venerdì, dicembre 22, 2006

Chiamatemi Ken

Va bene. Mollo il colpo. Non attacco la pippa sui propositi di inizio e fine anno. Una sola cosa però la vorrei dire: nel 2007 pregherei quello/a che si è preso/a cura di pigliare una bambolina a mia immagine e somiglianza (na Barbie per esempio, il punto vita è quello) e infilzarla di spilloni appuntiti ogni qualora mi incontra, pensa, sogna o sa il cazzo, di lasciarmi stare. Ignorami. Sono morto. Considera che il mio funerale è stato fatto cinque giorni fa e ora sono sottoterra divorato dai vermi. Hanno poco da mangiare, avendo un fisico senza maniglie dell'amore, grassi e quant'altro. E sono incazzati neri. Anche loro. Sono morto. Morto. Sulla tomba ho voluto questo epitaffio: "Nella vita avrebbe voluto avere solo corpi e cervelli, ma ha sempre dovuto accontentarsi di coglioni". Quindi, lasciami perdere. Pensami così: lì al buio con i capelli che continuano a crescere bianchi e stopposi. Per l'eternità. Molla la bambolina. Non piangere per la mia dipartita. Non importa. Nessuno lo ha fatto. Siamo soli su questa terra e amici non ne avevo. Non fiori, ma opere di bene. Tutto qui.
Fallo, ti prego. E sono sicuro che il mio anno nuovo sarà fantastico. Chiametemi Ken...almeno fino al 31 dicembre... Nano Nano e buone feste a tutti. Vi amo (spillonatore compreso...)

venerdì, dicembre 15, 2006

Du baffi e via.....

Serata Replay (non c'entra nulla s.). Io, mia sorella nell'arte e nella vita e un nugolo di corpi che andavano su e giù per le scale con super alcolici e champagne in mano. Qualcuno si fermava sul terrazzo a fare chiacchiera. Nessuna starletta, nessuna passaparolina, nessun modello dallo sguardo al photoshop. Musica a mille. Dj da non perdere mai di vista (sopratutto quando raggiungerà la maggiore età) e sguardi luminosi come le luci natalizie che cadevano dalle pareti. Ore 23.30 dopo quattro gin tonic la festa è finita (almeno per noi). Lei barcolla verso il taxi, io verso la mia motoretta. In testa un solo commento: "vorrei vivere dentro ad un party". Eppure non è successo nulla. Ma la sensazione che qualsiasi cosa avrebbe potuto succedere era forte. Fortissima. Ed è questo quello che amo. Quando si replica? nano nano
(nella foto uno della tante cose che avrebbero potuto succedere: il suo arrivo).

martedì, dicembre 12, 2006

Prima di Kate....

Quando vedo pubblicità stampa di uomini e donne interessanti le strappo e le conservo. E' una cosa che ho iniziato a fare da poco. E che non so quando finirà. Per ora in pole position c'è il tizio di Guess man, al secondo posto quello della Safilo al terzo la sempreverde Kate Moss, al quarto Jonathan Rhys Meyers (Versace) al quinto quello di Trussardi al sesto il baffetto di Valentino pour homme. Non male neppure i polacchini Crasnsley di Church's. Che non c'entrano nulla ma mi fanno sesso. Evito di strappare tutto quello che mi provoca lo stesso effetto. Per il bene della natura. Nano nano.

martedì, dicembre 05, 2006

Nella cdl, mai più

Non so cosa scrivere. I blog a volte sono più pericolosi degli svenimenti in pubblico dei politici. Possono ingannare e creare dei malintesi. Possono essere interpretati troppo superficialmente o presi troppo sul serio. Per esempio, io vorrei scrivere cose che è meglio non dire, pensieri che è meglio non palesare, commenti che è meglio evitare di fare. Per questo forse sono stato così tanto tempo senza scrivere post. Potrei cadere nel patetico o nel ridicolo, potrei tirarmi una zappata sui piedi o una martellata sui coglioni, potrebbe capitarmi qualsiasi cosa. E da democristiano che non sono provo a stare zitto. E vedere come va a finire. Unica cosa sicura: nella cdl mai più. nano nano

mercoledì, novembre 22, 2006

Il cuore di Bette

Il vestito da sposa di Giorgio Armani disegnato per Kate Holmes fa cagare. Si può dire o no? Il matrimonio con Tom Cruise non ho capito a chi interessi. La fiction della figlia lesbica di Lino banfi, che non ho visto, immagino faccia schifo come tutte le altre. Chissenefrega di che parla. Ieri in compenso, mi sono rivisto in dvd Che fine ha fatto Baby Jane? In inglese e con sottotitoli in inglese. Capito poco. Ma l'avevo già visto più di una volta e quindi è stata "na passeggiata". Vedere Bette Davis è di per sè un'esperienza nirvanica. Sentirla è un'emozione che ti tocca il cuore. Per chi ce l'ha. Ovviamente. Nano nano

lunedì, novembre 13, 2006

Il diavolo veste Prado

Fine settimana a Madrid. Con mia sorella nell'arte e nella vita. Sole, cielo azzurro, caldo, cose belle, domande belle, storie belle. Sentite, raccontate, vissute. Fa lo stesso. Tanto sono storie. Ma non è questo il punto. E' inutile dire che nella capitale spagnola si sta bene. Sarebbe come dire che questo è il periodo dei panettoni (oh Madonna) e delle luminarie. Banalità.
Museo del Prado. Davanti a noi, dopo un orgia di santi, re, principi e duchesse, ci compare Cupido. Con lui Adone e Venere. E' un nano secondo immedesimarsi nei personaggi davanti astanti. Ma noi siamo in due. Nel dipinto sono in tre. Uno rimane senza immedesimante (si dice così?). E' il fottuto Cupido. Basterebbe avere questo dipinto davanti agli occhi, almeno dall'età della ragione, per capire che lassù in cielo nessuno aiuta i cuori solitari e che quello di innamorarsi è uno sporco lavoro. Purtroppo qualcuno deve farlo. Da solo. Guardate la faccia del marmocchio, concentratevi sullo sguardo e deducetene le intenzioni: secondo voi questo ha la voglia de lancià frecce e di fare innamorare gli umani? Secondo me non gliene può fottere di meno. E ride sornione davanti alla sicumera di Adone e alla voluttuà di Venere. Come dire: "Ma dove credete di andate coglioni?". Il diavolo non veste Prada, credetemi. Veste Prado. Nano nano
(nella foto: Venere, Adone e Cupido di Annibale Caracci, 1595, Museo del Prado)

venerdì, novembre 03, 2006

La solita gag

Ogni giorno o quasi la stessa gag. Di cui vado pazzo. Quando si connette s. dopo due frasi di cortesia e di chiacchiera parto con: "Non mi chiedi come sto?" e lui: "Come stai?". Io: "Di merda, perché?". E lui: "L'umore?". E io: "Pessimo". La stessa cosa la faccio ogni tanto con Mauro al telefono. Sono un oco giulivo. Lo so. Quando mi alzo la mattina presto come oggi, ore 7 sveglia, ho sbalzi d'umore repentino. Quando mi alzo tardi il morale è costante: 'na tristezza per tutto il giorno'. Se vivessi su un aereo, forse, troverei il mio equilibrio... Ma... Comunque. Che meraviglia è la ciclicità della vita. Ieri meditavo e pensavo: "che bello arriva l'inverno. Per 7 mesi non dovrò pensare a cosa fare durante le vacanze estive". Nano nano

venerdì, ottobre 27, 2006

Cellulite tua sorella

Robbie che quando si drogava ha fatto sesso ovunque si trovasse, Cayetano Rivera Ordonez che a suon di muleta sta facendo impazzire la Spagna, il testimonial del profumo Gess man e l'apparecchio acustico leopardato. Sono queste le notizie più interessanti dei magazines di oggi. Ieri riunione gruppo new media, al quale io appartengo. Parlano un po' tutti quelli che contano. Anzi che sanno contare. Almeno fino al 3. Qui è già abbastanza per avere incarichi dirigenziali. Discorsi molto interessanti che strizzano l'occhio al futuro. Del tipo: Internet è il domani. Sì, e Gina Lollobrigida deve ancora nascere. Va beh. Questi sono i livelli. Il più interessante di tutti era un tizio in fondo, seduto in un angolo, munito di Ray Ban a specchio, ingrugnito con la vita e con il mondo che lo circonda. Io. Comunque, mi chiedevo: ma se si ravana nella parrucca della Gina salta fuori un ovetto de dinosauro o che? Grandiosa: si sposa con un tizio che ha 34 anni meno di lei. Sembra che le infileranno una spina nel culetto e che si accenderà tutta. Così risparmiano sulle decorazioni della torta nuziale. Lui è un semi cesso, Alejandro Inarritu, invece, non è male per nulla, vero? Ho passato due giorni a Rimini. Giornate stupende. Riposato. Ritemprato. Al lavoro una collega mi ha chiesto: "ma hai la cellulite?" Le ho risposto: "La cellulite l'avrai tu. E comunque non ho neppure le mestruazioni, caso mai fosse la successiva domanda che vuoi farmi". Ultima cosa poi stacco: qualcuno sa dirmi, a parte al cinema, dove posso incontrare Gael? Nano Nano
(nella foto, Gael Garcia Bernal)

lunedì, ottobre 23, 2006

Il pastorello di Fit(ima)

"Non ci penso nemmeno". "E' stupendo". Due frasi divise da una fila di armadietti, da più di un mese e mezzo di tempo, da un'infinità di cose che non vanno come dovrebbero andare...Porca Troia. Spogliatoio. Lui ha appena fatto la doccia. Io con un’indifferenza traballante lo guardo con la coda dell’occhio. Tutte le parti di me si staccano e vanno da lui. Divento l’ologramma di me stesso. Lui è in un angolo. Fa il boxeur. Io la sciacquetta che scandisce i round su una lavagna di cartone. E' depilato? Abbronzato? muscoloso? Sta da dio? Ha dei segni sulla pelle? Non lo so. Non mi ricordo. Mica sapevano rispondere a tutte ste domande i pastorelli di Fatima? Perché per me lui è un po' come la Madonna. Ha quel ghigno fottuto, quando mi avvicino, nel quale mi perdo. Probabilmente non vuol dire nulla. Ma io in quel sorrisetto ci vedo la Treccani. Praticamente tutto. Ho il cuore che va a 200 all'ora, mentre il resto ha messo la retro.
Vorrei immobilizzare tutti quelli che ho vicino e catapultarmi come un kamikaze (produzione Mattel) sui suoi aculei di peluche . E’ un grande. Perchè riesce ad essere tremendo e dolcissimo in meno di un nano secondo. E io puntualmente vado in tilt come se fossi da Zara il primo giorno di saldi. Non può essere tutto così pesante. Non può essere tutto un lamento. No. In fondo non sta facendo nulla di male: non mi vuole. Cosa ci sarà mai di strano? Voglio alleggerire il clima. Voglio portare la temperatura da –36 gradi a +2. Che per il mio termometro dei sentimenti e come essere ai tropici. Mi avvicino e mi rivolgo al fascio di luce bianca che mi inonda quando lo guardo. “Vuoi prendere un aperitivo con me?”. “Non ci penso nemmeno”, sentenzia la sua voce. Non so se lui c’era quando gli ho fatto questa domanda. Forse stava già camminando su qualche acqua o resuscitando qualche morto, o moltiplicando qualche pesce. No, cazzo i pesci no. Lo amo. Lo amo. Lo amo. Sono la sua croce? Puttana troia e allora che si inchiodi a me. Poi ci penseremo. Mi giro e torno da dove sono venuto. Sono sicuro che quello che trasmetto non è quello che vorrei. Lo so. Ma sempre dopo. Depongo la mia scimitarra, mi metto davanti allo specchio per uscire per sempre dalla sua visuale e capisco che quel bastardo di Cupido mi ha rifilato delle frecce avariate. Fanculo anche a lui. Mina, di cui la mia collega ha il numero di cellulare, ma lasciamo perdere, canta: “Ti ho trovato un giorno sotto casa e mi hai detto scusa senti io non penso ormai che a te dimmi solo se hai voglia di un momento insieme a me o io posso sparire adesso una foglia che alza il vento”. Ecco, in quel cesso di spogliatoio mi sono sentito la foglia che se ne sta andando a fare in culo, alzata dal vento. Poi, però, mentre nudo come un topo di fogna mi spalmo la crema, lo vedo allo specchio e sento: “Ciao Alberto”. A quel punto mi giro, almeno credo, e vedo di nuovo la luce. Accecato sibilo anche io un saluto. Ave, Maria...(senza accento, in questo caso). A quel punto contemporaneamente: mi vesto, sbatto tutto dentro la borsa, controllo di non aver dimenticato nulla, faccio le scale, accendo la moto, esco dalla palestra. Trafelato aspetto di ricompattarmi. Poi, mi guardo in giro. Ma lui non c'è. Non mi sta aspettando. Se ne è andato. Sono talmente pirla che mi illudo che mi stia spiando da qualche parte. Mi faccio tenerezza da solo. Purtroppo. Nano nano.

martedì, ottobre 17, 2006

...ma chi veste H&M non è coglione

Due cagate in due sere è troppo. Anche per chi è in versione pulp. Anche per chi è in versione "non me ne fotte nulla di niente" anche per chi ha paura di volare. C'entra nulla ma ci sta da dio. Il diavolo veste Prada e Scoop. Il primo non ho capito dove e perché faccia ridere. La battuta più bella rimane: "Ma Gabbana si scrive con due b?", tanto improbabile quanto divertente. Il resto è un tritacarne di banalità che cominciano con la prima apparizione di lei Anne Hathaway, ovvero la Julia Roberts dei poveri che poi alla fine diventa l'Elisabetta Gardini dei benestanti. Immaginatevi il cambiamento. Da toccarsi i coglioni appena si trasforma. Meryl Streep sembra la caricatura di Glenn Close quando interpreta Crudelia DeMon ne La carica dei 101. Vedete un po' voi il risultato. Non commento i dialoghi. Le seicento signorine della moda, appena sbarbate per l'occasione, che erano lì imbambolate davanti al megaschermo, sicuramente avrebbero fatto molto meglio. Anche a domandarle una battuta a testa. Sorvolo sulla trama che è la stessa identica cosa che hanno fatto gli sceneggiatori. Mi sa. Scoop invece è la versione liofilizzata dell'altra semi minchiata che ha diretto l'anno scorso Woody Allen: Match point. Con la differenza che qui la vista sul Tamigi, la casa e lo sguardo di Jonathan Rhys-Meyers, il fratello gemello separato alla nascita di Monica Bellucci, valevano i sette o otto euro spesi. Il culone sformato della 21enne Scarlett Johansson, un po' meno. Allen, poi, sembra sempre di più Oreste Lionello che probabilmente non si è limitato solo a doppiarlo ma lo ha sostituito in tutto. Interpretazione e scrittura compresa. Che la regia sia di Pingitore e nessuno ce l'abbia detto? Bah. Non sapete cosa fare? Bene. Rimanete nel dubbio e poi andate a letto. Il diavolo vestirà anche Prada, ma questo non significa che chi veste H&M sia coglione. Nano nano
(nella foto, Jonathan Rhys-Meyers)

giovedì, ottobre 12, 2006

Nulla in direzione nord

Non ho capito come si fa a pubblicare i link di altri blog in questo formato. Se qualcuno è capace me faccia un fischio va... Niente di nuovo in direzione nord, mi verrebbe da scrivere. Nulla di interessante. La solita noia. Il solito schifo. Il malumore oggi è oceanico. Ne ho pieni i coglioni. Di me, di tutto il mondo. Esausto si dice? Bene. Per il resto: fanculo a tutti. Viva Domiziana Giordano. Nano nano

mercoledì, ottobre 04, 2006

Spazi erotici

Ci sono luoghi più o meno erotici. E non parlo di parti del corpo. Ma di spazi, vuoti e volumi. Di luoghi fisici. Appunto. Fisici? Ok, mollo il colpo... Comunque. Essendo un uomo Mediaseeeeeet posso permettermi l'abbonamento interclub della mia palestra, che significa poter girare in tutti i club, sono 4 o 5, mi sembra, presenti a Milano. Risultato? Mi fanno cagare tutti. Ma non importa. Domenica, dopo essermi fatto un'ora di sauna, bagno turco, sala relax, fanghi, e quant'altro mi è caduto il pensiero sugli spogliatoi cercando di capire il perché alcuni sono altamente erotici e altri bassamente stimolanti. Non dipende dai soggetti che ci sono, neppure dal suono degli elastici della biancheria intima indossata o tolta che si sente e nemmeno dal fatto che alcune docce siano divise da una lastra di vetro e altre da un muro. No. non dipende da nulla di tutto questo. Eppure alcuni spogliatoi, anche vuoti, pullulano di sesso, altri zero. Perché? nano nano
(nella foto penaepanico by Kiska)

giovedì, settembre 28, 2006

Vance(remo). Anzi, Vance Paul

(penaANSAepanico):
“Paul Vance, paroliere della canzone di grande successo Itsy bitsy teenie weenie yellow polka dot bikini, la cui morte è stata diffusa ieri dai mass media statunitensi, è più vivo che vegeto. “In verità”, riferisce il sito Internet Rockol.it, “il defunto Paul Vance, al secolo Paul van Valkenburgh, 68 anni, di Ormond Beach, Florida, sarebbe stato solo un millantatore, e non avrebbe avuto nulla a che fare con il vero Paul Vance, settantaseienne residente sempre nel Sunshine state, ma a Coral Springs. Il vero Vance ha dimostrato la propria autenticità mostrando alla stampa i bollettini di pagamento delle royalties della celebre hit, definita dall'autore una vera e propria "miniera d'oro". Ma l’altro Vance? Come ha potuto ingannare, oltre la stampa, la propria moglie per oltre 35 anni "vendendosi" come l'autore del brano? "Mi disse di non ricevere nulla perché decise di vendere la sua parte di diritti quando era giovane", ha dichiarato la vedova incredula e "devastata" dalla vicenda: "Se quest'uomo dice di essere chi e', o e' un bugiardo o lo e' mio marito". Il "falso" Paul Vance ebbe, comunque, una carriera nell'industria musicale fin dalla giovane età.
Se vi dicono che Penaepanico è sottoterra, diffidate.Thanks. Nano Nano
(nella foto Bb, che oggi compie 72 anni, in bikini)

martedì, settembre 26, 2006

inceneritevi

"Sei una cameriera da quattro soldi". E'quello che ha detto Domiziana Giordano ad Alessandra Pirelli, lì, sull'atollo dell'Isola dei Famosi. Liftata a festa, tirata come una bandiera che resiste al suo tornado, con gli occhi che sprizzano rancore e rimpianto come la spina fa con la birra, eternamente inalberata e rabbiosa come una regina che non ha mai avuto al sua corona, è meravigliosa. Sconfitta, persa, ultima. Un po' come sono io sul mio atollo che si chiama sopravvivenza. La trovo geniale snob e testona, rissosa e puerile, sola e disperata come una vera divina. Anche la Fallaci amava stare sola, dicono le cronache. E chissenefrega se per scelta o no. "Tu devi andare affanculo". "Tu devi annullarti". "Tu devi implodere". "Tu devi incenerirti". Lo vorrei scrivere sulle mie magliette. Tutte.Oppure...si può fare come ha fatto un gruppo folk napoletano all'aeroporto di Torino, rimasto a terra a causa dell'overbooking, che ha staccato un pezzo d'orecchio a un impiegato. Immagino, non per chiedere il riscatto. "Siamo stati provocati", ha detto uno dei linciatori. "L'addetto parlando al telefono, ci ha insultati, dicendo che c'erano dei napoletani di merda che volevano partire". Geniale. Se solo il tizio del check in avesse avuto una delle mie magliette con scritto "State boni, se no vi stacco il cranio" non avrebbe perso l'orecchio. Meglio prevenire che curare. O no?... Nano nano
(nella foto, Domiziana Giordano)

venerdì, settembre 22, 2006

Il fantasma

Alberta Marzotto, amica di mia sorella nell'arte e nella vita, parla di "fantasma dell'uccello" e "vibratori" sulla colonna del suo Pailettes sulle pagine di Affari e finanza (ogni lunedì con La Repubblica). Palestra. Oggi pomeriggio. Spogliatoio maschile. Dove vado io, per altro. Davanti a me un uomo in slip. Guardo bene e mi cade l'occhio sulla svolazzante maglietta della salute che spunta dalla scosciatura delle mutande. "O madonna. Ma questo ha la maglietta delle salute incastrata a modi pop-up dentro le mutande", penso. E mi è viene in mente quante volte ho visto uomini ravanarsi la minchia per far sì che la canottiere s' avvolgesse intorno all'uccello come una sciarpa intorno al collo. Dimostrazione empirica del fatto che il maschio è proprio una testa di cazzo. Io odio quelli che si infilano, a forza, cose dentro le mutande. A meno che non si tratti di mani. Sono lì belli impegnati a tirare la canotta, o T-shirt che sia, fino a renderla trasparente, e finchè non spunta fuori dal sotto a modi gonnellina. Mi fanno vomitare. Ma certo. Sono retaggi infantili di quando le mamme, per coprire la pancina, saldavano la canottierina alle mutandine. Sì ma si cresce....si cambia....ci si trasforma...belli miei. Su... Siete grandi ormai. Magari la mammina è anche sotto terra. La vecchiaia, ovviamente. Pensa la scena: togli le mutande ad uno e si srotola dalla maglietta, immagino, ingiallita il, magari, flaccido uccello. A modi, fantasma. Appunto. Bleh... Brave mamme...continuate così..... nano nano

giovedì, settembre 21, 2006

What's Up, Doc?

Ok. Vagoni, treni, amori, bang bang, hurrà, 1982, cc ecc. Sai che ve dico? Che me so sfracellato la minchia. Penaepanico cambia. E diventa pulp. Pulp come fiction, pulp come polpa (o palpa...boh), pulp come pulpit (pulpito), pulp come pulpy (flaccido, ahimè) palp come "Ma pulpà ti manda sola?". Non so cosa sia successo. Forse non è successo nulla. Forse quando la strizza mi ha detto: "sa che mi annoia?", non mi è piaciuto per niente. Forse ieri avevo le mani e i piedi troppo sudati e tutto mi sfuggiva di mano. Troppo. Deve essere cambiato il tempo e ora al posto delle mani e dei piedi ho due ventose così. Serve qualcuno per sturare cessi? Sono andato all'edicola a comprare una rivista e avrei preso l'edicolante a cartonate in faccia, almeno fino a quanto, non fosse finita sulla copertina di Cronaca Vera. Direttamente, senza passare dalla tipografia. Invece mi sono detto: "respira profondamente e rilassati". "Respira profondamente e rilassati?". L'ho fatto e non lo farò mai più. Ma va affanculo. Io non conosco i buoni sentimenti, "solo sospiri e lamenti lividi viola qua e là". Come cantava quel coglione di Zero prima di farsi prete. Quante parolacce ci sono in questo post? Mi fanno schifo anche quelle. Ma sono inevitabili. La signora riceve in casa. Prima di suonare però accertatevi con non abbia il matterello (o, come dice il mio dizionario dei sinonimi matterello) in mano...Meglio se lo ha altrove...Credetemi. Mia sorella, nell'arte e nella vita, mi ha invitato al cinema. Le ho risposto: "Perfetto. non vedo l'ora di prendermela con il vicino che fa rumore con i pop corn". Nano nano
(nella foto, la locandina Usa di Ma papà ti manda sola?)

ps
Chi è interessato ad avere il link del suo blog su penaepanico smolli l'indirizzo. Grazie)

Vagoni

Sono le due. Voglio scrivere qualcosa su questo blog. Voglio scrivere. Poi mi fermo. Mi blocco. Non ho idea di nulla. Suona il telefono. Ascolto in silenzio le parole che mi arrivano. Riesco a fermarne alcune. Mi piacciono. Muovono dentro di me qualcosa. Lentamente. Sale l'emozione mista alla voglia che avrei di stringerle. Di stringerlo. Paura, doccia, sporco, polvere, postino, carabinieri, tetti, Milano, palazzina...Mi ricordo solo queste. Vorrei ricordarle tutte. Vorrei che non fossero arrivate da una cornetta. Ma dall'altra parte del mio letto. Ci risono con il mio fottuto vorrei. Vorrei vorrei vorrei.... Vorrei riuscire stare senza. Vorrei riuscire e non volere. Vorrei riuscire a non volerlo. Vorrei riuscire ad amarlo e basta. E invece no. Non mi fermo e aggiungo, aggiungo e aggiungo. La mia parola amore è una locomotiva con dietro infiniti vagoni. Le aggiunte. Appunto. E io sono sempre sull'ultimo, quello più lontano. Ora la vaporiera non la vedo più... Sento che mi porta, ma non so dove, non so in che direzione, non so quale sarà la prossima fottuta fermata. Vorrei correre, aprire tutti gli scompartimenti ad arrivare alla testa del treno, alla testa del mio amore. Ci risiamo. Con i mie vorrei. Mi hanno detto che ho paura di amare. Ho paura di liberarmi dalla corazza che avidamente protegge me dagli altri. Come se fossi un imbalsamato da tenere lontano dall’aria. Ho chiesto perché? E mi è stato detto che forse è perché sono terrorizzato dall’idea che quello che c’è dentro la mia protezione non interessi a nessuno. E’già successo. Due volte. Per essere precisi. Poi ho capito il trucco. Così solo quando ho la certezza matematica che chi voglio vola in un’altra direzione, sono in grado di amare. Almeno credo che si tratti di quella sensazione che io chiamo amore. Paura, doccia, sporco, polvere, postino, carabinieri, tetti, Milano, palazzina... nano nano

domenica, settembre 17, 2006

Ma va?

La privacy priva di tutto....Quindi cambiamo i nomi.... Interno Mediatess (che non è la casa di mia sorella nell'arte e nella vita) a Calcagno Monzese. Mi chiamano. E' da due mesi che mi devono dire quando comincio a lavorare. A maggio vado a parlare con loro e chiedo cose ci sia d'alternativo a quello che sto facendo a Sguscia la sfitinzia. Mi offrono mari e monti. Da Merdissimo a Gladio aperto passando per tutte le baraccate che producono loro. Alla base della mia richiesta di cambio voglio solo una certezza: non andare al Tgcoma. Loro me lo garantiscono. "Ma si figuri, assolutamente no mi dicono....". Settimana scorsa mi chiamano. Fumata bianca. "Sappiamo dove sistemarla. C'è un posto tutto per lei. Sarà contentissimo. Le si apriranno nuove possibilità. Farà un'esperienza eccezionale". "Come si chiama la testata scusi?". "Tgcoma, perche?". "Ah, ecco...mi sembrava. Interessante, molto, mmhhh a saperlo rientravo a lavorare a giugno e non facevo neppure le ferie...Evviva. Che emozione. Sono tutto un brivido". Il resto della mia vita come va? Da Dio... sono innamorato pazzo, per la prima volta dopo anni. Penso tutti i momenti a lui, quando non c'è conto le ore che ci dividono, lo aspetto, non faccio nulla se lui non c'è... Nulla.. Ah, a proposito...il mio conteggio è arrivato a 216 ore. Visto che è da nove giorni che non lo vedo perché lui non mi vuole più... Nano Nano
(nella foto, l'uomo non voluto)

martedì, settembre 12, 2006

Bang bang hurrà...

Ho capito. Sto capendo. Forse ci sono. Non ho capito. Non sto capendo. Non ci sarò mai. Passo da una certezza piena di albagia ad una insicurezza stracolma di timidezza. Comunque... Il problema, se è un problema, è semplice: il mio modo di amare si racchiude in una solo parola: resistenza. Amo chi mi sbatte in guerra: subito e immediatamente. Sono malato. Lo so. Ma questo è. O qualcuno mi insegna come si può amare in un clima di pace, o lascio perdere. E continuerò a trovarmi amanti armati fino ai denti, pronti a difendere il loro territorio come fottute leonesse ruggenti a caccia di carcasse per i loro piccoli. Sbranatemi. Io sono la carcassa per le vostre insicurezze. Divoratemi. Sono qui. Ma non ditemi che amare significa, per esempio, "non dovere mai dire mi dispiace" (non so perché mi è venuta in mente stà minchiata). Non ce la faccio. Non posso pensare che l'amore sia ricevere sms pieni di dolcezze, frasi sussurrate dall'altra parte del filo, rispettabili propositi vestiti a festa, encomiabili gentilezze al sapore di ammorbidente. Ci ho provato. Ve lo giuro. Non ce la faccio. Queste cose mi possono andare bene, ma solo tra una battaglia e l'altra, solo se so che subito dopo ritorno in trincea a difendermi e a sparare, a colpire il mio bersaglio per poi curarlo e rianimarlo tra le mia braccia. Sono una bestia. Lo so. E come tale non posso che amare i miei simili. Bestie accartocciate dentro la loro paura di amare. Paura. Forse è questa la droga di cui ho bisogno. Forse solo quando ho paura la mia mente lancia scariche di adrenalina che mi inebriano, mi eccitano, mi animano, mi fanno volare. Lo so. Sono all'inferno e le ali, ogni volta, si bruciano facendomi cadere a terra tramortito. Ma ogni volta riesco sempre a farcela. E rantolante cerco un altro pusher in elmetto e pantaloni mimetici. Bang bang hurrà. Nano nano

lunedì, settembre 04, 2006

la signora riceve in casa

La signora cantava il blues, strimpellava qualche annetto fa FossatiIvano. La signora riceve in casa proclama ora PanicoePena. Stop. Si gira pagina. Me volete incontrà? Mandate la vostra richiesta a penaepanico@hotmail.it. Con foto annessa se è la prima volta. Me volete sentì? Andate su skype e digitate penaepanico. Me volete vedè? Sempre hotmail con richiesta di cam. Niente di male no, se non ho più tanta voglia di trascinare le ossa in locali noiosi e fastidiosi come tanti abbinamenti cromatici che si vedono in strada addosso alla gente?. Basta orpelli. Andiamo alla sostanza. Alle 17 c’è il tea. Alle 19 l’aperitivo. Alle 21 si mangia. Alle 23 si beve qualcosa. A casa Penaepanico. Fuori non lo so e neppure mi interessa. La signora riceve in casa. La signora è esausta. La signora deve pensare al suo botox scaduto. La signora non ha più l’età (pur essendo giovanissima, per carità). La signora ne ha pieni i coglioni. Non facciamone una tragedia. Per carità… Il prossimo step va da sé: la signora è murata in casa. Nel frattempo preparo i mattoni. Ah, per il muratore pensateci voi. Nano nano
(nella foto, la signora che riceve in casa)

domenica, agosto 27, 2006

Sydney. Taormina. Rimini. Giglio. Banca

Sydney. Taormina. Rimini. Isola del Giglio. Banca. Mi sa. Eccomi. Volevo tornare a farmi vivo il primo di settembre quando penaepanico, il blog, compie un anno. Volevo fare il figo. Dopo un anno me la tiro ancora di più. Mi sento Pitt e la Jolie insieme. Da eliminare. Comunque, è due mesi che non faccio nulla. Mi sono preso tutte le ferie che avrò nei prossimi sette anni. Sono rilassato, abbronzato, riposato. Fin troppo. Sono felice. Abbastanza felice. I miei propositi post Australia stanno resistendo. "La signora riceve in casa", vorrei scrivermi sulla fronte. Anche se la voglia di uscire si fa sentire. Almeno finché l'abbronzatura regge. Il botox se ne è già andato. Ma nessuno se ne accorgerà... Vero? Che dire... Che lo amo? Forse sì. Anzi, ho paura ad ammetterlo, ma la risposta è: sì. Io amo 1982. Amo i suoi occhi, la sua insicurezza, la sua dolecezza, il suo corpo sul mio, la sua schiena, la sua mente contorta, la sua solitudine, la sua intelligenza, la sua (im)maturità. E poi mi ricorda me, mi ricorda lui, mi ricorda noi. Amo tanto di lui. Non è servito a nulla andare lontano. Non so dove mi porterà questo amore non ricambiato. Sicuramente non all'inferno dove ci sono già da anni. A Taormina, durante una notte di musica in una discoteca in riva al mare con la luna "appesa alla parete", mi sono detto: "Sono precipitato in un inferno. Non so cos'è. So solo che è un inferno". Il coming out tardivo con mia sorella vera mi è servito molto. O meglio. Sono molto contento di averlo fatto. Credo che passata l'euforia da grande passo (mah, forse più che grande necessario) tutto, dentro di me, tornerà come prima. Vedremo... Dicevo...sono felice perché lo amo. Che non vuol dire che non viva più. Vuol dire che quando lo vedo mi lascio risucchiare da lui. Non faccio resistenza a quello che provo. Sparisco da me. E come se rimanessi nudo davanti a lui. Che è fantastico. Se volesse potrebbe disintegrarmi con i suoi aculei. Aculei che io non tiro più fuori. Non mi servono a nulla. L'ho capito solo ora. Va bé... Penaepanico e tornato. Kiska sei pronta? Qualcosa è stato fatto e ti arriverà... Baronetto sei insostituibile... Nano nano

sabato, agosto 05, 2006

coming out (tardivo)

Penaepanico ha fatto coming out con sua sorella (quella vera, non quella nell'arte e nella vita). Dopo che amici, ex morose, amanti, complici e sa il cazzo mi hanno ormonato per anni e anni, ho fatto il passo. La mia strizza sarà contenta. Spero. Non ho ancora capito se lo è stata anche mia sorella. Mah....

"Carissimi
vi scrivo, ma leggete tutto questo con molta ironia, vi prego, prima che questa farsa si trasformi in qualcosa di grottesco. So che sapete. So che non chiedete per rispetto. So che mi sono anche rotto il cazzo. So che non vi ho mai detto nulla per una semplice pigrizia mentale. Comunque alla domanda: “Sei frocio?”, tranquillamente rispondo “Sì”. Hai un fratello frocio, sorella mia…. Fattene una ragione, va. Ma tanto non credo che nessuno si meravigli. Il mio vero coming out l’ho fatto quando ero con Laura e spesso ci chiedevano: “ma siete fratelli?” Bazzecole ormai. Ho le spalle larghe anche se qualcuno non se ne è ancora accorto. (...)"


Breve, rapido, chiaro. Grazie sorella vera. So che mi capisci perfettamente. L'unico errore che ho fatto è di darti l'indirizzo di questo blog... Mi sa....
Nano nano

venerdì, luglio 28, 2006

Sviluppi imprevisti (dentro di me)

Sudo. Ho caldo. Come tutti del resto. Immagino. Stanotte ho dormito da cani. Il jet lag. Ma non è vero... Non è il jet lag. Sogno. Vorrei tante cose. Mi sento più forte di prima. Non è vero. Ma chissenefrega. Ho Sydney nel cuore. Vele nella retina. Emozioni dentro il corpo. Pulsa tutto all'unisono. Anche il mio cervello. Il sangue arriva e si porta con se tutte le disperazioni che incontra. A volte non vanno d'accordo, credo. "Ciao io sono disperazione da: 'vorrei avere ma non ho', tu chi sei?". "Io sono disperazione da: 'devo fare la spesa ma non ne ho voglia'". "Beh, io sono più importante di te, scusa ma mettiti dietro...". "Guarda che se quello non mangia andiamo tutti a fare in culo", dice grezzamente disperazione da spesa che è più furba dell'altra. "Ok, allora stai davanti....e io aspetterò il turno", dice goffamente disperazione da vorrei avere ma non ho. Lei effettivamente non ha molto cervello. E per quello che rimane sempre per ultima. Non avrà mai soluzione se non si dà una mossa. Credo. Va be...
Gita a Milano2.
E' venuta finalmente a trovarmi mia sorella nell'arte e nella vita. "Qui c'è il Tg4, qui Studio Aperto, qui il Tg5, qui Striscia, qui il cesso che è la cosa più interessante". Poi siamo andati a bere l'aperitivo in centro. Il cameriere ha qualcosa che mi piace. Ci è simpatico. Ad agosto rimane a Milano. Anche io.
Virginie e Kiska questa foto è per voi. Il vostro libro ha toccato l'Australia. Il tuo racconto me. Il boomerang entrambi.
nano nano.
(Nella foto il libro Sviluppi imprevisti, tra i boomerang all'areoporto di Sydney)

giovedì, luglio 27, 2006

Vienna, 27th of july

Ovviamente mi sono pentito di essere tornato. Ovviamente mi sto chiedendo: “che cazzo ci faccio qui” in questo miserabile aeroporto ad aspettare il volo S511. Ovviamente sto maledicendomi. Ovviamente…
Penso a Cairns, al mio cow boy che la mattina alle 8 si è presentato al bar per dirmi “ciao, a presto”, al suo collo rugoso, alle sue mani ossute, alle sue esclamazioni monosillabiche (mh, oh, ah,)espresse all’ambulante di una bancarella mentre gli spalmava su un braccio olio e sull’altro crema e gli spiegava in dettaglio le specificità. Penso a tim che quando l’ho salutato si è commosso ed è fuggito dietro il bancone del bar dove lavora, mentre io lo guardavo con una dolcezza da spot pubblicitario. Penso a mel, la ragazza inglese da cui ho vissuto, che si è messa a piangere mentre salivo sul taxi che mi avrebbe riportato da dove sono venuto (da dove sono venuto, per altro, da una fogna che si chiama Milano d’estate?). Penso a me al bar la sera prima ad ingollare gin tonic e birre con vanessa, l’amica lesbica di mel, che mi guardavo intorno e mi chiedevo: “ma questo è proprio quello che vuoi?” Penso a tony che mi ha chiesto quando torno a Milano per passare una serata di quelle che dice lui, penso a dario che vuole sapere quando finirà la mia vacanza, a paolo che mi aspetta a torino, a mia sorella che vuole che la porti via, a simone che mi dice che vorrebbe aver più tempo per me, ad avreivoluto che mi mandato un tenerissimo sms qualche settimana fa, ad alessandro che mi ha detto che gli avrebbe fatto piacere rivedermi quando rientravo dalla vacanza. Penso a kiska che non ho mai visto ma è come se la conoscesi da una vita, a giorgio che mi legge tutte le mattine, a baronetto e alle sue cose meravigliose che mi scrive, a paciugo e tutti quelli che passano di qui. Penso a betty, francesco, roberta e laura che mi aspettano in sardegna, toscana, romagna e trentino. A lui che non ci sarà mai più nella mia vita come vorrei io. A tutti gli altri che entreranno, e ancora non lo sanno. Penso a quelli che mi passano vicino e non conosco. Penso alla ragazza americana di 21 anni conosciuta in aereo che tornava a casa sua dopo 5 mesi di Australia. A jeff (o charls, o daniel, o giuseppe) che ha confessato a aaron (il ragazzo figo che vive a casa di Mel) che sono stato il primo uomo della sua vita (puttana eva, na botta de culo ha avuto il povero). A tutti quelli che ho sfiorato senza sapere i nomi. Al ragazzo della palestra che mi ispira tanto sesso. Agli amanti milanesi incontrati per casa (mia). Alle serate che non voglio più fare… a tutti quelli che mi hanno amato. Penso a tobia che adesso è al mare aggrappato a sua madre e al salvagente. Di nuovo a tim che mi ha appena chiamato per dirmi che a Sydney il tempo è stupendo... Penso a me, in a mezzo a voi e sorrido. Grazie di esistere. (Non ce l’ho fatta….troppo ruffiano sto post). Nano nano

mercoledì, luglio 26, 2006

Sydney, 25th e 26th of july

Lo dico subito. Ho bleffato. Torno giovedì. In realtà ho cambiato idea nell'arco delle ultime 24 ore, 24 volte. Vado in tilt in queste occasioni. Come quando amo. Con la sicurezza di optare sempre per la soluzione peggiore. Ieri, quando sono tornato da Cairns mi è venuto un malumore a mille. “Ok”, ho pensato. “Damani se vola in direzione Milano”. Ora, a stento trattengo le lacrime. E' stata una vacanza stupenda, irripetibile, indimenticabile. Ma io rimango un disastro. Penaepanico vorrebbe tornare nuovo come Sonia Braga quando, in Dancing’s Days, ritorna a Rio dopo una vacanza in Europa. I miei punti di riferimento sono questi. Dovrei farmi una lobotomia: via tutti i ricordi devianti. Via le Sonie Braghe, le Lordane Bertè, le Domeniche in, i Renzi Arbori, i Fantastici, i Flashdance, i Ritorni al futuro, le Raffaelle Carrà. Via tutto. Tabula rasa. Si ricomincia. Iniettatemi una dose di bei momenti, ricordi tranquillizzanti e sereni. Tipo….Tipo….Tipo…. Tipo quelle cose lì, insomma. Cosa vorrei trovare a Milano? Per esempio lui che mi dice: “Io voglio stare con te. Punto e basta…” e io che lo interrompo dicendogli: “Io ti amo, lo sai?”, mia sorella nell’arte e nella vita che mi viene a prendere in gonna di renna e stivali abbracciata a chi sa lei, una mail con scritto che cazzo farò da settembre, e p. felice e sorridente come non lo visto mai. Per esempio. Lo so. Non succederà nulla di tutto questo. Qualche mese fa a questa fottuta domanda avrei risposto: “Qualcuno che mi porti via”. Ora, più semplicemente: “Qualcuno che si fermi con me”. Sono un disastro. Ma ce la farò. Lo sento. Le mie vacanze sono finite. Torno nel mio girone. Ade mi aspetta. Del resto mi chiamo Pena e Panico. Per tutti gli altri: “Felicità”. Come diceva Loretta Goggi ogni venerdì sera su Raidue in Loretta Goggi in quiz (c’era anche Fabio Fazio). Vi prego... lobotomizzatemi. The neno nano (metà e metà, visto che sto tornando).
PS
Kiska...fatto...

lunedì, luglio 24, 2006

Cairns, 24th of july

10 minuti. Ho. Sto imprecando con questo cazzo di internet point che ga schifo. Qui e' pomeriggio, sono appena tornato. Stamattina partenza ore 7.45, destinazione barriera corallina. Interessante... Ma cos'e'precisamente? Cazzo ce fanno tutti quei pesci? E soprattutto che pesci sono? Io anche anche in queste occasioni mi agito... Guardo, osservo con la mia bella maschera e mi vengono 2250 domande nello stesso tempo... Troppe per rilassarmi guardando i colori del mare e dei pesci. Quindi buttato, nuotato tre minuti e ritornato sulla barca a pigliare il sole. Grazie. Stupendo, ovviamente. Ieri sera grande festa al resort con la barbecoa. E poi tutti vicino al fuoco. Io non avevo voglia di seguire un ragionamento uno. Ho scoperto che quando siamo in tanti non importa la lingua che si parla, non segue punto e basta. Troppa fatica. Lo faccio anche quando si parla in italiano. Notizie sul cow boy?.... Oggi non lo ho ancora visto... Ma so gia' che mi invitera' a bere il solito aperitivo nella sua stanza....Che noia... The neno neno.
ps Genietto del male ha spostato la data di ritorno... Non ci vedremo mai piu' amici miei...

domenica, luglio 23, 2006

Cairns, 23th of july

Ho solo 11.50 minuti. Giornata intensa. Mattinata a Port qualcosa (una localita' turistica a 20 minuti da qui)dove abbiamo fatto colazione e ci siamo spaparazzati il mercatino della domenica. Mi sembrava di essere, non so perche', in un telefilm old america stile La casa nella prateria. Pomeriggio sole a picco in spiaggia. Da Dio. Quattro ore borderline tra sonno e veglia (non funebre, ovviamente). Poi doccia e aperitivo da lui. Il cow boy dalla pelle rugosa e dai modi burberi. "You are a man" gli ho detto. Lui non so se ha capito ma io si'... Sei un uomo. Puttana Troia esistono anche i froci uomini. Evviva. Ne avessi trovati di piu' nella vita non sarei nell'inferno in cui mi sono perso. O al limite farei la parte del diavolo. I nostri dialoghi sono da lesson one: "the book is over the table..." ma chissenefotte. Non che ultimamente parlassi di massimi sistemi... Kiska, ti ho pensato due giorni fa. Arrivo in spiaggia, attacco l'Ipod e la Nannini mi piomba nelle orecchie con America. Subito dopo arriva In alto mare cantata da Berte' e Zero. Sorellina nell'arte e nella vita. Ci sei anche tu. Come potresti non esserci? Simo, anche io vorrei avere piu' tempo ma mi rifaro' quando torno. In agosto a Milano e' tutto chiuso. A cominciare da casa mia. Con me dentro pero'. The neno neno

sabato, luglio 22, 2006

Cairns, 22th of July

Cazzp. Ho solo 3 minuti per scrivere questo post che sara' pieno di refusi.... Tempo di merda. Spiaggia da paura. Sole che si alterna alla pioggia. Protezione 30 ovunque. Anche sul pisello. Il sole qui si prende nudi. Arrivo in spiaggia verso le 11. Lo avevo gia' visto ieri. Tra gli age' il meno age' non e' per nulla male. Va be... Non posso parlare solo ed esclusivamente di sesso in questo cazzo di blog.... Scaduto il tempo. The neno neno

venerdì, luglio 21, 2006

Cairns, 21th of july

Sono al mare. Sono al nord. Sono in un resort gay friendly. Friendly... Arrivo dopo tre ore di aereo da Sydney. Penso. Mi faccio il mio solito film pieno di amozioni e adrenalina. Con parsimonia, ovviamente. Ormai ho capito che e' meglio aspettarsi poco dalla vita. Pochissimo rispetto a quanto vorrei. Alla reception trovo un ragazzo carino, gentile che mi mostra il resort, la spa, la piscina. Mi sembra ottimo. E' buio ma capisco che sono finito in un paradiso. Senza Broke, ma lo stesso in paradiso. Che bello penso... Nella sala da pranzo c'e un tavolo... Gli ospiti mangiano tutti insieme... Very good. I love this... Guardo meglio. Li focalizzo. Vedo tanti capelli bianchi intorno a me. Puttana eva.... No... Non ci posso credere... L'eta, media si aggira attorno ai 70 anni... Eppure il sito internet mostra solo foto di bonazzi abbracciati. Conosco una coppia. Uno ha 84 anni. L'altro 76. Sono stupendi. Insieme da 45 anni. Uno e' malato, ha l'alzaimer (che non si scrive cosi', ma lui ce l'ha lo stesso). Penso a me. Penso alla mia vita. Penso al mio futuro. Mi amo. Tanto. Troppo. Loro sono stupedi... Lo vorrei essere anch'io.... The neno neno

giovedì, luglio 20, 2006

Sydney, 20th of july

Piove ancora. Domani parto per il nord. E' previsto brutto per quattro giorni. Giusto i giorni in cui sto via io. Mi affitterò un'automobile. Mi metterò il costume. Sparerò a mille l'aria calda. Mi sdraierò. E farò finta di essere in spiaggia. Oggi ho passato il pomeriggio con lui. Very fanny boy. Come direbbero qui. E' la prima volta che ho a che fare con un ragazzo dai capelli rossi, pieno di lentiggini e con la pelle bianca come il latte. Quando parla faccio una fatica a pazzesca a capirlo. Ma è meglio così... meglio non capire.... meglio non sentire.... meglio vivere il proprio film ... Certo a forza di film si corre il rischio di trovarsi in una multisala e non ricordarsi più per quale film si è pagato il biglietto. Perché qualcosa da pagare comunque c'è... Troia di una eva. Sydney è davvero una splendida città. La gente è tranquilla. Nessuno che grida. Che spacca la minchia. Che si agita. I ragazzi del mio corso, nel pomeriggio lavorano quasi tutti, dicono che gli australiani sono lazzari a mille. E questo mi piace da morire. Effettivamnete al bar, anche se ci sono due gatti e oridini un caffè, ti fanno aspettare una vita. Domani provo ad ordinare anche due fidanzati (uno per me e uno per una mia parente). E' una vita che lo aspetto. Magari qui arrivano insieme al caffè. Il ragazzo dai capelli rossi fa il barista. Ma è anche pittore. Un artista, insomma. Come i miei amici conigli. Con le dovute differenze...of course. I conigli non se toccano. Che altro dire. Che con l'inglese continuo ad essere negato. Pesantemente. Un po' come quando non mi ricordo le trame dei film e vado in tilt. Dei miei film. Però. The neno neno

mercoledì, luglio 19, 2006

Sydney, 18 and 19 of july

Tempo di merda. Piove da due giorni. Sono in un internet point perche' a casa abbiamo problemi con la rete. Ok. Buongiorno. Cosa e' successo in queste 48 ore? Tremo a pensarci... Nulla? Impossibile. Nulla. Oh Madonna... mica staro' gia' cambiando. E' vero... Ho ricevuto la solita telefonata che mi ha vomitato addosso tutto cio' che in questi giorni non avrei proprio voglia di sentire. E invece... Ho sentito tutto. Grazie sorellina nell'arte e nella vita, grazie Paolo, mi mancate...Sydney e' il mio purgatorio. Quando torno ci sara' il paradiso. Lo so. Lo sento. Lo vedo. Venerdi' vado al mare. Caldo, sole, bagni... spero. Nella scuola di inglese che sto frequentando, verso la fine dei corsi, ti danno un foglio con scritto il tuo nome dove i compagni di classe ti salutano e ti lasciano mail e cose varie... Una delle 125 insegnanti che abbiamo avuto mi scrive qualcosa del tipo: "Sei una bella persona, con un senso dell'umorismo eccezionale e una grande personalita'. Sono sicura che il futuro ti riservera' grandi cose...". Quando l'ho letto ho riso. Non ce la faro' mai a venirne fuori, non ce la faro' mai a smetterla di voler piacere a tutti... non ce la faro' mai... Mai... Ma, mi chiedo, cose grandi tipo metastasi gigantesache? Nooooo vero? Stamattina ho dato il mio numero di cellulare australiano al cameriere che lavora al bar dove la mattina vado a fare colazione... E' carino, sorridente e simpatico. E poi continuava a guardarmi. Mi sembrava gentile da parte mia... Quando gliel'ho dato mi ha detto: "Thanks". E' bastato per pensare che potrebbe diventare l'uomo della mia vita. Che testa di cazzo che sono.... Ma quando la smettero'? Kiska bentornata. Baronetto sei insostituibile. Anonimo mai piu' sul mio blog. Grazie. Questo posto e' sacro. The neno neno

lunedì, luglio 17, 2006

Sydney, 16th and 17th of july

Cioè domenica e lunedì. Con questa storia del fuso orario non ho ancora capito nulla. Punto uno: domani chiamo per vedere se rieseco a spostare il volo di ritorno. Punto due: venerdì vado al nord, cioè al caldo, per quattro giorni. Il nome del posto non me lo ricordo qualcosa come Cans.
Chissenefotte mica devo guidare io l'aereo e leggere le indicazioni. Punto tre: continuo a essere cagato solo da cessi. E anche in grande quantità. Porca troia. E' bello tagliarsi barba e baffi e accorgersi che nessuno ci ha fatto caso. Cosa che ho letto come: "sei talmente figo che non importa se hai peluria o meno in faccia....". Tacete. Coglioni. Domenica sera mi trascinano alle ore 5 di pomeriggio in un pub. Serata gay. Fuori dalla tristezza di Oxfort street, sta orribile zona (ma l'ho capito solo dopo due settimana) piena di locali per turisti con Spartacus sotto il braccio, e mi rendo conto che gran parte delle persone le ho già incontrate o la sera prima o in palestra. Na botta de vita.... Tra i tanti che pullulano in questo bar c'è anche un argentino, accompagnato dal fidanzato che ha conosciuto in chat due giorni prima, assomigliante a un tipo che ho beccato al plastic quest'inverno, con cui mi scambio il numero di telefono. Carino. Con una faccia di cazzo che la metà basta. Per questo mi è simpatico. Altro da dire? Oggi sono stato a vedere la biennale d'arte e alcune opere non sono nulla male. Tra cui questa nella foto. Sono infinite statuette in terracotta fatte fare da gente che il tizio ha incontrato durante 15 anni. Quando ho visto l'istallazione (tra l'altro situata in una specie di darsena risistemata e trasformata in un museo vicino al mare) ho pensato: "Ma io non avrei mai avuto la pazienza di metterle tutte in piedi una vicino all'altra". Ma cosa vuol dire? E che ne so... Ok vado a nanna, come dice mia sorella nell'arte e nella vita qui a Milano è notte. Lì a Sidney come butta? Domani mattina devo essere pimpante che genietto del male (alias penaepanico), che fa male solo a se stesso, ne sta combinando un'altra. The neno neno.
(nella foto, Asian Field di Antony Gormley)

domenica, luglio 16, 2006

Sydney, 15th of july

Il computer è acceso. E' mattina tardi. Mi sono appena svegliato. Non capisco bene cosa devo fare. Poi leggo: "....lascia perdere, dimenticati di me, io sono felicissimo. Tra noi non ci può essere nulla neppure un rapporto di amicizia". Faccio una smorfia di disapprovazione. Poi mi viene da ridere e penso: "Ma perché io sono circondato solo da gente che ha una vita sentimentale imbarazzante?". Il destinatario della mail non sono io. E' lei, la proprietaria di casa. Arriva da un fidanzato che ha avuto due estati fa in Italia. Storia consumata tra i panorami della Costiera amalfitana e poi via via scemata in un rapporto di cordialità tra una festività e l'altra... Ieri arriva sta mail. Ma chissenefrega. Andiamo a pranzare al Lounge (un bar molto carino a tre passi da casa) e improvvisamente me se mette a piangere. "Oh, Madonna ce manca de fa la Marta Flavi dei poveri anche a Sydney". Detto. Fatto. E via a consolarla, a sciorinare paginette di bignami sulle relazioni a due, a ripetere commenti fatti e strafatti (come i giovani australiani che vedrò in serata in discoteca) con mia sorella nell'arte e nella vita da 8 anni a questa parte.... Giornata magnifica. Mi sentivo a casa. A sguazzare tra un "io vorrei solo qualcuno che mi faccia stare bene, ma ci vuole tanto?", a "la mia psicologa me lo ha detto non sono due persone che si incontrano ma due storie e questo nessuno mai se lo ricorda". Minchiate di queste dimensioni che se anche dette in direzione polo sud, rimangono pur sempre minchiate. Per il resto serata da sedia a rotelle: uscito alle 8 per andare a cena da amiche di lei e rientrato alle 5 dopo bar, pab, disco and so on. Il so on è ovviamente la parte più interessante. The neno neno (in particolare a Paciugo, S., Gio, Anonimi vari, Baronetto, Virginie, Kiska e bla bla bla, che qui dicono al posto di etc etc.... ma in che cazzo de posto so' capitato?)

venerdì, luglio 14, 2006

Sydney, 13th e 14th of july

Qui non se batte chiodo. Mi sembra di capire. O meglio. Non si battono i chiodi che vorrei. Bah. Comincio seriamente a pensare di essere davvero un po' poverino. Il sospetto l'ho avuto già qualche mese fa...Ma lasciamo perdere. Oggi fa un freddo alluccinante e piove. Mi dicono che tutti i fine settimana qui il tempo fa schifo. Vorrei fare capire che probabilmente è un luogo comune, quello del fine settimana piovoso visto che anche in Italia sembrerebbe così, ma ho problemi con la traduzione. Mi limito ad annuire. Ieri sera sono uscito e sono tornato alle tre. Oggi mi hanno confermato quello che mi è venuto in mente alle due di notte: il locale in cui ero è frequentato da gente troppo giovane. Lì, possibilità di trovare un bel trentenne muscoloso e con la tavola da surf nella mutanda, mi sa che non ce ne sono. A proposito di surf.... Sento che l'ancora che ho dentro non molla la presa. Sto tanto tempo solo e la fottuta vela che mi si è incagliata dentro mi agita. Resisto. Prima o poi si trasformerà anche lei in un relitto. Pazienza. Ce ne sono tanti. Non soffrirà di solitudine. Ho scritto in questi giorni:
"......
Sono carne in mezzo alle macerie
voi le macerie
tra un fiore di loto
decido io cosa fare
decido io dove andare
decido io da quale parte stare.
Ora sono una cicala
e spreco il mio corpo
sulle vostre mani
.........."
E così accontento anche Heather. "Delle cicale cicale cicale cicale, della formica che invece non cica le mica...." The neno neno. Alla prossima.

giovedì, luglio 13, 2006

Sydney, 12th of july

Non ho pensato ai giapponesi. Non ho pensato a nulla che mi riguardasse. Oggi l'umore è spettacolare. L'Operà di Sydney è immensa vista da vicino. Poco a che vedere con le fotografie che si vedono sui libri. Come sempre. Sto scendendo le scale. Dietro di me vele di cemento e vetro. Mi passa accanto e mi chiama. Mi giro. Lo saluto. E' lui. Aaron. Il ragazzo che vive con me, che ha organizzato la festa, che è bbono come l'acqua, che oggi compie 25 anni e ha cambiato lavoro. . Ci fermiamo vicino al mare e faccimo chiacchiera. Gli chiedo se ha voglia di venire a bere qualcosa con me e mi dice ok. Mi porta a vedere una zona della città in centro (The rock) e chiacchieriamo del più e del meno. Vorrei incastrarmi nella sua bocca e appiccicarlo al muro. Ci fermiamo a bere un caffè, poi raggiungiamo la fidanzata che lavora in un locale dove suonano musica jazz dal vivo. Beviamo una birra. Insieme, tutti e tre, andiamo a casa. Fine della storia. Di una noia mortale. Ok. The neno neno

mercoledì, luglio 12, 2006

Sydney, 11 th of july

Tutto bene. Anzi no. A pensarci attentamente però sì. Qui è bellissimo. Davvero. Certo, se avesssi lasciato dietro di me il paradiso al posto dell'inferno... La mente va... Non riesco a controllarla... Ma è giusto così. Sono a due passi dal giardino botanico: a destra il sole che tramonta a sinistra ho la luna che arriva. Il cielo è terso. I turisti scattano foto. Il vento mi entra negli occhi e ferma le mie lacrime. Di gioia. Probabilmente. Sono qui. Sono io. Riconosco tutti i pezzi. Sono i soliti, del resto. Il mio corso d'inglese è una bomba. Le persone con cui condivido 4 ore ogni giorno mi sono simpatiche. Spiaccicassi quattro parole in più sarebbe meglio. Ma va bene così. Ho scarpinato come una bestia e alle 10 di sera precise precise mi sono addormentato. Giornata tranquilla. Ordinaria. Normale. Come vorrei essere io. Come sono io, in fondo. Non ho ancora capito se mi farei sbattere da un giapponese per almeno una nottata o no. Spero di risolvere il dilemma entro breve. Perché a me sti nipponici in fondo mi hanno sempre ispirato.... Va beh, domani ho qualcosa a cui pensare. The neno neno

lunedì, luglio 10, 2006

Sydney, 9 and 10th of july

Ore 3 del mattino. Sveglia per andare a vedere la partita. A Leichhardt. Il solito quartiere latino. Le due strade principali pullulano di bar ancora aperti, accessibili solo se si paga l'ingresso, (italian do it better), dotati di maxi schermi al cardiopalmo. Soprattutto quando si arriva ai rigori. La ragazza vicino a me, che peserà 86 chili e sarà alta un metro e cinquantacinque, grida: "Fate li corni, fate li corni". Io sorrido, mentre mi mangio le unghie e penso: "Vorrei che Zidane mi riempisse di testate, così...tanto per... Lo amo". Ad un certo punto sento che qualcuno sospetta che tifi per la Francia. Semplicemente perché conscio di quanto giochino meglio degli italiani, temo che ogni volta che sono nella nostra area facciano goal. Non sarà così. E Leichhardt, come l'Italia con i suo satelliti in giro per il mondo, esplode. Mi dispiace non essere a Milano. In queste occasioni, mi dispiace. Davvero. Penso ai miei amici che si stanno sgolando, mi viene un po' di magone. Penso al mondiale del 1982 quando avevo 15 anni (ora però ne ho 34...non si capisce perché). Ma il cellulare aiuta... Viva l'Italia. Viva sti quattro stronzi di azzurri. E soprattutto "facciamo li corni". Quelli che io non ho fatto prima di mettere piede nella mia scuola popolata praticamente solo da studenti giapponesi. Anzi, no. Ci sono anche 2 brasiliane e un brasiliano... Di cui non parlerò. Dio mi sta già punendo abbastanza...porca troia. Ultima minchiata poi vado a nanna. Sono andato in palestra. Ambiente, direi, interessante. Ma sto cambiando... Non voglio più piacere a tutti e a tutti i costi... Sto camb.... Mi sto sforzando di farlo. Domani vorrei anche cominciare le visite culturali... Culturali? Oh Madonna... Che fatica cambiare. The neno neno

Sydney, 8th of july

Sono le 11 del mattino. Sono in un letto che non è il mio. Neppure la casa è la mia. Mi guardo intorno e vedo i miei vestiti in terra. Ieri sera devo aver bevuto ancora una volta troppo. Che due maroni. Devo guarire da questa ossessione di avere, avere e avere. Piacere, piacere, piacere. "My name is penaepanico. Do you meet alberto?", vorrei chiedere a tutti quelli che conosciuto al party che il mio coinquilino ha organizzato. Sì, il coinquilino 25enne con cui vorrei condividere stanza e tempo. E' qui che ho incontrato il corpo con cui mi sono addormentato di cui non ho ricordato il nome. Penso al motivo per cui mi è piaciuto. Non mi viene in mente nulla a parte il sorriso. Lo stesso che ho dispensato ieri sera durante il party quando, in ordine ho: 1) versato dell'acqua in terra, 2) rotto un bicchiere, 3) versato del vino sul tappeto beige. Gente simpatica. Giovane e carina. Alcuni molto belli. Quasi tutti in attesa di andare a prendere le proprie fidanzate. Lo sapevo de portarmi una parrucca bionda. Non hanno la faccia da svegli. Secondo me sarei riuscito a fregarli. Che genietto del male sono? La festa non decolla. O meglio nessuno balla. Tutti parlano. Io compreso. Ad un certo punto mi passa accanto Jeff (o Jhon o Robert o Bill o Giuseppe?) e gli chiedo se ha voglia di venire con me al Colombian (che qui pronunciano climbin) locale in voga da queste parti. Andiamo. Beviamo. Ci baciamo. Andiamo a casa sua. Non facciamo nulla. A parte strigerci e dormire insieme. Però quando mi riaccompagna a casa in automobile e mi dice: "All'una vado a vedere allo stadio la partita di football" ho sorriso. Ok. Con questo ho chiuso. Voglio pensare a me e darci un taglio con questo disperato bisogno di piacere a tutti. Catartico. Ora vado a scuola.... Speriamo di incontrare qualcuno che ispiri. The neno neno

sabato, luglio 08, 2006

Sydney, 7th of July

Sono le tre del pomeriggio e sto ancora dormendo. Mi sveglio e ho la bocca impastata da troppe sigarette e birre ingollate. "Sono solo. Sono ancora solo", penso. Qui, a Milano, ovunque. Anche se ieri notte non lo sono stato. Ma lì è facile non esserlo. Troppo facile. Mangio una zuppa di verdura con lei, la ragazza dai capelli rossi che alla fine mi ha offerto di rimanere in questa splendida casa, situata nella parte più splendida della città, abitata da tre inglesi (lei, appunto e altri due di cui uno, ma me ne accorgerò solo domani, ispira a mille). Quello che volevo trovare prima di partire. Il mio ideale di convivenza. "I'm a lucky man" le ho detto mentendo spudoratamente. Ma forse neanche tanto. La mia stanza è una sorta di ripostiglio ricavato nell'angolo del loft. Molto radical chic. Poco chic e molto radical come mi ha suggerito lei. Giornata splendida. Il cielo è azzurro. Dopo la zuppa di verdura vado al solito Hyde Park. Devo inventare un test per un lavoretto che mi hanno chiesto in Italia. Mi siedo su una panchina. Non è che voglio raccattare ad ogni costo, ma in questa città fa molto meno freddo fuori casa che dentro. Puttana eva. Mi perdo nel mio Ipod. Mi perdo a rileggere le cose che ho scritto in questi giorni. Mi perdo negli occhi degli australiani. Mi perdo, ma nessuno viene a cercarmi. Chissenfrega. La sera raggiunggiamo un gruppo di amici in un locale stupendo con terrazze, verande e sale su diversi livelli. Stringo non so quante mani. "Hi, my name is Alberto. How are you?" e via con l'abc dell'inglese. Ricomincio a bere. Di colpo ritorno a parlare nella loro lingua. Incastro una ragazza che ha visssuto in Germania e le biascico, mentre passo con disinvoltura dalla prima alla seconda e poi alla terza birra, di tutto. Nulla rispetto ai loro standard. Sono sconvolto da quanto trincano questi. Uomini e donne senza differenza. Se avessero i marsupi li userebbero per cacciarci dentro birre fredde e barman ponti a preparargli cocktails di ogni tipo. Sono felice. Mi guardo in giro. Mi piace. Soprattutto un suo amico. Va beh....ma questo è un altro discorso. "Non vedo l'ora di togliermi da dosso questo fottuto sonno", penso prima di risalire sul taxi in direzione casa mia. Ora lo posso dire. The neno neno (Virgine, solo quando ho visto il boomerang ho capito... E tre giorni che mi arrovellavo e dicevo: "Mah...").

venerdì, luglio 07, 2006

Sydney, 6th of July

"Ok, ci vediamo a casa tua alle 8, a dopo". Chiudo il telefono. Sono le 7 di pomeriggio. Gironzolo ancora fuso (orario) per Oxford street. Ho nella borsa giornali di tutti i generi: gratuiti, gossip, gay, inserti e quotidiani. Mi fermo in un bar rigorosamente in bella vista. Sono una mignotta nata. Bevo un tea, dò un'occhiata alle riviste come se controllassi la lingua più della mia autostima, sorrido a chi passa. Nessuno mi guarda. Amen. Torno a casa mi preparo. Non so che faccia abbia questo amico, di un'amica di mia sorella nell'arte e nella vita. So solo che avendomi invitato a casa sua o è un figo della madonna super sicuro di sè o ha una casa della madonna ed è super insicuro di sè. Non approfondendo l'argomento. Capite ammè. Dopo cena fumo due sigarette sul suo terrazzo con vista sulla baia. La sua casa è splendida. Ricapite ammè. Usciamo. andiamo in un bar semi vuoto ma molto carino a bere un drink. Poi lui se ne va. Lo accompagno. Ci salutiamo. "Thank have a nace night". E dopo questo mi perdo. Entro in un bar bevo una birra, poi un'altra, poi un'altra ancora. Fumo. Due tizi molo simpatici mi abbordano. Parlano con me. Tanto. Troppo per quello che capisco. Mi offrono da bere. Mi fanno i complimenti. Il biondo infila le mani sotto la camicia, tasta gli addominali e fa segno di approvazione con la testa. Io rido. Mi sono simpatici soprattutto perché ad un certo punto mi chiedono: "Ma non sei infastidito da noi che ti abbiamo incastrato in questo angolo a parlare". Sono carini. Cessi ma carini. A questo punto penso che potrei anche andare a letto con uno di loro. In qualche modo devo sdebitarmi... Non lo faccio. Alla fine il biondo furbetto mi saluta e mi bacia appassionatamente. Lo lascio fare. Sono a Sydney. Sono in vacanza. Sono ubriaco. Ho dodici anni. Non so come, ma mi ritrovo a ballare in camicia sul palchetto del locale. Io e una tizia che mi ha trascinato su che sa di australiana. Sembra la Pausini. Glielo dico e lei mi gurada come se le avessi detto assomiglia a mia zia. Vedo intorno a me tanti occhi che mi puntano. "Ci siamo", penso. "Lo show di sempre: il tuo ego in pailettes se la gode mentre calpesta tutto quello che trova". A questo punto mi fermo. Quatto quatto esco da quell'arena di risate fittizie e cambio direzione. Ne prendo un'altra. Ma anche questa volta sono io che dirigo. Troppo. Qui è stupendo. The neno neno

mercoledì, luglio 05, 2006

Sydney, 5th of july

Ho la testa in giù. Come mi ha scritto mia sorella. Sydney è dall'altra parte del mondo. Fa freddo. Soprattutto nelle case che non hanno riscaldamento. Ho voglia di lei. La voglio sentire mia. Cammino per Hyde Park. Sono appena arrivato. Il sole se ne sta andando. A differenza dello sguardo di un ragazzo biondo dagli occhi azzurri che non mi vuole mollare. Lo faccio io. Sono troppo stanco per dare ossigeno alle mie solite malefatte sentimentali. Non riesco mai a stare sul dolore. Neppure questa volta che è più forte del solito. Non riesco. Non ce la faccio. E' la mia difesa. Sopravvivo. Forse è per questo che non riesco a volare. Amen. Mi sento più forte. Non so perché. Mi sento pronto a divorare questa città di grattacelli e night club, di spiagge congelate e saune per soli uomini. Domani vado in palestra. Comincio da lì la mia corsa. Ieri mattina mi sono svegliato alla 5 e ho raggiunto Leichhardt il quartiere italiano dove sono stati messi dei maxi schermi per seguire la partita Italia Germania. I miei occhi sono stati rapiti per 1 minuto da un ragazzo giovane, ricciolo e con gli occhi neri come il carbone. A un certo punto ha detto qualcosa al suo amico, e lì ho scopro che sono italianissimi, del tipo: "quello con la giacca di pelle mi sta fissando mi ha preso per finocchio?". E l'altro gli risponde: "Finché non ti bacia lascialo fare", o qualcosa del genere. Poesia, per le mie orecchie da mesi abituate ad altro. Viva l'Italia. Viva Totti. Viva i canguri con l'accento calabrese. The neno neno è tornato. Hip hip ultrà
(nella foto, festeggiamenti a Leichhardt)

venerdì, giugno 30, 2006

Vero sorellina?

Fuori si schiatta. Dentro si muore. Il caldo mi fa mancare l'aria. Quello che ho dentro il respiro. Sono abituato alle mie estati torride. Peccato che non bruciano mai tutto. Cosa mi metto nella valigia per andare a Sydney? Sto facendo la cosa che più amo fare: sfidare me stesso. Le mie paure, le mie insicurezze. La mia voglia di fare e disfare contemporaneamente prende una pausa di circa un mesetto. Me ne vado nella terra dei canguri con l'idea di non vederne neppure uno. Odio la natura e gli animali. Se ad un certo punto comincio a scrivere in inglese significa che mi avete perso. Non succederà. Purtroppo. Ok. In fondo sono fortunato: non parto mai solo. Ci sono anche loro: pena e panico. So già cosa mi aspetta: passerò i primi tre giorni a piangere e poi di colpo comincerò a stare bene. Lo faccio sempre. Anche quando mi sposto da Milano a Brescia. Poi, superato il jet lag, la depressione da arrivo, quella da abbandono, e circa altre 32 patologie non ancora individuate dalla medicina contemporanea comincerò a rilassarmi e a chiedermi: Ma cosa ci torno a fare a Milano? Sono un inferno... Vero sorellina? nano nano

giovedì, giugno 22, 2006

Bugie

Fa caldo. Scendiamo dall'aereo insieme. Prendiamo il treno che ci porterà, ma noi non lo sappiamo ancora, alla deriva. Nella testa un test. Due test. Tre test. Infiniti test. Continui: quello del sangue, quello del cuore, quello del sistema nervoso, quello della crema antirughe che ti sei appena spalmato e non hai la più pallida idea se funzioni o no. Siamo lì. Uno di fronte all'altro. Tu in gabbia che vuoi ringhiare, ma non trovi un pretesto valido. Io con il biglietto in mano di uno zoo che non volevo vedere. Sei bellissimo. Lo so. Ma i tuoi occhi non dicono la verità. Come i miei pensieri. Del resto. Mentre mi scaraventi in faccia le tue certezze il mio sguardo si gira verso una camicia bianca. La stessa che mi dirà, poi: "ci siamo già visti". Ma io non vedo nessuno. Tranne te. E chissenefrega se anche questa è una bugia. Palermo è stupenda. Come le lacrime che mi hanno bagnato davanti alla cattedrale, nelle vie diroccate dei mercati, tra una panchina e l'altra dove ti ho trascinato per farmi abbracciare. Ma tu non l'hai fatto. Non l'hai fatto mai. Ci sediamo. Accetto il tuo tranello. Voglio chiudere questa partita. Esco sconfitto. Volo. Mi sento leggero. Sto rinascendo. Penso a Kiska. Tu urli, imprechi e tremi. E mi freghi ancora una volta mostrandomi la parte che più amo. Vorrei catturare almeno una delle tue frasi e tenerla per sempre dentro di me. Ma io non ti ascolto. Vedo solo i tuoi occhi terrorizzati. Sono un mostro. Lo so. Ti amo. Non lo sai. E chissenefrega se non è la stessa cosa per te. Vedo che te ne stai andando via da me e non ho più la forza per trattenerti. Con un'altra bugia magari. Chissenefrega. Non ha senso tutto questo. Bisogna essere in due per fare una coppia. Lo so. E' tutto finito. E' tutto chiaro. E' tutto normale. Non piango più. Ho voglia solo che qualcun altro salga sulla mia carretta sgangherata. Ora. Adesso. Immediatamente. Questa volta andrà sicuramente meglio. Lo so. I test sono finiti. Tutti. Alby non esiste più. Tu tornerai dove ti ho incontrato e ricomincerai da capo il tuo viaggio verso te stesso. Io mi fermo, come si è fermata la tua stretta in quel mulino vicino al mare. Aspetto. Che arrivino. Che salgano. Che mi travolgano e mi portino via. Le mie bugie. Lontano. Nano nano amore mio.

lunedì, giugno 12, 2006

C'è il nulla. Si parte

"Ci siamo. Lo sapevo. Me lo hai detto. L'avevo capito. E' vero. Il tuo discorso non fa una piega. Le tue parole hanno la verità addosso. E' precisamente così. Tu ci sei. Io ci sono. Ma insieme siamo due tessere di mosaico impazzite che vogliono occupare l'unico spazio rimasto. Meglio dividersi. Tu verso il tuo pubblico silenzioso che sgrani gli occhi appena apri bocca. Io verso tante braccia protese interessate solo a stringermi. "Domani è un altro giorno". "Francamente me ne infischio". Mi verrebbe voglia di dire. "Ti voglio bene". Ma chi se ne fotte. Del tuo bene non me ne faccio nulla. Lo sai. Il tuo bene e niente senza di te. E' tutto vero. E' tutto chiaro. Noi due non abbiamo nulla in comune. Nulla. Eppure quando mi hai detto alla prossima, ti sei girato e ho visto la tua schiena, mi sono ritrovato in un burrone. E lontano, in alto una luce che aveva il tuo nome. Non so perché. Non mi hai lasciato nulla. Non ci siamo mostrati nulla se non gli aculei per difendere le nostre anime fragili. Se non bugie per nascondere le nostre verità. Nulla. "Ti voglio bene". "Domani è un altro giorno". "Francamente me ne infischio". Perché il nulla è la migliore partenza quando si è in due. Cosa ci vuole a capirlo?"
(da Agua Viva, di Stella Fraga Simpson. Edicion Copa Cabana)

martedì, giugno 06, 2006

Nanos nanos

Vedere Carmen Maura che fa la nonna è un colpo per chi come me è cresciuto sotto le grida di donne al bordo di un attaco di nervi (eravamo nel 1988). La stessa cosa è successa quando quest'anno ho visto Jessica Lange, per me rimasta per sempre sospesa sulla punta dell'Empire per mano dello scimmione, riportato sul grande schermo nel 1976, in Broken Flowers dove fa una delle donne del tizio protagonista. Un colpo quando Carmen Maura appare con i capelli lunghi, opachi, bianchi, le mani rugose e il viso segnato. Quanti cazzi di anni sono passati? Ho pensato. Volver. Un'altra poesia di Almodovar. Un'altra storia di donne raccontata con la solita leggerezza del regista spagnolo che sfiora temi pesantissimi e te li soffia addosso come tanti coriandoli colorati. Ognuno con un dramma appesso. Come gli amori di Traslocando. Una poesia che si racchiude tutta in una frase. Quella finale che recita: "I fantasmi non piangono". Come dire: se ci sei, se vivi non puoi evitare di piangere. E si esce dalla sala con tanta, tantissima voglia di sciogliersi in lacrime. E non importa se non si fa perchè si ha paura a farsi vedere. Ieri ho scoperto la mia patologia. Sono ego timido. Che è come dire autistico ipercinetico. Credo. Va beh... lasciatemi piangere. Che oggi sono felice. Nanos nanos
(nella foto, Penelope Cruz in Volver)

mercoledì, maggio 31, 2006

Mi vedo

Mi vedo. Sorrido. Ammicco. Sono tutti lì a guardarmi. Mi applaudono. Sono il più bello, sono il più bravo, sono il più intelligente. Tu ridi. Ti gongoli. Ti consoli. Ti rivedi in un bambino piccolo dagli occhi chiari, dalla testa grande e dalle gambe corte. Il circo non c'è. Il clown fa piangere e poi non piace a nessuno. La donna cannone è esteticamente fastidiosa. Eliminata. Belve, tigri, furie, solo dentro di noi. Mi vedo in uno sgabuzzino pieno di cartacce e libri che guardo una bicicletta da corsa troppo grande per essere cavalcata. "Non vedo l'ora che si rimpicciolisca", penso. Io immobile. Il resto modificabile. Avrei dovuto aspettare, ovviamente. Ma un giorno, ne ero sicuro, su quelle due ruote tenute insieme da un tubo di ferro e da un volante curvo ci sarei salito. Sono il più bello, sono il più bravo, sono il più intelligente. Io bello. Io bravo. Io intelligente. La claque si fa sempre più ampia. I consensi sono alle stelle. Posso andare in tournèe. Zie, parenti, amici il pubblico pagante. Clienti, negozianti, e curiosi quello consenziente. La luce mi acceca, l'occhio di bue si fa sempre più stretto. Io, chiaro. Intorno a me il buio. Poi, di colpo stop. Blackout. Tilt. Defaillance. La bici è sparita. Non so dove sono. Non so cosa ci faccio lì. Gettato in un mondo in bianco e nero. Solo. Corro. Mi inciampo sulla mia ombra. E cado. Mi fermo. Senza nessuno che mi sollevi. Non sento più applausi, non vedo più claque, il cono di luce è infinito e prende dentro tutti. Donna cannone e clown compresi. Vado in astinenza, ho bisogno della mia droga, di sguardi appesi ad un filo salvati da me. Ma il mio pusher è sparito, ha cambiato lavoro. Non si dedica più a me. Ho 14 anni e ho davanti a me l'infinito. Buon compleanno mamma.

giovedì, maggio 25, 2006

Chiuso per inventario

Melanie Moore a Markette parla di scarpa e vagina. Su ItaliaUno quelli di Lucignolo stanno facendo il solito viaggio nel mondo della notte tra sesso a pagamento, corpi da masticare avulsi da diete e chirurgia estetica. La voce fuori campo parla di carne che si vende. Anche io, come gran parte del mondo, vendo la mia al mio datore di lavoro. Ma nessuno grida allo scandalo. Nessuno viene qui con una telecamera a sbirciare la mia vetrina. Chiuso per inventario. Eterno. Nano nano.
(Nella foto, Macelleria, Annibale Carracci, 1580)

venerdì, maggio 19, 2006

Le fil rouge

"Io odio l'estate. Tornerà un altro inverno. Cadranno mille petali di rose. La neve coprirà tutte le cose e forse un po' di pace tornerà....". Sudo. Sento le zanzare. Sotto il piumone del letto, che non ho voglia di togliere, fa un caldo bestia. E di toglierlo per due fetide lenzuola non mi viene neppure in mente. Almeno ora. Ci siamo. Inizio a dormire male, senza abbracci, a non avere voglia di uscire, di finire le giornate a guardare dal terrazzo il cortile interno del palazzo dove abito e pensare: "Dio bono, un'altra estate, altri mesi grondanti di sudore a dire che cazzo ci faccio qui a Milano, perché non sono ai tropici, ad Ibiza, in un dammuso pantesco a fottere come una puttana con la persona che amo". Sì, d'estate dormo da cani e odio uscire. Troppo vociare per le strade. Troppe ali nell'aria. Troppe domande a cui rispondere. Oggi mi arriva un sms che mi chiede educato: "come va?". "Bene", rispondo. "Ho appena trombato. Ed essendo sesso dipendente e vuoto come un otre appena mi riempiono ritrovo il sorriso. Il dramma è quando finisce l'effetto. E tu?". Pochi minuti dopo ne arriva un altro simile. Digito: "Bene. Come sempre. Mi sembra di essere in mezzo ad una piazza fermo e davanti a me un dedalo di strade. E io che non so quale mi piacerebbe prendere. Neanche quale prendere. Ma quale mi piacerebbe prendere. Per il resto da dio. Il problema è che non ho capito bene cosa sia il resto. Ti voglio benissimo...". Non mi ha ancora risposto. Deduco che abbia fatto una pennica prima di arrivare in fondo. Come biasimarla. Con 1982 abbiamo parlato di sogni, di amori ideali, di principi e principesse scarlatte con sotto la tutina azzurra. Fino a poco tempo fa volevo farci entrare in questa smilza tutina azzurra gli amori distratti e caracollanti che mi passavano accanto e che catturavo all'ultimo momento. Ora non faccio altro che sistemare, allargare, plissettare, questo dannato cencio scolorito affinché chi ho vicino ci entri e si senta coperto. Protetto, avrei detto in un altro momento. Ma mi sa che i risultati sono gli stessi. Vacui, inani, vuoti. Un po' come me, forse. Noi siamo il fil rouge della nostra vita. Ecco perché gli unici che hanno capito tutto sono Dolce e Gabbana. Oggi (ieri) è il compleanno di mia sorella nell'arte e nella vita. Ha ricevuto un mazzo di fiori. Ed è tornata rabbiosa. Ed è il regalo più bello che poteva farmi. Lei a me. Ovviamente. Essendo il suo compleanno. Senza di lei la mia vita sarebbe una merda. Non mi stancherò mai di dirlo. A proposito di compleanni , è venuto in mente che il mio è ad agosto. Agosto. Che è estate... nano nano

lunedì, maggio 15, 2006

Artisti carogne

Periferia di Milano. Nord. Nord-est per la precisione. Bicocca. Che detto così fa molto quartiere romano. Sabato pomeriggio. Fa caldo. C'è una brezza primaverile che quando ti soffia addosso sembra che si porti via tutte le nefandezze che hai dentro. Non è così. E' un vento bastardo capace di ingannarti ogni volta. Quintali di mattoni e cemento vestiti di nuovo sostengono a fatica un'area urbana rivalorizzata a suon di tecnigrafi e frasi ad effetto. Qui ci sarà il futuro. Qui ci sarà il domani. Qui ci sarà sempre il sole. Qui ci sarà eternamente la bella stagione. Dicevano. Non so se è così so solo che è sabato pomeriggio. Fa caldo. C'è una brezza primaverile che quando ti soffia addosso sembra che si porti via tutte le nefandezze che hai dentro. Ma in giro non c'è nessuno. Neppure intorno al gigantesco contenitore di schermi. Vicino, carcasse di fabbriche abbandonate, alte, grandi, vuote e buie. E alberi. Alberi che hanno visto passare sotto le loro fronde migliaia di esseri umani pronti a sacrificarsi per far crescere un sogno. Lo stesso che diceva: questo è il futuro. Questo è il domani. Questo è il sole. Questo è la bella stagione. Ora, cioè domani, uno di questi parallelepipedi infiniti è diventato una galleria d'arte. Contiene mostre, vernissage, esposizioni. Prima conteneva mani sporche, tute da lavoro, acciaio e corpi sudati. A questo punto, forse ha ragione Marx. Forse il signor Cipputi è un artista e forse la storia delle grandi metropoli lo sta confermando. Del resto finora non è mai successo il contrario: nessun museo si è mai trasformato in una fabbrica. Artisti carogne tornate nelle fogne. Potere operaio. Nano Nano
(nella foto, Università degli studi di Milano, Bicocca)

venerdì, maggio 12, 2006

Voglio i tuoi occhi

"...Per tornare a noi, ogni tanto capita di non fidarsi più, le persone si trasformano, nella tua mente in marionette, come pupazzi, ai quali fai eseguire i movimenti che vuoi. O meglio, le tue paure muovono queste marionette, questo tuo teatrino interiore, secondo una sceneggiatura preordinata, che termina puntualmente con la realizzazione del tuo dramma preferito: scomparire dalla faccia della terra. Così, prendendo coscienza di questo, capita che io ti trasformi in un burattinaio sadico e ti odi. Ma poi tu torni a consolarmi, mi capisci e mi ami; e poi guardo i tuoi occhi, in fotografia, rassicuranti come l'ultima volta. Stringo un patto con il diavolo, voglio i tuoi occhi, di nuovo e a tutti i costi. Fumo una sigaretta per sancire questo patto, amore mio, ma poi scopro atterrito, che sei tu il diavolo...".
Pier Vittorio Tondelli, Camere separate, 1989.
(Nella foto, Robert De Niro interpreta Louis Cyphre in Angel heart, 1987)

lunedì, maggio 08, 2006

Atrapado

..."Atrapado, moribundo con esta gana de bailar contigo....Dame jaleo aleo aleo aleo oooo"... Sono stato al concerto di Ricky Martin. Solo il giorno dopo mi sono ricordato che canta. Mica mi ero accorto durante il florilegio di movimenti di braccia, collo, gambe, bacino, pettorali, muscoli a cui ha assistito lo strapieno DuchForum di Assago. Rapito dal portoricano devo avere annullato tutti i miei sensi per concentrarmi sull'unico che meritava di essere lì con me: la vista. Comunque.... Dopo la Cucca è arrivato Ricky. Per fortuna Cristina D'Avena non è in tour... Ieri pomeriggio c'è stato quel convegno sugli anni '80. A parlarne c'eravamo io (penaepanico), Ivan Cattaneo, Max Novaresi, Francesco Specchia (Libero) e Luca Dondoni (La Stampa). Che detto così fa molto Bulgaria. Replay, che c'era, mi ha confidato che avrebbe voluto chiedere: "il fatto che il 60 per cento di voi sia gay a qualcosa a che vedere con il decennio che state rappresentando?". E io ho pensato: "60%?". Sono un ingenuo dal cuore d'oro che fa il duro per non morire. Forse come lo è 1982 che qualche giorno fa mi ha mugugnato: "...non vedi che sono solo un bulletto di periferia?...". Non posso stare senza di lui. Nano Nano
(nella foto, Ricky Martin con il suo personal trainer)

venerdì, maggio 05, 2006

Cucca(to)

Sweet Charity, il musical con Lorella Cuccarini, non è nulla male se durasse 20 minuti. Dura 2 ore e mezza. Nano nano

giovedì, aprile 27, 2006

80's fetish

Telefilm festival 2006 (da venerdì 5 maggio a domenica 7 al cinema Apollo di Milano). Tra un telefilm e un un dibattito vi segnalo, ed è inutile spiegare il perché, (per il resto c'è www.accademiadeitelefilm.it) l'incontro di domenica 7 maggio, alle ore 17.00, con "Gli indimenticabili anni '80". Un viaggio tra moda, costumi, modi di dire, musica e feticci di un’epoca che sta tornando prepotentemente alla ribalta. Tra i relatori: Fausto Brizzi, il regista del film-evento "Notte prima degli esami"; lo stilista Elio Fiorucci; il deejay-giornalista Luca Dondoni; il critico tv Francesco Specchia; il cantante Ivan Cattaneo; il giornalista esperto di feticismi Alberto D'Amico, il deejay Max Novaresi. Petra è la moderatrice.

Il tizio esperto di feticismi è talmente esperto che chiede a voi una mano (la mano è un feticcio? mah....). Me date na lista de fetish targati anni '80 (no moda, no musica, sì televisione, oggetti, giochi, libri, film etc etc)? nano nano

(nella foto un fresby)

venerdì, aprile 21, 2006

Maledetto Carter

Nick Carter: "Tu non sei Penaepanico, tu sei Stanislao Moulinsky in uno dei suoi (quasi) perfetti travestimenti". Stanislao Moulinsky: "Ebbene sì maledetto Carter, hai vinto anche stavolta". Ten: "Dice il saggio: tutto bene ciò che finisce bene". Patsy: "E l'ultimo chiuda la porta". Che meraviglia. Aspetto con ansia questo momento. Che qualcuno mi dica che non sono io, ma Moulinsky. Supergulp. Nano nano

martedì, aprile 18, 2006

Tropposfera


La mente è libera. Vola. Vorrei andare a vivere in Spagna. Vorrei scrivere un romanzo. Vorrei tenerti per un bel po' con me. Vorrei sempre sentirti qui accanto. Volo insieme alla mia mente. Ora sono a Shanghai con mia sorella nell'arte e nella vita. Fra due minuti sono a New York, per vedere i colori di Central Park, domani andrò a Tokio a farmi una scorta di fiori di loto. Ma devo fare presto. Un regista di Bollywood mi aspetta con un mio racconto in mano. Lo stesso che l'altro ieri in Brasile ho consegnato a Gilberto Braga. Volo, senza paura, senza rete sotto, solo con le mie ali di piume e cristalli. Sono in alto, oltre la troposfera che in questo caso dovrebbe avere due p. Effettivamente sto esagerando. Ok. Smetto di sbattere le ali. Mi fermo. Saluto il pubblico pagante. E torno sulla mia terra. Uffa che noia. Fra un po' sono in onda....nano nano

martedì, aprile 11, 2006

Troni e scanni

Ok. Per un po', non so per quanto, è fuori dal cazzo. Via. Spazzato via dalle sue stesse leggi. Via. Fottuto con le sue stesse mani e con l'appoggio di quel manipolo di assetati di potere che sono i suoi soci. Essendo un impresario ha soci, non alleati. Via, come una doccia fredda, la stessa che ha vanificato di colpo il sogno di chi si è addormentato davanti agli exit poll taroccati e si è svegliato di fronte a più pragmatiche e deprimenti proiezioni. Taroccati dagli stessi che, irrespettosi delle passioni, del lavoro e perché no, in fondo anche delle istituzioni, hanno nascosto il loro voto raccontando bugie ai sondaggisti che altro non facevano che il loro mestiere. Vorrei avere il nome di questi stronzi e fargli capire la differenza che c'è tra un televoto del Grande fratello e le elezioni politiche, tra una televendita e un programma elettorale tra un trono e il suo tronista e uno scanno e il suo onorevole. Ma mi sa che non capirebbero. Sarebbe tempo sprecato. Forse solo attraverso un condono alla demenza, ai condoni sono abituati, coglierebbero quelle sfumature di cui i cervelli umani si nutrono. Almeno quelli di quasi la metà degli italiani. Per gli altri non garantisco. Non posso garantire che tutto funzioni quando si bevono le idiozie di un idiota. Ne ha sparate più lui in 5 anni di un bracconiere in tutta una vita. Eppure, quell'uomo dall'intuito veloce e dalla mano lesta, soprattutto a distribuire tangenti per fare i suoi porci comodi, affascina. Affascina il suo cerone, le sue scarpe con tacco interno, i suoi capelli tinti, i suoi lifting, la sua bulimia di starlette da ripassare come i compiti delle elementari. E poi ci si scandalizza di Vladimir Luxuria. La verità mi sa che è solo una: l'Italia dei pretacci e dei codini abituata a peccare e a pentirsi continuamente (basta questo del resto per tornare puri davanti agli occhi del nostro buon Dio) vede in lui l'uomo del riscatto, quello che unto dal signore, appunto, può peccare e ripeccare all'infinito. Sicuro che ci sarà sempre qualche poveretto che vive nella casetta a schiera con giardinetto, caminetto e sottotetto (generalmente abusivo), disposto a spellarsi le mani per applaudirlo. Per questa parte di italietta cresciuta a Gazzetta dello sport e televisione in cucina lui rappresenta il sogno raggiungibile. Per l'altra metà l'incubo da cui uscire. Grazie Tremaglia. Viva i fasci. Il nano è riuscito a farci dire anche questo. Pazzesco. Ciao
(per questa volta niente Nano Nano. Non ce la farei)

(nella foto, Pluto. Avrei votato anche lui se si fosse presentato come leader del centro-
sinistra)

martedì, aprile 04, 2006

Fuerzas armadas revolucionarias

Sole. Primavera. Venticello. Umore nero. Come la luna di quella merda di gioco che si chimava La Zingara condotto da quel pagliaccio che si chiama Cloris Brosca. Non so perché ma la primavera mi rende più nervoso del solito. Tutti sono felici e io mi deprimo. Ovvio. Credo che tutto il mondo sia felice e non lo sopporto. Ovvio. La mia insicurezza è tale che sono convinto che chiunque, anche il primo topo di fogna che mi si palesa al parco Lambro, abbia una vita migliore della mia. Ovvio. Sono frustrato. Ovvio. E non scomodiamo Freud. Lasciamolo lì, pronto ad intervenire su cose più serie. Che è meglio. Ho letto sul Corriere della sera di oggi (pagina 19, esteri) di Clara Rojas, la tizia sequestrata dalla Farc (no, non c'entra nulla con la Fnac, non è stata sequestrata da un libraio isterico) in Colombia insieme con Ingrid Betancourt, che ha avuto un figlio dal suo sequestratore. 42 anni, avvocato l'hanno rapita il 23 febbraio del 2002. Il guerriero è stato allontanato dalla donna e non si hanno più notizie. Non so perché (questa volta però davvero) ma sono sempre rimasto affascinato da queste storie d'amore (non c'è traccia di violenza i due, testimonia il giornalista che ha dato la notizia, si sono innamorati). Forse perché l'amore diventa l'unico strumento per sopravvivere in determinate situazioni. O forse perché è il sentimento, in fondo, più vicino all'odio, e ha quasi sempre le stesse dinamiche. Ecco perché insisto nel dire che odio il mondo che mi circonda. Sono un patetico e fottuto romantico. Probabilmente in cerca del suo rapitore. Da domani, però, torno in analisi. Nano nano.
(nella foto, Channing tatum. Così immagino il mio sequestratore)

mercoledì, marzo 29, 2006

Ecliss(ato)

Facciamo il punto della situazione. Oggi c'è il sole. Domani chissà. Ho appena sfogliato il nuovo Grazia. E mi viene da vomitare. Ma questo succede molte volte nell'arco di una mia giornata. La mia attività principale, ultimamente, consta nel guardare il calendario, sfinirmi sui siti internet delle compagnie low cost e tentare di beccare qualche volo a meno di 60 euro (andata e ritorno). Andrebbe bene, a questo punto, anche un Milano Brescia. Date disponibili da qui al 2012. Ovviamente non trovo mai nulla se non offerte di 5 euro per metà andata e 299 l'altra metà e il ritorno. Uno strazio. Peggio di quando mi alzo la mattina e guardo invidioso il lenzuolo. Ieri ho dovuto fare un lavoretto dove mi sono concentrato per due orette scarse. Alla fine ero sfinito. Mi sa che quando ricomincerò ad impegnare i miei due vagabondi neuroni avrò bisogno di un'unità medica a disposizione. Alternerò iperattività a narcolessia. Lo sento. Farò una brutta fine. Certo, tornando a ieri, è' stato bello rientrare a casa e trovare la cena pronta: insalata mista, pesce con contorno agrodolce, farro con patate, vino e torta al cioccolato. La torta l'ho portata io. Il resto l'ha fatto lui... nano nano