lunedì, dicembre 27, 2010

Il giusto precius

Vanity dice che lui è l'amico di Lady Gaga. Si racconta che è stato beccato a Milano all'Atomic: "Dalla porta entra un ragazzo bellissimo: alto. capelli biondi e occhi blu. Porta una giacca vistosa, leggins d'oro e scarpe da donna. Non è una trans, è solo truccato meglio di tutti". E' una via di mezzo tra Rupert Everett, quando però era figo vero, e Andrea Raviola un mio conoscente ex Coniglio Viola. Assomiglia a loro. Lui è il leader dei Semi Precius Weapons. E disegna gioielli. Bene. Nano nano

venerdì, dicembre 24, 2010

Buon Natale?

Il ricordo più vivido che ho sui bigliettini di Natale è il seguente: sono a casa mia con mia madre e mia sorella, quella vera non quella nell'arte e nella vita, loro stanno parlano non so di cosa, mi ricordo che era giorno e io avrò avuto 14 o 15 anni. Ad un certo punto io interrompo il loro fiume di parole inutili per dire: "Ho pensato che quest'anno invece del semplice Buon Natale ci metto un punto interrogativo. Del tipo: ma sarà proprio un buon Natale?". Silenzio. Sguardi simulanti una sorta di disapprovazione e poi mia sorella che dice: "Ma cosa vuol dire? Il Buon Natale è un augurio, mica una domanda". E io: "Davvero?". Stop. Non ho ovviamente mai messo nessun punto interrogativo sugli orridi bigliettini natalizi, ma ogni volta che ci si avvicina al 25 dicembre mi viene in mente quel mio dubbio mai dipanato. Ora, che sono diventato grande, non credo più a Babbo Natale come in Dio, continuo ad avere nella testa quel segno grafico che non ho mai avuto il coraggio di sbattere sul bianco del cartoncino. Con la certezza però che quando mi riconvertirò al cattolicesimo lo farò. Nano nano.

lunedì, dicembre 20, 2010

El mundo


"...La locura no era mas que un desplazamiento dentro de la vita,una manifestacion de la logica misterioda de la cual formabamos parte. El error era interiorizarla como un problema..." "...Por esto veiamos muertos donde solo habia desplazamientos de la vida..." Lui si chiama Juan José Millas, il libro in questione El mundo. Io mi chiamo penaepanico e chissà se ci sarà mai un libro in questione. Nano nano

giovedì, dicembre 16, 2010

Dove sei?


Non c’è nessun punto che mi faccia uscire da qui. Fermo mi limito a pensare alle cose che vorrei mandare oltre il mare. Ma non ce la faccio. Mancano i punti di contatto che mi facciano andare via. I punti contatto… Cambiano ma sono sempre gli stessi. Si modificano, ma alla fine servono sempre nella stessa maniera. Si trasformano per non farsi riconoscere ignari della loro debolezza. Dove sei? Non lo so. Io sono lì. Nano nano

giovedì, dicembre 09, 2010

Foto

Sto caricando le foto. Mattoni, posti, stanze, finestre, vetrate, scorci, sguardi... Cose che poi di colpo si interrompono lasciandoti solo. E di colpo poi ti accorgi che tutto è finito. Che quelle cose che credevi poter vivere per sempre non ci sono più. Non perché fossero importanti, è la vita bellezza, ma perché come il vento ti sono entrate nelle ossa e lì sono rimaste finché non ti sei scaldato. E le hai fatte tue. Appunto: arrivate, prese, fatte tue. Poi, però dimenticate. Come tutte le cose che smettono di appartenere a qualcun altro e diventano tue. Sì, dimenticate. In fondo succede sempre così: quando qualcosa comincia ad appartenerti, finisce di emozionarti e torna ad essere interessante solo quando smette di nuovo di essere tua. E' naturale. In un mondo di bulimia e di possesso. E' naturale in "un mondo cattivo senza pietà che nasconde dentro di sé un cuore selvaggio". Anche per i luoghi vale la stessa cosa. Solo chi ha grande coraggio ha la forza di fermarsi e di fare in modo che quei posti non entrino mai nelle ossa, non vengano mai scaldati, e restino lì tesi a farsi guardare. Solo così si amano per sempre e non se ne vanno mai. Neppure quando li fermi in una fotografia e li consumi con lo sguardo. Da vicino. Nano nano

mercoledì, dicembre 08, 2010

Lì fuori


Sono a Brno. Sono all'aeroporto. Sono. Che a volte potrebbe bastare. Fuori c'è la nebbia. Dentro tutto il resto. Guardo il bianco della luce che sa di opaco come l'alabastro, ma anche come la nebbia appunto. Ombre, figure deboli, profili affannati, silhouette che fanno fatica a trovare la loro forma. A Brno c'è la nebbia. Fuori. Dentro tutto il resto. Nano nano