martedì, settembre 20, 2011

Cercando un Helmut


Guardo le foto postate su Facebook e inorridisco. Se fosse esistito ai tempi di Freud, lui ora sarebbe un Dio. Guardo le mie foto su Facebook e lo stesso sento nella trappola ci sono anch'io. Quella di sentirsi veri perché virtuali. Presuntuosamente credo di esserne fuori. Ma questo succede per il 99 per cento delle cose che detesto negli altri. Anzi, forse proprio perché le detesto sono mie. Guardo Facebook e vorrei essere altrove. A pagare qualcuno ché mi faccia un servizio fotografico bbomba, per esempio. Per poi custodirlo segretamente dentro un cassetto della mia scrivania. Nano nano

mercoledì, settembre 14, 2011

Impercettibile


Arrivano suoni di tutto il mondo e si fermano nelle mie orecchie. Vorrei essere in grado di decifrarli tutti. Purtroppo ho difficoltà ad interpretare anche i miei, figuriamoci gli altri. Impercettibile alla vita. Qualche sindrome esisterà che ti fa impercettibile alla vita. Passi, e via la vita non se ne accorge di te. E tu, per non essere da meno, la ignori. "Buongiorno vita", "Buongiorno Penaepanico, ma ci conosciamo?". "What?". "Appunto". Nano nano.

domenica, settembre 11, 2011

Mille(nium) park


Il Millenium park si sta riempiendo di gente. Tutti qui. Tutti seduti. Tutti pronti ad applaudire la lirica. Che meraviglia, irripetibile. Qui tutti che arrivano e si prendono il loro posto come tanti pionieri rinati dalle ceneri della loro fine. Frank O. Ghery non c'è. Ma è come se ci fosse con il suo giglio aperto verso il mondo. Chicago è anche questa. Credo. Chicago ti va volare se vuoi. E io ora lo sto facendo da seduto. Il cuore è ancora gonfio. Che meraviglia...

sabato, settembre 10, 2011

Musei

Entro nei musei di arte contemporanea e mi viene da piangere. Chicago non è come New York. Qui i grattacieli ti sbattono in cielo in un nano secondo. Qui ti stringono forte perché sanno che tanto tra le vie strette che li separano c'è spazio per scappare via. Mi si gonfia il cuore quando entro nei musei. Mi si riempiono i sogni, quando la notte scende e gli ultimi piani attaccati alla luna rimangono soli, di brutte cose: ricordi che non vorrei tornassero a galla proprio ora che ho imparato a tenerli lontani, persone che nei miei occhi chiusi non entravano da tempo, frasi che sotto il cuscino non avevano spazio da mesi. Ora mi ritrovo ancora una volta così. Fragile, con il cuore gonfio quando entro nei musei. E guardo il cielo che mi chiama. Secondo me mi dice "vola". Ma mi sa che come quando dall'altra parte della costa mi dicevano "sexy" e io capivo "six" non riesco a convincermene. Chcago dall'alto mi guarda io piccolo piccolo muto non rispondo. Mannaggia. Nano nano.