giovedì, settembre 28, 2006

Vance(remo). Anzi, Vance Paul

(penaANSAepanico):
“Paul Vance, paroliere della canzone di grande successo Itsy bitsy teenie weenie yellow polka dot bikini, la cui morte è stata diffusa ieri dai mass media statunitensi, è più vivo che vegeto. “In verità”, riferisce il sito Internet Rockol.it, “il defunto Paul Vance, al secolo Paul van Valkenburgh, 68 anni, di Ormond Beach, Florida, sarebbe stato solo un millantatore, e non avrebbe avuto nulla a che fare con il vero Paul Vance, settantaseienne residente sempre nel Sunshine state, ma a Coral Springs. Il vero Vance ha dimostrato la propria autenticità mostrando alla stampa i bollettini di pagamento delle royalties della celebre hit, definita dall'autore una vera e propria "miniera d'oro". Ma l’altro Vance? Come ha potuto ingannare, oltre la stampa, la propria moglie per oltre 35 anni "vendendosi" come l'autore del brano? "Mi disse di non ricevere nulla perché decise di vendere la sua parte di diritti quando era giovane", ha dichiarato la vedova incredula e "devastata" dalla vicenda: "Se quest'uomo dice di essere chi e', o e' un bugiardo o lo e' mio marito". Il "falso" Paul Vance ebbe, comunque, una carriera nell'industria musicale fin dalla giovane età.
Se vi dicono che Penaepanico è sottoterra, diffidate.Thanks. Nano Nano
(nella foto Bb, che oggi compie 72 anni, in bikini)

martedì, settembre 26, 2006

inceneritevi

"Sei una cameriera da quattro soldi". E'quello che ha detto Domiziana Giordano ad Alessandra Pirelli, lì, sull'atollo dell'Isola dei Famosi. Liftata a festa, tirata come una bandiera che resiste al suo tornado, con gli occhi che sprizzano rancore e rimpianto come la spina fa con la birra, eternamente inalberata e rabbiosa come una regina che non ha mai avuto al sua corona, è meravigliosa. Sconfitta, persa, ultima. Un po' come sono io sul mio atollo che si chiama sopravvivenza. La trovo geniale snob e testona, rissosa e puerile, sola e disperata come una vera divina. Anche la Fallaci amava stare sola, dicono le cronache. E chissenefrega se per scelta o no. "Tu devi andare affanculo". "Tu devi annullarti". "Tu devi implodere". "Tu devi incenerirti". Lo vorrei scrivere sulle mie magliette. Tutte.Oppure...si può fare come ha fatto un gruppo folk napoletano all'aeroporto di Torino, rimasto a terra a causa dell'overbooking, che ha staccato un pezzo d'orecchio a un impiegato. Immagino, non per chiedere il riscatto. "Siamo stati provocati", ha detto uno dei linciatori. "L'addetto parlando al telefono, ci ha insultati, dicendo che c'erano dei napoletani di merda che volevano partire". Geniale. Se solo il tizio del check in avesse avuto una delle mie magliette con scritto "State boni, se no vi stacco il cranio" non avrebbe perso l'orecchio. Meglio prevenire che curare. O no?... Nano nano
(nella foto, Domiziana Giordano)

venerdì, settembre 22, 2006

Il fantasma

Alberta Marzotto, amica di mia sorella nell'arte e nella vita, parla di "fantasma dell'uccello" e "vibratori" sulla colonna del suo Pailettes sulle pagine di Affari e finanza (ogni lunedì con La Repubblica). Palestra. Oggi pomeriggio. Spogliatoio maschile. Dove vado io, per altro. Davanti a me un uomo in slip. Guardo bene e mi cade l'occhio sulla svolazzante maglietta della salute che spunta dalla scosciatura delle mutande. "O madonna. Ma questo ha la maglietta delle salute incastrata a modi pop-up dentro le mutande", penso. E mi è viene in mente quante volte ho visto uomini ravanarsi la minchia per far sì che la canottiere s' avvolgesse intorno all'uccello come una sciarpa intorno al collo. Dimostrazione empirica del fatto che il maschio è proprio una testa di cazzo. Io odio quelli che si infilano, a forza, cose dentro le mutande. A meno che non si tratti di mani. Sono lì belli impegnati a tirare la canotta, o T-shirt che sia, fino a renderla trasparente, e finchè non spunta fuori dal sotto a modi gonnellina. Mi fanno vomitare. Ma certo. Sono retaggi infantili di quando le mamme, per coprire la pancina, saldavano la canottierina alle mutandine. Sì ma si cresce....si cambia....ci si trasforma...belli miei. Su... Siete grandi ormai. Magari la mammina è anche sotto terra. La vecchiaia, ovviamente. Pensa la scena: togli le mutande ad uno e si srotola dalla maglietta, immagino, ingiallita il, magari, flaccido uccello. A modi, fantasma. Appunto. Bleh... Brave mamme...continuate così..... nano nano

giovedì, settembre 21, 2006

What's Up, Doc?

Ok. Vagoni, treni, amori, bang bang, hurrà, 1982, cc ecc. Sai che ve dico? Che me so sfracellato la minchia. Penaepanico cambia. E diventa pulp. Pulp come fiction, pulp come polpa (o palpa...boh), pulp come pulpit (pulpito), pulp come pulpy (flaccido, ahimè) palp come "Ma pulpà ti manda sola?". Non so cosa sia successo. Forse non è successo nulla. Forse quando la strizza mi ha detto: "sa che mi annoia?", non mi è piaciuto per niente. Forse ieri avevo le mani e i piedi troppo sudati e tutto mi sfuggiva di mano. Troppo. Deve essere cambiato il tempo e ora al posto delle mani e dei piedi ho due ventose così. Serve qualcuno per sturare cessi? Sono andato all'edicola a comprare una rivista e avrei preso l'edicolante a cartonate in faccia, almeno fino a quanto, non fosse finita sulla copertina di Cronaca Vera. Direttamente, senza passare dalla tipografia. Invece mi sono detto: "respira profondamente e rilassati". "Respira profondamente e rilassati?". L'ho fatto e non lo farò mai più. Ma va affanculo. Io non conosco i buoni sentimenti, "solo sospiri e lamenti lividi viola qua e là". Come cantava quel coglione di Zero prima di farsi prete. Quante parolacce ci sono in questo post? Mi fanno schifo anche quelle. Ma sono inevitabili. La signora riceve in casa. Prima di suonare però accertatevi con non abbia il matterello (o, come dice il mio dizionario dei sinonimi matterello) in mano...Meglio se lo ha altrove...Credetemi. Mia sorella, nell'arte e nella vita, mi ha invitato al cinema. Le ho risposto: "Perfetto. non vedo l'ora di prendermela con il vicino che fa rumore con i pop corn". Nano nano
(nella foto, la locandina Usa di Ma papà ti manda sola?)

ps
Chi è interessato ad avere il link del suo blog su penaepanico smolli l'indirizzo. Grazie)

Vagoni

Sono le due. Voglio scrivere qualcosa su questo blog. Voglio scrivere. Poi mi fermo. Mi blocco. Non ho idea di nulla. Suona il telefono. Ascolto in silenzio le parole che mi arrivano. Riesco a fermarne alcune. Mi piacciono. Muovono dentro di me qualcosa. Lentamente. Sale l'emozione mista alla voglia che avrei di stringerle. Di stringerlo. Paura, doccia, sporco, polvere, postino, carabinieri, tetti, Milano, palazzina...Mi ricordo solo queste. Vorrei ricordarle tutte. Vorrei che non fossero arrivate da una cornetta. Ma dall'altra parte del mio letto. Ci risono con il mio fottuto vorrei. Vorrei vorrei vorrei.... Vorrei riuscire stare senza. Vorrei riuscire e non volere. Vorrei riuscire a non volerlo. Vorrei riuscire ad amarlo e basta. E invece no. Non mi fermo e aggiungo, aggiungo e aggiungo. La mia parola amore è una locomotiva con dietro infiniti vagoni. Le aggiunte. Appunto. E io sono sempre sull'ultimo, quello più lontano. Ora la vaporiera non la vedo più... Sento che mi porta, ma non so dove, non so in che direzione, non so quale sarà la prossima fottuta fermata. Vorrei correre, aprire tutti gli scompartimenti ad arrivare alla testa del treno, alla testa del mio amore. Ci risiamo. Con i mie vorrei. Mi hanno detto che ho paura di amare. Ho paura di liberarmi dalla corazza che avidamente protegge me dagli altri. Come se fossi un imbalsamato da tenere lontano dall’aria. Ho chiesto perché? E mi è stato detto che forse è perché sono terrorizzato dall’idea che quello che c’è dentro la mia protezione non interessi a nessuno. E’già successo. Due volte. Per essere precisi. Poi ho capito il trucco. Così solo quando ho la certezza matematica che chi voglio vola in un’altra direzione, sono in grado di amare. Almeno credo che si tratti di quella sensazione che io chiamo amore. Paura, doccia, sporco, polvere, postino, carabinieri, tetti, Milano, palazzina... nano nano

domenica, settembre 17, 2006

Ma va?

La privacy priva di tutto....Quindi cambiamo i nomi.... Interno Mediatess (che non è la casa di mia sorella nell'arte e nella vita) a Calcagno Monzese. Mi chiamano. E' da due mesi che mi devono dire quando comincio a lavorare. A maggio vado a parlare con loro e chiedo cose ci sia d'alternativo a quello che sto facendo a Sguscia la sfitinzia. Mi offrono mari e monti. Da Merdissimo a Gladio aperto passando per tutte le baraccate che producono loro. Alla base della mia richiesta di cambio voglio solo una certezza: non andare al Tgcoma. Loro me lo garantiscono. "Ma si figuri, assolutamente no mi dicono....". Settimana scorsa mi chiamano. Fumata bianca. "Sappiamo dove sistemarla. C'è un posto tutto per lei. Sarà contentissimo. Le si apriranno nuove possibilità. Farà un'esperienza eccezionale". "Come si chiama la testata scusi?". "Tgcoma, perche?". "Ah, ecco...mi sembrava. Interessante, molto, mmhhh a saperlo rientravo a lavorare a giugno e non facevo neppure le ferie...Evviva. Che emozione. Sono tutto un brivido". Il resto della mia vita come va? Da Dio... sono innamorato pazzo, per la prima volta dopo anni. Penso tutti i momenti a lui, quando non c'è conto le ore che ci dividono, lo aspetto, non faccio nulla se lui non c'è... Nulla.. Ah, a proposito...il mio conteggio è arrivato a 216 ore. Visto che è da nove giorni che non lo vedo perché lui non mi vuole più... Nano Nano
(nella foto, l'uomo non voluto)

martedì, settembre 12, 2006

Bang bang hurrà...

Ho capito. Sto capendo. Forse ci sono. Non ho capito. Non sto capendo. Non ci sarò mai. Passo da una certezza piena di albagia ad una insicurezza stracolma di timidezza. Comunque... Il problema, se è un problema, è semplice: il mio modo di amare si racchiude in una solo parola: resistenza. Amo chi mi sbatte in guerra: subito e immediatamente. Sono malato. Lo so. Ma questo è. O qualcuno mi insegna come si può amare in un clima di pace, o lascio perdere. E continuerò a trovarmi amanti armati fino ai denti, pronti a difendere il loro territorio come fottute leonesse ruggenti a caccia di carcasse per i loro piccoli. Sbranatemi. Io sono la carcassa per le vostre insicurezze. Divoratemi. Sono qui. Ma non ditemi che amare significa, per esempio, "non dovere mai dire mi dispiace" (non so perché mi è venuta in mente stà minchiata). Non ce la faccio. Non posso pensare che l'amore sia ricevere sms pieni di dolcezze, frasi sussurrate dall'altra parte del filo, rispettabili propositi vestiti a festa, encomiabili gentilezze al sapore di ammorbidente. Ci ho provato. Ve lo giuro. Non ce la faccio. Queste cose mi possono andare bene, ma solo tra una battaglia e l'altra, solo se so che subito dopo ritorno in trincea a difendermi e a sparare, a colpire il mio bersaglio per poi curarlo e rianimarlo tra le mia braccia. Sono una bestia. Lo so. E come tale non posso che amare i miei simili. Bestie accartocciate dentro la loro paura di amare. Paura. Forse è questa la droga di cui ho bisogno. Forse solo quando ho paura la mia mente lancia scariche di adrenalina che mi inebriano, mi eccitano, mi animano, mi fanno volare. Lo so. Sono all'inferno e le ali, ogni volta, si bruciano facendomi cadere a terra tramortito. Ma ogni volta riesco sempre a farcela. E rantolante cerco un altro pusher in elmetto e pantaloni mimetici. Bang bang hurrà. Nano nano

lunedì, settembre 04, 2006

la signora riceve in casa

La signora cantava il blues, strimpellava qualche annetto fa FossatiIvano. La signora riceve in casa proclama ora PanicoePena. Stop. Si gira pagina. Me volete incontrà? Mandate la vostra richiesta a penaepanico@hotmail.it. Con foto annessa se è la prima volta. Me volete sentì? Andate su skype e digitate penaepanico. Me volete vedè? Sempre hotmail con richiesta di cam. Niente di male no, se non ho più tanta voglia di trascinare le ossa in locali noiosi e fastidiosi come tanti abbinamenti cromatici che si vedono in strada addosso alla gente?. Basta orpelli. Andiamo alla sostanza. Alle 17 c’è il tea. Alle 19 l’aperitivo. Alle 21 si mangia. Alle 23 si beve qualcosa. A casa Penaepanico. Fuori non lo so e neppure mi interessa. La signora riceve in casa. La signora è esausta. La signora deve pensare al suo botox scaduto. La signora non ha più l’età (pur essendo giovanissima, per carità). La signora ne ha pieni i coglioni. Non facciamone una tragedia. Per carità… Il prossimo step va da sé: la signora è murata in casa. Nel frattempo preparo i mattoni. Ah, per il muratore pensateci voi. Nano nano
(nella foto, la signora che riceve in casa)