venerdì, novembre 30, 2007

Speriamo siano fighi...va

Ho il frigorifero vuoto come la testa di Paris Hilton, ma non voglio più uscire di casa. Vivo nella schizofrenia della creatività e vorrei avere tre blog (ogni per ogni tipo di umore più frequente), un laboratorio per costruire lampadari e un giornale tutto mio per lavorare con chi voglio e fare quello che voglio. Questa melassa dolciastra e filistea in cui siamo precipitati mi infastidisce. Se poi lavori a in un'azienda nata, cresciuta e diventata grande a Cologno Monzese, beh la medietà diventa il free pass per l'accesso. Sì, lo so, le grandi aziende sono tutte uguali, ma credetemi se le grandi aziende nascono alla periferia di Milano non possono che essere un po' peggio delle altre. Lapalisse. O tout court se preferite (ma anche Dr. House non andrebbe male). Vivo in bilico tra le mie psicosi che cerco di sedare con buoni propositi e buoni proposito che cerco di annientare con esiziali pensieri. Che sono quelli a cui a tutti i costi voglio tendere per esorcizzare le mie paure, ma che in fondo neppure mi appartengono tanto. Ieri ho visto un pezzo piccolo piccolo (come il suo diavolo) di Roberto Benigni. Parlava di Calderoli. Più o meno diceva: "Per quei bambini che hanno preblemi di crescita, poverini, quelli che dicono alla mamma 'non ce la farò mai, le sfide della vita, sono indietro, non ci arrivo', c'è Calderoli. Basta che la madre accenda la televisione lo veda e dica: 'Amore mio, vedi quello lì, lo vedi? Quello lì è al senato è il vice presidente, ce la puoi fare anche tu', per ridare al figlio sicurezza di sè". Trovo in questa battuta una grande verità. Con un dubbio: ma tutti i Calderoli che ci sono ora, quante ne arriveranno dopo? Puttava eva... Speriamo almeno siano fighi...va.... Nano nano
(Nella foto Matt Damon)

lunedì, novembre 19, 2007

Nani nani

...E se mi addormentasi e mi svegliassi il 25 dicembre? Magari tra un bue e un asinello. Felice soprattutto di volare rapidamente al 6 gennaio. Arrivano quei tre, giusto? E arrivano dall'Oriente, giusto? E portano cose pregiate, giusto? Va beh. In questa stanza ho 17 gradi e si gela. Il calorifero è troppo piccolo e il divano e troppo grande. Ci vorrebbero i re magi, appunto. Non ho mai amato l'autunno. Ora, invece, mi piace da morire. Il freddo, le foglie che cadono il sole che quando c'è, se c'è mi fa venire in mente Amsterdam, Copenhagen, Berlino, Istanbul, Madrid, per esempio. Tutti posti che amo e che se ci vivessi amerei più di Milano, credo. Qualcuno mi ha spiegato che dalla vita bisogna prendere quello che arriva. Altri che bisogna lottare per avere quello che si vuole. E, onestamente come dice Crozza, non capisco il collegamento. E' un po' come quando ti accorgi, per la prima volta, "che la vita è dura" e ti chiedi: "ma per che cazzo di motivo mi avete fatto credere fino ad ora all'esistenza di principesse buone e bbone e a principi da perdere il fiato? O siete stronzi voi e sono una merda io". Con tutte le conseguenze che se ne ricavano dal rimanere impelagati in questo dubbio. Eppure basterebbe pochissimo. Basterebbe insegnare, fin da piccoli, concetti semplici, come questo: "La vita è una merda e per questo bisogna viverla fino in fondo, qualsiasi fondo sia, altrimenti aumentano le probabilità che ti fotta. I principi e le principesse non esitono e se esistono hanno i debiti in banca". Così uno si regola e sceglie di essere: o un pragmatismo individualista o un romantico altruista? E bona. Eludendo il rischio di essere pragmatico e romantico che è un binomio mortale. Nano nano. Anzi, nani nani (gli unici che esistono davvero e non solo nella favole) a tutti.

martedì, novembre 06, 2007

Penso, ahimè...

...penso a tutti quelli che mi hanno detto "ti voglio bene e te ne vorrò sempre". Penso a quante volte l'ho detto io. Penso a tutte le varianti che ci sono dentro a queste parole. Penso a un sarto di Kabul alle prese con stoffe e colori. Alle varianti, appunto. Penso che tempo fa, tanto tempo fa, mi bastava sentimi dire "ti voglio bene e te ne vorrò sempre" per sapere che quello che stavo facendo era giusto. Penso che invece non era giusto niente e che non avrei dovuto accontentarmi del "ti voglio bene". Penso di avere ragione e di non avere più voglia di nessun "ti voglio bene e te ne vorrò sempre". Penso che dietro il "ti voglio bene" ci sia sempre una fregatura, a meno che non sia detto da qualcuno che fa davvero parte della tua vita. E a questo punto penso a cosa voglia dire fare parte della vita di qualcuno. Far parte o averne fatto parte. Non importa. E penso a quante volte non ho fatto parte della vita di qualcuno o qualcuno non ha fatto parte della mia. Quindi, penso a quante volte inutilmente ho detto, o mi hanno detto: "ti voglio bene e te ne vorrò sempre". E' vero c'è sempre la seconda opzione: non pensare. Ma è la più faticosa. Ahimè... nano nano
(nella foto i coniugi Beckham)