lunedì, febbraio 27, 2006

Soffio di vento

Alla domanda: "Che cos'è l'amor", qualcuno ha risposto: "chiedilo alla porta, alla guardarobiera nera e al suo romanzo rosa". Alla porta. Molte volte l'unico ricordo che ho avuto è stata la porta. Chiusa davanti a me. E in mano un pezzo di carta con un numero di telefono. Generalmente il mio. Che cos'è l'amore? Un tempo pensavo fosse un volto dai capelli neri, dagli occhi verdi e dal sorriso bianco come quello di Kadu Moliterno (un divo delle telenovelas brasiliane, lasciatemi perdere). Poi, caduto a terra ho capito che probabilmente era lo sguardo complice di qualcuno che mi avrebbe portato via. Da qui. Da non so che cosa. Da me stesso. E quando mi sono accorto che l'attesa si faceva troppo lunga, ho pensato che l'amore fosse già passato. E che mi avesse travolto come un uragano impazzito. Congelandomi il cuore. Lasciando dietro di se macerie da cui partivano emozioni che si sfracellavano contro un trompe l'oil di luci e colori. Ben presto mi sono reso conto che quel uragano sono io. Sono io che subito distruggo tutto quello che a fatica riesco a costruire. Sono io che permetto solo al nulla di crescere intorno a me. A volte immagino l'amore come una pianta con immense radici. Che resiste anche se il terreno è arido. Altre, lo vedo come un'onda che si spegne sulla riva. E bagna la sabbia assetata di acqua. Forse l'amore è semplicemente un soffio di vento che ti passa sopra e che ti fa dire: "finalmente. Io sono qui. Con te". Un soffio di vento, appunto. Che l'uragano non può sentire. Eppure sa che c'è. Disperatamente. Nano nano.

giovedì, febbraio 23, 2006

Credo

Credo di non essere fatto per amare. Credo che quelli che mi dicono che sono un'anima libera, abbiano ragione. Credo che in fondo "navigare a vuoto in mille direzioni" sia la cosa che so fare meglio. Credo di non avere abbastanza pazienza per aspettare. Voglio tutto e subito. E punto. Credo che non facciano per me molte cose: condividere la vita con qualcun altro, decidere per due, passare insieme il tempo, sapere che non sono solo. Credo che sia troppo faticoso per uno come me misurare le parole, avere paura di dire la cosa sbagliata al momento sbagliato, temere di tornare indietro, tacere. Credo di non essere in grado di evitare di rovinare sempre tutto come faccio da tempo. Secondo me, da generazioni. Eppure la voglia di distruggere è sempre più forte di me. Tanto, alla fine, ci rimetto sempre e solo io. E' come fumare. Non puoi obbligarmi a smettere se mi piace. Credo di non aver voglia di andare a 50 all'ora anche se so che solo così andrò lontano. Non me ne frega nulla. Voglio andare a 200 con il rischio di schiantarmi contro il muro. E' una vita che mi schianto e nessuno se ne è mai accorto. In fondo. Credo che l'amore sia un uovo di pasqua gigantesco e vuoto come me quando mi sveglio la mattina dopo una notte di sesso con uno sconosciuto. Il problema è che non so resistere al fascino della sorpresa. E quindi ci casco sempre. Anche se per poche ore. Credo di non essere pronto a costruire nulla se non la mia sopravvivenza. Che alla fine è l'unica cosa in cui credo. Credo. Nano nano.

sabato, febbraio 18, 2006

Ospito mia sorella (nell'arte e nella vita) nel mio blog:
VERITA' SMENTITE
Chi l'ha detto che le ferrovie dello stato sono inefficienti? chiedetelo ad uno straniero. Vi dirà che per andare da Milano a Pescara ci si impiega esattamente 6 ore...si parte alle 11.08 e si arriva alle 5.08...magari è andato a zurigo ma chissenefrega...

IL TEMPO. Che tempo fa? Sereno, Nuvoloso, Poco nuvoloso...dimenticatevi Bernacca... il tempo può essere solo normale. Tano tano. (nella foto treno del Bangladesh)

venerdì, febbraio 17, 2006

Lysacek. Ma anche Ambra c'è(k).

Le hanno dato in mano un programma guardabilissimo (con Markette l'unica ragione per accendere la tivù) che si intitola Dammi il tempo (previste solo 5 puntate). Lei è Ambra Angiolini senza più auricolare ma con un pancione da sesto mese di gravidanza. Con lei il "guru" Giampiero Mughini, Lillo e Greg e il gruppo musicale i Cialtroni animati (che cantano solo sigle degli anni ottanta di cartoni animati). Discreta, intelligente, ironica, sveglia, distaccata ma nello stesso tempo sempre un po' starletta di Non è la Rai. Un cockatail eccezionale che mi porta, per l'ennesima volta, a rinnovarle il mio amore. Così. "Ti giuro amore un amore eterno se non é amore me ne andrò all'inferno, ma quando ci sorprenderà l'inverno questo amore sarà già un incendio, lo grido cento mille volte a sera ma disperata come una preghiera non voglio più svegliarmi solo solo se non ci sarai". (Dammi il tempo, Raitre, venerdì intorno alle 23.30). Vorrei tanto, invece, che mi desse un po' del suo tempo, Evan Lysacek, il pattinatore nordamericano nato Neperville (Illinois) il 4 luglio 1985, classificatosi quarto ieri, alle Olimpiadi di Torino. Con lui du' axel e du' teo loop li farei volentieri. E con questo post frocissimo (più del guardaroba di S., per esempio) saluto e mi inchino (ma non a 90, imbecilli...). Nano nano.

7parade

Questo è quello che mi ha chiesto Pascal:
Fate una lista di sette canzoni che al momento vi piacciono particolarmente, non importa il genere né niente, devono solo essere canzoni che davvero vi piacciono. Postate poi il tutto assieme alle istruzioni nel vostro blog e indicate altre sette persone per scoprire che cosa ascoltano al momento.

E questa è la mia 7parade:

My lady story (Antony and the Johnson). Da quando ho l'Ipod la musica è cambiata. Ho cercato di raffinare (che è una parola grandissima) la mia discografia fatta di Bertè e cloni, attraverso ITunes di cui sono ormai schiavo. Così, consigliato da Entertainment weekly, mi sono scaricato un po' di canzoni. My lady story mi fa impazzire. Lui, Antony (nella foto) ha una voce calda e ovattata. E' una sorta di gospel interroto (un po' come il coito) in versione dark che ti avvolge tutto. Ideale dopo la doccia.

Haw am I different (Betty LaVette). La musica è donna. Lei è un mostro di voce. Ha un'anima soul che ti graffia le corde vocali mentre l'ascolti. E' grandiosa nella sua drammaticità canora. Un'icona barocca con una o tendente alla a. Mi sa. Da ascoltare quando sei al Supermercato.

Spy on you (Deerhoof). Leggo che è una band che fa garage. Magari ce posso parcheggià la macchina, casomai l'incontrassi. Non so cosa significhi questa definizione, ma so che questa canzoncina a metà strada tra Kill bill e i South Park mi piace tanto.


Samba de Silva (Elza Soares e Joyce). La seconda non so chi sia, della prima ho già parlato quest'estate quando l'ho vista in concerto qui a Milano. Una donna gatto (da tanto è tirata) di 156 anni, con una voce e un carisma da pelle d'oca.

Bingo Bongo (Loredana Bertè). Una delle canzonette più belle e divertenti dell'allora signora Lavezzi (pur non essendo sposata). Cult l'incipit della canzone. "A me piace far casino con il Bongo Bongo, quando un uomo fa l'amore voglio sia un orango". Grande Lola.

Corvo Joe (Baustelle). Il mio gruppo preferito in questo momento in assoluto. Non finirò mai di ringraziere S. che me l'ha fatto conoscere. "Io sono il Corvo Joe e faccio spavento, solo certi poeti del male mi sanno cantare". Miele per le orecchie di pena e panico, gli assistenti indemoniati di Ade.

Lady Marmelade (Dolcenera). Sono stato da Mediaword a fare incetta di dvd che non guarderò mai odiando i dvd, vhs e affini. Ma non importa. In omaggio mi hanno regalato un Q-disc (ve li ricordate), ovviamente su cd, che contiene reinterpretazioni della raucona di note canzoni di altrettanti noti film. Una rivelazione. Lady Marmelade è quasi emozionante. Lei raucheggia, è vero, ma lo fa da dio. Ideale per i gargarismi mattutini.

Non la giro a 7 persone ma invito che ha voglia a lasciarmi le sue 7 preferenze. Pascal, scusa il ritardo. Avreivoluto, resisti prima o poi arriva ancheil programma elettorale.

martedì, febbraio 14, 2006

Broom broom

Ok, parliamo di cose serie. Torino. Mi dicono che sono iniziate le Olimpiadi invernali. A Torino. Ho avuto la sensazione che qualcosa di strano succedesse, in quella città di fabbriche abbandonate e gianduiotti, quando hanno dedicato la copertina del Magazine del Corriere a Rocca. E non al Maresciallo. Allo sciatore. Che non è per niente male. Ma la novità non è lo sci. E neppure il pattinaggio artistico che ieri ho divorato mentre scivolavo sulla pattine di casa cosparse di lubrificante (visto che l'ho comprato vediamo anche di usarlo....). No, la novità di questi giochi olimpici si chiama curling, una specie di gioco delle bocce dove al posto di palle, palline e sa il cazzo si lancia una pietra di venti chili (stone) che sembra il bollitore Alessi disegnato da Richard Sapper, in una zona con dei cerchi concentrici identici a quelli del tiroasegno (back ring). Ogni squadra (rink) è composta da quattro giocatori: lead (quello che lancia la prima stone), second (quello che lancia la seconda) e skip (quelli che lanciano la terza e la quarta). Il tiro viene fatto dalla piattaforma di lancio che si chiama Hack (Margherita non c'entra nulla). Mentre la stone scivola due compagni della squadra con una scopetta (broom) puliscono (per aumentarne o diminuirne la velocità) la superficie su cui scivola sta pietra (che mi dicono ha un'origine particolare e viene tagliata solo in Scozia). La cosa che mi ha particolarmente colpito (a parte il fatto che quando lanciano si inchinano come fa la Carrà quando ringrazia) è che non esistono arbitri e che tutto viene deciso aristocraticamente dalle squadre concorrenti. E penso: vorrei che la vita fosse una partita di curling eterna, dove non ci sono arbitri, giudici, accusa e difesa... Buon San Valentino a tutti. Nano nano.

lunedì, febbraio 13, 2006

Oil (e non of Olaz)

Non ho capito perché in Farmacia tra i prodotti da banco non ci sia il lubrificante. Eppure.... ci sono le creme, gli shampoo, i deodoranti, i preservativi ma non i lubrificanti. Che voglio dire... è un prodotto di cui si fa grande uso. Quando si accende la spia gialla del cruscotto dell'automobile, per esempio significa che devi aggiungere il lubrificante. La stessa cosa quando devi stringere un bullone o devi fissare il rubinetto del lavandino. In questo caso il lubrificante, se ti va bene lo spalma l'idraulico. Altrimenti fai da solo. Certo non è la stessa cosa. Anche perché, come dice il detto "Frer fa el to mester". Ma non perdiamoci di vista (come commenterebbe la mia amica Milly) e torniamo al punto. Sabato vado in farmacia. Essendo un'icona irraggiungibile, soprattutto dalla buoncostume, so che non dovrei frequentare certi ambienti. Ci vado per comprare quello che da almeno tre mesi a questa parte manca nel mio guardaroba personale. Mi metto in coda. Leggo il cartello che dice (più o meno): "fatevi i cazzi vostri mantenete una certa distanza dal cliente che sta per esssere servita". La cosa mi rassicura. Dopo varie aspirine, punture e quant'altro (per la serie: del cartello me ne fotto) tocca a me. E timidamente chiedo: "Signora una cortesia mi darebbe del lubrificante?". E la farmacista che in quell'istante ha acquisito sette decibel in più di voce, chiede a sua volta: "Lubrificante femminile o masch....?", troncando disperatamente l'ultima parola. "Maschile ovviamente", rispondo sorridendo. Pago, saluto e me ne vado. E penso: "Ma da quando esistono i lubrificanti maschili?". Mah... chiederò al mio idraulico. Nano nano

mercoledì, febbraio 08, 2006

Paneepanico

Festa di M. che compie 20 anni. Il suo manager ha deciso di regalarle un party. Clooney non c'è. Il Martini neanche. Ma non basta per fermare l'emorragia di vippame che si presenta stretto tra fogge sberluccicanti e tacchi caracollanti. Ad un tavolo siede un noto direttore di Tg, che viene dopo il 3 e prima del 5, accompagnato dalla sua nuova amica del cuore. Una parrucchiera bionda platino ex concorrente di un reality show. Mi dicono che è la sua confidente. Mi dicono che lui le racconta tutto. Mi dicono che lei farà una rubrica dedicata alla moda in un rotocalco quotidiano che va in onda dopo il già citato Tg che arriva dopo il 3 e prima del 5. Accanto a loro il dj che ha rubato il nome a un biscotto. Ma non l'intelligenza. Con loro il manager delle dive che è appena stato abbandonato dalla conduttrice che parla di calcio ogni domenica pomeriggio. Al mio tavolo non ci sono vip. Ma una vera star, calda come il brodo, insipida come una zuppa, sfuggente come una gatta, fine come 'na lavandara. Il suo schermidore non c'è. L'arma bianca l'ha deposta. Io deporrei volentieri contro di lei in tribunale. Non importa per che cosa. Basta che sparisca dalla circolazione. Ad un certo punto arriva, cinguettando, la brasiliana più famosa dell'Isola più famosa d'Italia. Saluta, dice tre frasi di cortesia, sorride, manda baci. Io la manderei volentieri affanculo. Però in fondo è l'unica che ha voglia di divertirsi davvero. In ordine compaiono, un'altra brasiliana amica di mia sorella nell'arte e nella vita, un centauro ex fidanzato dell'attrice attualmente sposata con l'uomo che ha scalato tutto, tranne un corso di italiano, accompagnato dall'attuale compagna, ex conduttrice del già nominato (una volta) rotocalco quotidiano che va in onda dopo il già citato (due volte) Tg che arriva dopo il 3 e prima del 5. Ma tutta 'sta gente è marmaglia, paccottiglia umana, anime alla deriva senza anchor(a). Ne man ne woman. Anche se loro ci terrebbero tanto. Dicevo, paccottiglia umana. Quasi tutta. Tranne due: belli, alti, muscolosi, sorridenti, vuoti come due bottiglie de acqua minerale scaduta, banali come un'intervista alla Elmi, ironici come una puntata di Torte in faccia, ma buoni, buoni, buoni come il pane. E a quel punto avrei voluto avere una boccia di Martini in tasca e dirgli che a casa mia c'era un party. Senza Clooney. Ma con un certo Brad Pitt. Nano nano.
(nella foto Daniele Interrante)

lunedì, febbraio 06, 2006

1982 (parte seconda)

...e lui. Che è nato lo stesso giorno di lei, e questo mi ha fatto un po' paura. Ma tanto io non sono come Virginie e con gli oroscopi mi faccio il bidet... Per cui, potrebbe anche essere nato lo stesso giorno di un altro lui che la cosa non mi toccherebbe per nulla. Dicevo. ...E lui, che ho incontrato per sbaglio un attimo prima di tornare a casa, una domenica mattina all'alba. Per sbaglio. Me ne stavo andando, ed è apparso lui. Con i suoi occhi scuri, con i suoi capelli rasati, con il suo sorriso bianco, come le notti passate ad aspettarlo. Non so se è lui che davvero stavo aspettando, ma non importa. E' con lui che voglio stare ora, adesso, in questo minuto, in questo secondo, in questo attimo. Sabato sera ero di nuovo lì. Senza di lui, con i miei amici che mi dimenavo al ritmo di house. Mi guardavo in giro ed ero felice, per l'ennesima volta, di essere in quella cantina tirata a luci(do) stoboscopiche e lampadari della nonna. Ero felice, come tutti gli altri sabati. Con una differenza. Che questa volta sapevo il perché. Nano Nano