della nonna. Sapete cosa penso? Che per essere presi sul serio bisogna essere coglioni centomila. Ecco spiegato il perché da 15 anni a questa parte l'Italia sforna solo coglioni... Ed ecco perché io non prendo mai sul serio nessuno... detesto i coglioni... Nano nano

mercoledì, gennaio 16, 2008

Il suo sternocleidomastoideo

Davanti a me ho un corpo muscoloso e nudo da fare paura. E' bianco. I suoi muscoli mi inondano la retina. Li vedo da ogni prospettiva e da ogni punto di vista. Vedo tutto. Anche la pelle tesa che li trattiene a steto. Il suo corpo è davanti a me, sotto di me, alla mia destra, alla mia sinistra. Sopra. E vola. Si contorce, spasima, grida, sputa, ansima, boccheggia. E i suoi muscoli, tutti i suoi muscoli si muovono all'unisono se lui si piega. Se lui salta. Se lui si trascina altrove. Li guardo e mi sembra di conoscerli tutti. Vorrei presentarmi ad uno ad uno da quanto mi piacciono: "Piacere Alberto", "Piacere grande gluteo", tanto per citarne uno a caso. Sono lì , li vedo, li scruto, la mia retina si infila tra loro per capire dove sta l'armonia e trovarne un difetto. La mia retina odia l'armonia se non è riflessa su una parete a specchio. La mia retina ama i difetti quando non sono riflessi su una parete a specchio. Anche lei ha i suoi limiti. Domanda: meglio un corpo da perdere i sensi e una faccia orrenda o una faccia da perdere i sensi e un corpo orrendo? Dubbi che mi sono venuti quando davanti a me, sotto di me, alla mia destra, alla mia sinistra, sopra ballavano Nigel, Adrian, Mike e Itay (quello dal corpo scultoreo chi cazzo sarà stato?).
Fuori piove a dirotto e la mia retina non vuole mollare la presa. Secondo me si è persa tra il trapezio e lo sternocleidomastoideo di Nigel, Adrian, Mike o Itay. Beata lei.... Nano nano

(nella foto Nigel Charnock...e il corpo non era il suo...)

lunedì, gennaio 07, 2008

La Medusa

"Quando una fitta improvvisa, mi riporta indietro ad una grande offesa e rimango delusa, ad un filo fragile rimango appesa. Passa il tempo ma c’è una cosa, che mi brucia dentro come una medusa". Poesia trash. Dovrebbe essere lo striscione da utilizzare in questi giorni nel napoletano. Lì la monnezza impera. Ma non la poesia. "Quando la tua colpa resta senza accusa, non si può chiedere nemmeno scusa", continua la canzone. La trovo meravigliosa nel suo nulla. Che è quello in fondo che spesso fluttua nelle relazioni: il nulla, appunto. "Sono stata impietosa, e adesso son davanti ad una strada chiusa". L'anti eroina per eccellenza che fa della sconfitta e della perdita il suo inno. Per poi, ed è qui l'apogeo trash dire: "Dammi forza per guardare i tuoi occhi e non tremare. Dammi forza per andare continuare a camminare. Dammi forza per mentire che è più facile morire, non poterti chieder scusa brucia come una medusa". Dove la grande verità sta, o dovrebbe stare, in quel: "Dammi forza per mentire che è più facile morire". Ma pur troppo non è così. La bugia è diventata un'altra verità a cui ci si attacca per non rimanere... soli per esempio. Confondendosi. Nano nano
(nella foto Donatella Versace a capo della Medusa)