venerdì, ottobre 27, 2006

Cellulite tua sorella

Robbie che quando si drogava ha fatto sesso ovunque si trovasse, Cayetano Rivera Ordonez che a suon di muleta sta facendo impazzire la Spagna, il testimonial del profumo Gess man e l'apparecchio acustico leopardato. Sono queste le notizie più interessanti dei magazines di oggi. Ieri riunione gruppo new media, al quale io appartengo. Parlano un po' tutti quelli che contano. Anzi che sanno contare. Almeno fino al 3. Qui è già abbastanza per avere incarichi dirigenziali. Discorsi molto interessanti che strizzano l'occhio al futuro. Del tipo: Internet è il domani. Sì, e Gina Lollobrigida deve ancora nascere. Va beh. Questi sono i livelli. Il più interessante di tutti era un tizio in fondo, seduto in un angolo, munito di Ray Ban a specchio, ingrugnito con la vita e con il mondo che lo circonda. Io. Comunque, mi chiedevo: ma se si ravana nella parrucca della Gina salta fuori un ovetto de dinosauro o che? Grandiosa: si sposa con un tizio che ha 34 anni meno di lei. Sembra che le infileranno una spina nel culetto e che si accenderà tutta. Così risparmiano sulle decorazioni della torta nuziale. Lui è un semi cesso, Alejandro Inarritu, invece, non è male per nulla, vero? Ho passato due giorni a Rimini. Giornate stupende. Riposato. Ritemprato. Al lavoro una collega mi ha chiesto: "ma hai la cellulite?" Le ho risposto: "La cellulite l'avrai tu. E comunque non ho neppure le mestruazioni, caso mai fosse la successiva domanda che vuoi farmi". Ultima cosa poi stacco: qualcuno sa dirmi, a parte al cinema, dove posso incontrare Gael? Nano Nano
(nella foto, Gael Garcia Bernal)

lunedì, ottobre 23, 2006

Il pastorello di Fit(ima)

"Non ci penso nemmeno". "E' stupendo". Due frasi divise da una fila di armadietti, da più di un mese e mezzo di tempo, da un'infinità di cose che non vanno come dovrebbero andare...Porca Troia. Spogliatoio. Lui ha appena fatto la doccia. Io con un’indifferenza traballante lo guardo con la coda dell’occhio. Tutte le parti di me si staccano e vanno da lui. Divento l’ologramma di me stesso. Lui è in un angolo. Fa il boxeur. Io la sciacquetta che scandisce i round su una lavagna di cartone. E' depilato? Abbronzato? muscoloso? Sta da dio? Ha dei segni sulla pelle? Non lo so. Non mi ricordo. Mica sapevano rispondere a tutte ste domande i pastorelli di Fatima? Perché per me lui è un po' come la Madonna. Ha quel ghigno fottuto, quando mi avvicino, nel quale mi perdo. Probabilmente non vuol dire nulla. Ma io in quel sorrisetto ci vedo la Treccani. Praticamente tutto. Ho il cuore che va a 200 all'ora, mentre il resto ha messo la retro.
Vorrei immobilizzare tutti quelli che ho vicino e catapultarmi come un kamikaze (produzione Mattel) sui suoi aculei di peluche . E’ un grande. Perchè riesce ad essere tremendo e dolcissimo in meno di un nano secondo. E io puntualmente vado in tilt come se fossi da Zara il primo giorno di saldi. Non può essere tutto così pesante. Non può essere tutto un lamento. No. In fondo non sta facendo nulla di male: non mi vuole. Cosa ci sarà mai di strano? Voglio alleggerire il clima. Voglio portare la temperatura da –36 gradi a +2. Che per il mio termometro dei sentimenti e come essere ai tropici. Mi avvicino e mi rivolgo al fascio di luce bianca che mi inonda quando lo guardo. “Vuoi prendere un aperitivo con me?”. “Non ci penso nemmeno”, sentenzia la sua voce. Non so se lui c’era quando gli ho fatto questa domanda. Forse stava già camminando su qualche acqua o resuscitando qualche morto, o moltiplicando qualche pesce. No, cazzo i pesci no. Lo amo. Lo amo. Lo amo. Sono la sua croce? Puttana troia e allora che si inchiodi a me. Poi ci penseremo. Mi giro e torno da dove sono venuto. Sono sicuro che quello che trasmetto non è quello che vorrei. Lo so. Ma sempre dopo. Depongo la mia scimitarra, mi metto davanti allo specchio per uscire per sempre dalla sua visuale e capisco che quel bastardo di Cupido mi ha rifilato delle frecce avariate. Fanculo anche a lui. Mina, di cui la mia collega ha il numero di cellulare, ma lasciamo perdere, canta: “Ti ho trovato un giorno sotto casa e mi hai detto scusa senti io non penso ormai che a te dimmi solo se hai voglia di un momento insieme a me o io posso sparire adesso una foglia che alza il vento”. Ecco, in quel cesso di spogliatoio mi sono sentito la foglia che se ne sta andando a fare in culo, alzata dal vento. Poi, però, mentre nudo come un topo di fogna mi spalmo la crema, lo vedo allo specchio e sento: “Ciao Alberto”. A quel punto mi giro, almeno credo, e vedo di nuovo la luce. Accecato sibilo anche io un saluto. Ave, Maria...(senza accento, in questo caso). A quel punto contemporaneamente: mi vesto, sbatto tutto dentro la borsa, controllo di non aver dimenticato nulla, faccio le scale, accendo la moto, esco dalla palestra. Trafelato aspetto di ricompattarmi. Poi, mi guardo in giro. Ma lui non c'è. Non mi sta aspettando. Se ne è andato. Sono talmente pirla che mi illudo che mi stia spiando da qualche parte. Mi faccio tenerezza da solo. Purtroppo. Nano nano.

martedì, ottobre 17, 2006

...ma chi veste H&M non è coglione

Due cagate in due sere è troppo. Anche per chi è in versione pulp. Anche per chi è in versione "non me ne fotte nulla di niente" anche per chi ha paura di volare. C'entra nulla ma ci sta da dio. Il diavolo veste Prada e Scoop. Il primo non ho capito dove e perché faccia ridere. La battuta più bella rimane: "Ma Gabbana si scrive con due b?", tanto improbabile quanto divertente. Il resto è un tritacarne di banalità che cominciano con la prima apparizione di lei Anne Hathaway, ovvero la Julia Roberts dei poveri che poi alla fine diventa l'Elisabetta Gardini dei benestanti. Immaginatevi il cambiamento. Da toccarsi i coglioni appena si trasforma. Meryl Streep sembra la caricatura di Glenn Close quando interpreta Crudelia DeMon ne La carica dei 101. Vedete un po' voi il risultato. Non commento i dialoghi. Le seicento signorine della moda, appena sbarbate per l'occasione, che erano lì imbambolate davanti al megaschermo, sicuramente avrebbero fatto molto meglio. Anche a domandarle una battuta a testa. Sorvolo sulla trama che è la stessa identica cosa che hanno fatto gli sceneggiatori. Mi sa. Scoop invece è la versione liofilizzata dell'altra semi minchiata che ha diretto l'anno scorso Woody Allen: Match point. Con la differenza che qui la vista sul Tamigi, la casa e lo sguardo di Jonathan Rhys-Meyers, il fratello gemello separato alla nascita di Monica Bellucci, valevano i sette o otto euro spesi. Il culone sformato della 21enne Scarlett Johansson, un po' meno. Allen, poi, sembra sempre di più Oreste Lionello che probabilmente non si è limitato solo a doppiarlo ma lo ha sostituito in tutto. Interpretazione e scrittura compresa. Che la regia sia di Pingitore e nessuno ce l'abbia detto? Bah. Non sapete cosa fare? Bene. Rimanete nel dubbio e poi andate a letto. Il diavolo vestirà anche Prada, ma questo non significa che chi veste H&M sia coglione. Nano nano
(nella foto, Jonathan Rhys-Meyers)

giovedì, ottobre 12, 2006

Nulla in direzione nord

Non ho capito come si fa a pubblicare i link di altri blog in questo formato. Se qualcuno è capace me faccia un fischio va... Niente di nuovo in direzione nord, mi verrebbe da scrivere. Nulla di interessante. La solita noia. Il solito schifo. Il malumore oggi è oceanico. Ne ho pieni i coglioni. Di me, di tutto il mondo. Esausto si dice? Bene. Per il resto: fanculo a tutti. Viva Domiziana Giordano. Nano nano

mercoledì, ottobre 04, 2006

Spazi erotici

Ci sono luoghi più o meno erotici. E non parlo di parti del corpo. Ma di spazi, vuoti e volumi. Di luoghi fisici. Appunto. Fisici? Ok, mollo il colpo... Comunque. Essendo un uomo Mediaseeeeeet posso permettermi l'abbonamento interclub della mia palestra, che significa poter girare in tutti i club, sono 4 o 5, mi sembra, presenti a Milano. Risultato? Mi fanno cagare tutti. Ma non importa. Domenica, dopo essermi fatto un'ora di sauna, bagno turco, sala relax, fanghi, e quant'altro mi è caduto il pensiero sugli spogliatoi cercando di capire il perché alcuni sono altamente erotici e altri bassamente stimolanti. Non dipende dai soggetti che ci sono, neppure dal suono degli elastici della biancheria intima indossata o tolta che si sente e nemmeno dal fatto che alcune docce siano divise da una lastra di vetro e altre da un muro. No. non dipende da nulla di tutto questo. Eppure alcuni spogliatoi, anche vuoti, pullulano di sesso, altri zero. Perché? nano nano
(nella foto penaepanico by Kiska)