giovedì, giugno 28, 2012

Sii


Sono davanti al bar sotto casa. Mi saluta il barista che sta tornando da qualche commissione. Il marocchino amico mio, quello che mi chiede sempre come sta mia moglie, il figlio, la sorella i nipoti i parenti tutti, mi dice se gli pago il solito cappuccino con brioche che generalmente gli offro. Il barista sente e gli commenta scherzando: “Ma sei proprio una puttana, sempre a chiedere”, o qualcosa del genere. Mentre lo dice io e lui stiamo entrando nel bar, lui per lavorare io per pagare il conto del mio amico marocco. Il barista: “Parlavo di lui e non di te, anche se non credo ti sei offeso perché la faccia da puttanella ce l’hai anche tu”. Io lo guardo semi basito, mi vedo con lo sguardo ammiccante in cerca di elastici pronti ad esplodere, poi biascico qualcosa senza senso, come il resto della conversazione. Esco, saluto il mio amico e mi dirigo verso l’automobile. Sì, automobile, non macchina. Io sono l’unico che la chiama così. Lo so. Quindi, dicevo, mi dirigo verso l’auto e penso : “Ma cosa ho sbagliato nella mia vita? Perché non mi sono dedicato a fare quello che la gente pensi faccia?”. “Sii quello che sembri”, ha scritto Lewis Carroll mentre trascinava la sua Alice tra le meraviglie. Puttana eva… saperlo prima.  Nano nano

domenica, giugno 10, 2012

Esteticamente nebbiosi

E' un fatto di estetica. Null'altro. Pura estetica. Ci sono cose fastidiose alla vista. Uomini e donne, fastidiosi alla vista. Io la chiamo tendenza. Quelli e quelle che "tendono a...". Tendente a tronista, tendente a soubrette, tendente a eleganza, tendente a signorilità, tendente a truzzo. Tutto ciò che tende a qualcosa e che non è qualcosa lo detesto. Ecco perché in questa epoca dove l'estetica è diventata un optional, dove lo "stare bene con qualcosa" è stato sostituito da "assomigliare a qualcosa", a uno status, un simbolo, un'emozione, un look, Milano mi dà fastidio. La trovo sfacciata nella sua arroganza, soprattutto quando ti sbatte in faccia la sua mancanza totale di fascino. Milano e i milanesi sono privi di fascino. Perché non esistono più nella loro estetica ma semplicemente "tendono a". Nella loro testa, probabilmente, tendono ad essere londinesi, o parigini, o semplicemente distinguibili cittadini lombardi. Ma è difficile essere "distinti dagli altri" quando si è omologati verso il basso. Molto difficile. L'omologazione non fa rima con distinzione. E' un ossimoro. Come dire, per esempio, che a Milano è divertente. Anzi: esteticamente divertente. Impossibile. Rivoglio la nebbia così mi impedisce di vedere. Nano nano

giovedì, giugno 07, 2012

Tragame tierra



Scena numero uno: fuori dal lavoro incontro la mia vicina di casa col suo collega architetto. Siamo in mezzo ad un rondò. Io sulla motoretta, loro a piedi in attesa di salire sull'auto parcheggiata a pochi metri da noi. Mi parlano di un progetto tv gestito dai soliti nomi. Io che non so come esprimetre il mio disappunto mi limito a dire. "Porca eva ma quelli non mollano mai il colpo? Forza cancro, ti viene voglia di dire"
Scena numero due: sto facendo running nel giardinetto vicino a casa che a Milano chiamano parco. Con la mia musica nelle orecchie faccio i miei giri passando ripetutamente davanti ad un gruppo di persone. Io ho occhi solo per un ragazzetto dalla cresta alta e dal sorriso malizioso che parla con la fidanzatina. Lei ai miei occhi sembra una tredicenne. Dopo vari passaggi, il gruppo si sbraccia per salutarmi. Capisco di colpo che sono altri miei vicini di casa. Preso dallo stupore e dall'imbarazzo di non averli salutati prima, rallento la corsa, tolgo un auricolare e grido, rivolgendomi alla ragazza che ha 19 anni. "E' che non vi ho proprio riconosciuti, tu poi mi sembravi una tredicenne". Convinto di farle un complimento. Avendo io una certa età e frequentando coetane più o meno nate quando sono nato io, vado a colpo sicuro: togliere gli anni è come regalare una fiala di filler, un successo.
Per la frase della scena uno ho ancora i sensi di colpa solo per averla pensata. L'ho detta e per me che sono ipocondriaco e in fondo un boyscout laico, significa pensieri orrendi.
Per la frase della scena due mi sono sentito un poveretto, senza punti fissi che vaga nei meandri della sensatezza incapace di ritrovare la via d'uscita. L'imbarazzo mi fa dire brutte cose... Mamma mia. "Tragame tierra", direbbero in Spagna. Rapidamente però. Nano nano