venerdì, agosto 31, 2007

Castro (questa volta Veronica)

Il dramma che si sta consumando nelle televisioni latine è questo: il figlio di Veronica Castro (sì, quella di Anche i ricchi piangono) è andato da Cristina (anchor woman latina in stile Oprah Winfrey) lamentandosi che è da tre anni che non vede più sua madre, sua nonna (con le quali ha dormito fino a 13 anni....) e sua zia, da quando cioè si è sposato con una tizia non gradita alla celebre genitrice. Il caso vuole che lui da questa donna abbia avuto una figlia (o un figlio) e sia in attesa del secondo (o seconda). Bene. Il giorno dopo lo show (registrato prima) la notizia bomba: il figlio della messicana si sta separando. Da qui il dramma. Da qui lo scatenarsi di tutti i programmi di gossip. Da qui l'inizio di una catena di pattumate inutili da raccontare. Certo, negli Usa in tv c'è di tutto tranne le cose che contano. La guerra in Iraq, per esempio, di cui non si sente parlare neppure per sbaglio. Figuriamoci nelle televisioni di Miami e dintorni in lingua spagnola. Che la Castro se candidi per la presidenza? Magari dopo aver preso la green card grazie ad una buona parola di Ugly Betty.
Giorni di vacanza. Che tengono lontano il rientro. Giorni di malinconia. Che tentano di avvicinarmi alla mia vita oltre l'oceano, Atlantico questa volta. La costa a sud di San Francisco non è male. Mi piace. Certo... non ci passerei più di due giorni di seguito. Appunto. Two time nano.
(nella foto il quartiere Castro a San Francisco)

mercoledì, agosto 29, 2007

Il post(o) in cui sono stato

Ho scoperto la mia nuova passione. Le foche (e che Dio ci benedioche). Va beh. Le adoro perché non fanno nulla tutto il giorno, stravaccate a prendere il sole se la spassano. Le amo. Oggi viaggetto rapido in direzione nord. Appunto, dove c'è una riserva naturale sulla costa piena di animali. E di uccelli. Che non amo particolarmente (che battute state pensando? coglioni). Il nome del posto non lo so. Non memorizzo nessun nome. A parte San Francisco del resto non so nulla. Per farmi capire dico: "Il posto in cui siamo stati il giorno del mio compleanno, il posto in cui sono stato ieri, il posto in cui sono stato mercoledì ecc ecc." La mia causa è persa. Comunque sia...(in tv c'è un film con Leonardo Di Caprio, quanto figo è?). La costa è meravigliosa. Chilometri di nulla interrotti da paesi (chiamiamoli così va...) ordinati e puliti come una vetrina di Via Montenapoleone. Senza glamour e senza stile, però. Per questo interessanti. Casette in stile Happy Days di legno e cartone, una vicino all'altra. Penso all'Italia e all'impossibilità di poter stare soli. Ecco, La California è agli antipodi. Se vuoi passare una giornata in totale solitudine qui hai l'imbarazzo della scelta: boschi, coste, colline e montagne. E intorno a te il nulla. La differenza più grande è questa (quello in tv urla, co urla?). Two time nano.

martedì, agosto 28, 2007

Ocra, grigio, Ambra

Settimana dedicata ai viaggi. Tanto per capire un po' come è sta California. Poi lunedì rientro nella mia routine con l'ultimo rush di corso d'inglese. Che dire. Che sta posto è na bbomba. Ieri sono stato a Monterrey. O meglio uun po' prima. In spiaggia. Non sia mai che me imbatta in una chiesa o in un museo. Nooooo. Per carità. Qui tanto non c'è nulla da vedere a parte accozzaglie di monumenti i quali da soli giustificherebbero il famoso terremoto che minaccia San Francisco e dintorni da una vita. Non se possono guardà. Ma il resto è fantastico: colori, luci, natura. E' pazzesco vedere come in pochi chilometri cambi completamente il paesaggio passando da un rigoglioso verde, a un tenue ocra o a un laconico grigio scuro. Per non parlare della solita nebbia. Certo, andare in giro in auto per le strade della California con la Bertè che urla dal cd fa un po' tenerezza. Per fortuna è durato poco. Meglio la compilation de mia sorella nell'arte e nella vita. Va be. Ma queste so bazzecole. Che ci fa Francesco Renga a San Francisco? L'ho incontrato ieri, l'istinto da patacca che ho, mi avrebbe portato a fermarlo per fargli la solita domanda che gli faccio (di solito) quando lo intervisto: "Come sta Ambra?". Non l'ho fatto. Me so trattenuto. Ma ancora me chiedo il perché... Two time nano
(nella foto, soft drink in the Usa)

domenica, agosto 26, 2007

Mi piacerebbe

Senza coperta, senza cibo, senza nulla. Per fortuna la serata è stata leggeremente meno fredda del normale. Che significa lo stesso giacca di pelle, maglione di lana, megalietta e canotta. Se si sta fermi. Se ce se scatena in un club, beh basta la canotta... Il film non era La dolce vita ma 8 1/2. Mi è piaciuto. Molto. E' la prima volta he lo vedo intero. Mi ci sono ritrovato. Anch'io ho spesso un brutto rapporto con la verità e con le bugie. Soprattutto quando si parla di sentimenti. Confondo le due cose, agli altri e a me stesso. E stasera la confusione è più forte del solito. Bene. Mi chiedevo quanti degli abitanti di San Francisco presenti a Washington square park sanno che l'Italia non è più la stessa raccontata da Fellini. Mah. Secondo me non hanno capito nulla. Mentre stavo fumando, un po' defilato dagli spettatori sdraiati e intabarrati dentro coperte e sacchi a pelo, mi si è avvicinata una pazza. Mi dice: "Vuoi dormire con me stanotte?". Basito la guardo e le dico: "I don't speak english, I'm italian". Me spara qualche minchiata su non so che parente e poi mi abbraccia e aggiunge: "Comunque non ho mai dormito con un italiano...mi piacerebbe". Bella mia, quante cose piacerebbero a me...Two time nano

sabato, agosto 25, 2007

Forever. For fun

Sono stato qui. A festeggiare il mio compleanno. Adoro questi posti. C'era la nebbia. Ma anche il sole. Il freddo. Ma anche il caldo. Mi piacciono perché sono un po' come me. Credo. E' stata una sorpresa. Bellissima. Domani sera mi hanno invitato a vedere La dolce vita in un parco all'aperto. Che ovviamente non ho capito qual è. Devo portà una coperta se no schiatto dal freddo. Il problema è che ho solo il piumone. Mica me posso palesare con il piumone, magari addosso, stile Wanda Osiris. Ci penso domani a come risolvere l'empasse. Magari mi presento come Anitona in abito lungo e nero. Per la parrucca bionda no problem. In televisione è pieno di televendite e ieri ne ho beccata una di parrucche. Qui è facile fare anche le drag. Comunque. Oggi ho corso per le vie dietro casa mia in direzione sud. Quanto è bella questa città e quante sono belle le case? Quanta voglia di rimanerci per sempre mi viene? Per sempre? Ma no... era solo una battuta. Two time nano
(Nella foto, una spiaggia di Marin county)

giovedì, agosto 23, 2007

Quaranta, mi dicono....

Ok. Sono stato indeciso fino all'ultimo momento. Odio i festeggiamenti. Anche a San Francisco. Soprattutto quando mi riguardano. Sono un ego timido, devo averlo già scritto su questo blog da qualche parte. Comunque. Oggi compio gli anni. Quaranta, mi dicono. Sarà... Non voglio cadere nella trappola...ma la mia anima è troppo baracca. Troppo. Puttana eva. Quindi non ce la faccio. Quindi: "I love you, don't forget it". Two time nano
(nella foto, Alcatraz)

mercoledì, agosto 22, 2007

Signora mia, lei non parla inglese

Ho trovato una che parla l'inglese peggio di me. Si chiama Charo. E la voglio ora. Di professione fa la cantante, attrice, ballerina. Una poliedrica insomma. Wikipedia dice che è nata a Murcia (in Spagna) nel 1941 o giù di lì, ma lei sostiene di essere invece nata dieci anni dopo (o giù di lì). Sta partecipando al solito reality di vip di scarto (che in questo caso si chiama The surreal life e mi sa che è una replica visto che questa e la terza edizione anche se sono già arrivati a sei) che girano per le reti tv del mondo, insieme con Brigitte Nielsen che qui rimanarrà per sempre l'ex moglie di Sylvester Stallone (un po' come la Bertè che in Svezia rimarrà per sempre l'ex di Borg), Comunque. Lei, la Charo è una bomba. E' una via di mezzo tra la Pampanini, Sandra Milo, Spagna e Isabella Biagini. Parla con un accento spagnolo pazzesco e la mattina, senza trucco e con il parruccone da almeno tredici chili di capelli, non se può nemmeno sfiorare con il pensiero da quanto te fa spaventà. E' una baracca e io vorrei essere un terremotato del Belice.
Ho deciso che con l'inglese sono peggiorato. Punto tutto al rash finale a settembre. Fra qualche giorno compio gli anni. Quaranta. Credo. O forse come Pamela Anderson ho sbagliato a fare i calcoli e ne compio 17. Ma non ditelo in giro. Il regalo più bello è essere qui a San Francisco. Non perché è San Francisco ma perché avevo voglia di andare via per un po'. Lo desideravo da anni. Ci sono riuscito. Sono felice. La vita è bela. Ora mi guardo in tv la replica dell'ultima puntata di Sex and the city. Forse, avendola vista quelle trenta volte, ce capisco qualcosa. Two time nano (che qualcuno me chiede cosa vuol dire: signora mia, nano nano equivale a nano due volte. Da qui in inglese Two Time Nano. Si vede che lei non sa l'inglese...).
(nella foto Charo)

lunedì, agosto 20, 2007

Sformati famiglia

Spettacolo di drag queen. In un hotel in centro. Dire che è una cosa per turisti è come dire che a Disneyland c'è Mickey Mouse. La Palisse. A me sti show di trans continuano a non convincermi e a mettermi un po' di tristezza. Sono come i clown. Mi fanno ridere zero. Comunque. Sono a San Francisco. Sono in America. La terra della libertà. Dicono. Ieri avevo voglia di patatine. Mi sono percipitato al supermercato vicino a casa mia e aperto 24 ore al giorno, sette giorni su sette. Bene. C'era il due per uno. Ma non è questo il problema. Il problema è che un pacchetto di semplici patatine non lo trovi. Ci sono i formati famiglia (da noi) che qui diventano sformati famiglia (visti i risultati). So talmente grandi che prima li compri e poi passi dal notaio per dirgli a chi andranno quando seccherai. Impossibili finirli in una vita. Sono patacche. E' inutile insistere. Qui è tutto grande. Persino i fiori delle piante. E' un popolo strano. Ma per conviverci basta non capirlo. E io in questo ci riesco benissimo. "When do you leave?", mi chiedono. E io rispondo: "I'm from Italy". Siamo perfetti. Due vuoti a perdere. "Two lost empty", no? Two time nano (hihihi)

venerdì, agosto 17, 2007

Obrigado

Ok. Racconto veloce una cosa, poi mollo il colpo. Tanto siete tutti in spiaggia. Oggi una ragazza del corso (21 anni from Brazil) ci ha salutato visto che sabato torna a San Paolo. Ha passato sei mesi a San Francisco. Una tipa che a me è molto simpatica anche perché mi ricorda la sorella di una mia amica, nonché mio ex direttore. A parte questo, è stata molto dolce: alla fine della lezione, dopo foto scambio di e-mail e minchiate varie, siamo rimasti in tre o quattro a fare chiacchiera e lei si è messa a piangere. Mi ha fatto molta tenerezza. Mi è venuto in mente la mia fobia per le partenze e per i distacchi. Perché in fondo si parte sempre. Quando si torna, non si è mai come prima. C'è sempre qualcosa di più da ricordare. Ed è questa la cosa più bella della vita. Credo. Comunque. Oggi Juliana (così si chiama la brasiliana) ha presentato la sua relazione che consiste nell'esporre un tema a piacere inerente al proprio paese (tutti gli studenti lo devono fare. Io sono indeciso se parlare di Santa Lucia o di Gina Lollobrigida). Ha parlato di Pelè, la star più popolare del Brasile. Alla fine ho chiesto: "Ma di Sonia Braga non ci racconti nulla?". Uffa. Two time nano
(nella foto, l'anonimo ingresso della scuola di inglese)

mercoledì, agosto 15, 2007

Malumore a mille (anzi a 75 dollari)

Settantacinque dollari. E' la cifra che ho cacciato per tagliarmi i capelli. Mather fuck. Come direbbero qui. Per avere un taglio cha fa anche cagare, per altro. Me sembra de essere Perry Mason. Per altro. Decido che mi devo tagliare i capelli perché ho una testa che fa paura. Cerco un po' di haircut qui a San Francisco, a Castro, nella zona dove vivo e vedo che più o meno tutti si aggirano intorno ai 25 dollari. Ma non mi convincono troppo. Vado in quello più vicino a casa mia (nella foto l'anonima insegna che mi ha fottuto). Entro, bonfonchio qualcosa, il tizio che è alla cassa fa finta di capire, io anche, mi siedo, mi fanno lo shampoo, mi massaggiano il cranio, mi fanno accomodare sulla poltrona, mi chiedono cosa possono fare per me ecc. ecc. Mentre il tizio tagliava ho capito subito che se la tirava da morire ma senza motivo. E già me stavo innervosendo. Faccio finta di nulla, guardo sottecchi il tagliatore timido che sforbicia con parsimonia sulla mia testa, nel frattempo leggo Rolling Stone, di cui non ho capito un solo titolo, e alla fine mi alzo, ringrazio e vado a pagare. Il resto l'ho già detto. Mi è venuto un malumore a mille che la metà basta. In più mi sembra di essere mio nonno e in più fra una settimana dovrò ritagliarli perché me li ha praticamente semplicemente spuntati. Qui 75 dollari sono almeno 16 o 17 gin and tonic. E me fermo qui...two time nano

lunedì, agosto 13, 2007

I'm very six. I suppose

La cosa divertente è quando faccio i compiti: scrivo in inglese come se parlassi in italiano, treducendo simultaneamente tutto e mettendoci anche dentro qualche botta di ironia che già in italiano mica sarebbe poi così facile capire. E il dramma è che insisto anche. Comunque. Sono negato per le lingue. Per l'inglese poi. Non ho memoria, non mi ricordo una parola che è una e arrivo a sera che sono sfinito dal tanto impegnarmi a cercare di capire qualcosa. Oggi mi è venuto persino il dubbio di non essere particolarmente arrivato. Boh. L'unica cosa che capisco, ma mi sembra strano, è quando mi dicono "sexy". Secondo me mi dicono "six" e io capisco "sexy". Che povero Cristo sono? Oggi al parco ho preso un po' di sole. Poi sono arrivato a casa e ho fatto i compiti d'inglese. Mi sento uno studentello nella classe dei ripetenti. Ma ndo sta il compagno sexy (o six?) presenza fissa nei B movie all'italiana? E' vero che generalmente era la supplente quella che se trombava gli studenti. O mio Dio,.... vuoi vedere che... no va beh... lasciatemi perdere...in questo loop non ci voglio entrare.
Voglio tornare in spiaggia dove sono stato venerdì pomeriggio. Ho fatto il bagno. Il bagno.... Diciamo che mi sono sbattuto in acqua e sono uscito alla velocità della luce con un inizio di stiramento ai polpacci dovuto all'acqua troppo fredda. Mi sa. Ma che bello che è l'oceano. Two time nano

venerdì, agosto 10, 2007

Made in Italy (lui)

Beh, ieri sera ho un po' esagerato. Credo di non essere più abituato a bere. O qui i gin and tonic sono più forti. Fatto stà che a mezzanotte quando mi sono ritirato (come direbbero a Napoli) non capivo più nulla. Doccia e a nanna. La mattina, questa mattina, ero ancora leggermente storto. Ora sto in forma come una leprotto che sta sfuggendo al suo cacciatore. Peccato che il cacciatore di me stesso, me sa, sono ancora io. E' da 40 che me cerco, ma ndo vado? San Francisco ormai la controllo senza problemi, soprattutto quando sono sul tram dove c'è scritto Milan, Italy. Sì, esattamente come quando studiavo e mi infilavo sull'11 per raggiugere casa dalla Stazione Centrale. Qui i tram sono tutti diversi, e provengono (mi dicono) da diversi paesi del mondo. Very fanny. Dicono loro. Sarà.
La mia nuova passione è infilarmi in libreria, durante la pausa delle 11,30 (30 minuti) e comprare libri in inglese. Ora sono alle prese con l'ultimo di Umberto Eco. Leggo due o tre paginette al giorno, sottolineo le parole che non so, poi le cerco sul dizionario. Ho messo in piedi un traffico con sto' inglese che se non lo imparo ora non lo imparo più. A lezione il teacher cripto gay è più elegante di Oscar Wilde. Veste tutto italiano, Prada, Etro, Guggi, impeccabile nelle sue camicie ben stirate e dentro i suoi panaloni a tubo dal taglio perfetto. Lo detesto. Detesto il fatto che qui io abbia solo jeans, ciabatte e un paio di orride scarpe da ginnastica mai state belle neppure appena comprate. Non c'è praticamente competizione. E non reggo l'affronto. Certo, io lo provoco con le mie camicie anni '70 original (Simo, bbono) ma sono anni luce distante dal suo glamour. Puttana eva. Sto gringo di merda è più up to date di me che vivo a Milano. Lui sarà fierissimo di questa cosa. Poi, mi sa che è anche un po' fascistello. Mi sa. Too much...too much. Too (hihihihi) time nano

martedì, agosto 07, 2007

Mazurka con Madonna

Scromp scrup scramp (rumori de boscaglia e legna calpestata da esseri umani). Poi: "Sorry, sorry did you see a cat with a fur red please?". Io: "Yes, 30 minutes ago, more and less, but I arrived in this house yesterday and I suppose that the cat live here". Il vicino: "No because bla bla bla". E via a saltà da una proprietà all'altra a cercare il gatto. Io ero nel mio cottage comodo comodo a fare i compiti di inglese (i cui risultati mica se vedono). Ad un certo punto mi appare questo sulla cinquantina abbondante, (forse sessantina abbontante) a chiederme del gatto. E via fuori anche io a cercare sto cesso de gatto. Poi, quando il tizio ha ormai scavalcato almeno trecento staccionate ed è arrivato a Sacramento (capitale della California, l'ho scoperto oggi) il coglione di gatto appare, con un pelo lungo e lucido che se lo becca la Marini se fa du' extension in un battibaleno. Chiamo il tizio, tale Charles, che torna indietro e dopo altri scromp scrup scramp mi si palesa davanti. "Thank you so much, thank you so much e bla bla bla". Morale della favola: dopo due minuti mi porta una bottiglia di vino rosso. E io: "Quando la berrò penserò a te e al tuo gatto". E via che sparisce oltre la staccionata del giardinetto dietro casa. Bene. Non è finita. Dopo il gatto, passa un'oretta, me arriva il topo. Na bestiola marrone (ma ci sono i topi marroni?) con coda orrida che si infila in un'aiuola, questa volta, del cortile davanti alla porta di entrata. Me so precipitato in bagno e ho chiuso l'asse del water. Per i coccodrilli c'è tempo. Next life, magari.
Verso le 7 p.m. vado a bere qualcosa al Badlands, l'unico posto in cui praticamente sono stato. Mi piace molto. Lo trovo molto anonimo e per questo molto San Francisco. Non so, ha qualcosa che mi fa piacere. Non che gli altri siano tanto diversi... Sono più o meno tutti uguali. Comunque, sono stato abbordato, in ordine sparso, da: un tipo che ballava la mazurka sulle musiche di Madonna, tic munito; un ragazzino di, forse, 18 anni filippino o giù di lì che si è messo a simulare uno streep davanti a me (c'è il frigo, qui dietro, che ogni 3 minui parte e fa più rumore di un Dc10); un texano che si è presentato e parlando subito in spagnolo mi ha blaterato qualcosa e alla fine mi ha baciato e detto: "you are so beautiful"; per ultimo da un tizo che a parte sorridermi ripetute volte non ha fatto altro. Dopo due orette scarse me so ritirato. Divertito dallo spettacolo. Ora vado a letto. Two time nano

domenica, agosto 05, 2007

Qui è ancora sabato

Qui il venerdì non si va a scuola. Mi sono adeguato in un battibaleno. Sono andato verso l’Oceano, fuori dalla Baia. Ad ovest di San Francisco. Un freddo becco. La mia idea era di andare con il mio laptop, fermarmi un bar, mangiare, scrivere, leggere. Fare un po’ il pensionato. Che è la cosa che mi piace fare di più nella vita. Beh , sono finito in un posto dove non c’era praticamente nulla se non case, cinesi e silenzio. Che potrebbe tranquillamente essere un ossimoro. Ma lì non lo era. Questo oceano continua a piacermi tanto. Sabato mi sono trasferito nella mia nuova casa. Na bbomba. Piccola, una stanza a piano terra con giardinetto sul retro. Very Happy Days small size. Peccato che non ci sono i fornelli. Ma me ne sono accorto solo dopo essere andato a fare la spesa e aver comprato pasta, bacon e uova. Torno mi guardo in giro e mi dico: "Ma dove sono i fornelli? Noooooooooo cazzo, i fornelli". Ma poi ho risolto tutto. C'è una piastra elettrica che va alla grande. Per fortuna. Anche il bancomat ha ripreso a funzionare. Per fortuna.
Questa città è piena di barboni. Ieri sul tram ho visto un ragazzo messo malissimo. Avrà avuto non più di 25 anni, di una bellezza commuovente. Aveva dei capelli stupendi biondi e ricci che gli arrivavano alle spalle e che spuntavano fuori da due cuffie di lana (una sopra l'altra) che aveva in testa. Era seduto con il suo zaino a pezzi, una custodia di violino (deduco con strumento annesso), conciato da fare paura. Era in piedi, guardava il finestrino e continuava a passarsi le mani nei capelli ricci sistemandoseli. Gli occhi andavano da ogni parte, pompati da chissà cosa si era infilato in vena. Credo di non aver mai visto dei capelli biondi così belli in un uomo. Lui aveva gli occhi azzurri, il naso molto pronunciato e chiaramente rotto, lo sguardo torvo, la pelle rossa e cattiva. Come lui. Era alto e non riuscivo a staccargli gli occhi di dosso. Sto leggendo un libro sulla rinascita di un disperato di 23 anni tossicodipendente e alcolizzato da almeno 10 (Un milione di piccoli pezzi una sorta di autobiografia di James Frey). Credo che quel ragazzo che ho incontrato qui a San Francisco sulla linea 71 fosse lui. Oggi qui è ancora sabato ho passato un venerdì notte che mi riprenderò fra tre wekeend e ora (sono le 9,31) andrò a letto. Two time nano
(nella foto, Outdoor my house)

venerdì, agosto 03, 2007

Mommy? no, Moma

Stanotte ho dormito non benissimo. Ieri sono andato a letto troppo presto. Ero troppo stanco. Ho sognato tanto. Troppo. Mi sa. Mi sono stufato di essere nomade e non vedo l’ora di trasferirmi nella mia casa nuova (uno studio di 5m etri quadrati 5 con giardinetto di 2 metri quadrati 2). Ho voglia di mettermi a cucinare qualcosa di decente. Qui si mangia da Dio e si paga poco ma di uscire tutte le sere me so rotto. Ho scoperto che anche il bancomat non funziona più. Quindi sono senza soldi. Domani vado in banca e vedo se mi aprono un conto qui. Alla Bank of America. Mi suona bene. Mi piace. Pomeriggio al Sfmoma, San Francisco museum of modern art. Tra le altre cose c’era una esposizione di Martin Munkacsi fotografo ungherese, ex giornalista a Berlino trasferitosi a New York con la discesa in campo di Hitler, diventato una celebrità, morto in miseria agli inizi degli anni sessanta e maestro postumo di Avedon e tanti altri. Molto interessante. Sicuramente di più della solita esposizione permanente fatta di Picasso, Dalì, Morandi, Mondrian, Klee ecc ecc. Di cui onestamente non ne posso più e che ho visto, diciamo così, a volo d’uccello (my sister in the art and in the life, do you remember?) De Picasso poi…A parte quattro cose non mi è mai piaciuto ma solo a Barcellona l’ho realizzato e me so detto: Basta.
Ora sono qui al caffè del Museo a scroccare corrente. Non avendo un dollaro in tasca non ho preso nulla. Va beh, speriamo di risolvere anche questo problemino. Two time nano.

(foto fatta a Union Square mentre strimpellavao jazz dal vivo)

mercoledì, agosto 01, 2007

My name is Alberto

Mentre scrivo sono stravaccato a Union square nel cuore di San Francisco. Boh, c'è qualche connessione wireless e me so azzeccato. Stanotte dormito 8 ore. Felice mi sono presentato a scuola e nonostante il test di ieri sia stato un disastro, la responsabile degli studenti, appena mi ha sentito parlare mi ha sbattuto ad un livello superiore. Me sento già Oprah, pronto a candurre un talk show.
Primo esercizio in gruppo. Io sono con un coreano e una giapponese. Dobbiamo pensare a qualcosa o qualcuno e dare delle indicazioni in modo tale che il compagno (o i compagni come nel caso mio) capsica chi o cosa sia. Attacco io: "E' una famosa ragazza che vive a Los Angeles ma il suo nome è lo stesso di una città europea" (tutto questo ovviamente in inglese, ochi). La japan risponde Paris Hilton (tra gli sghignazzi, ma co ridono continuamente quelli?). Attacca il coreano: "E' il più importante libro ch sia stato mai scritto". Rispondo io: "Harry Potter". E lui: "No, la bibbia". Domanda successiva: "Ma di cosa scrivi in Italia!". Io: "Di starlette televisive e di reality show". Loro "hihihihihihihihihihihi". Come dire: "si spiega tutto". Ora dopo. Cambio edificio, cambio aula. Si presenta il nuovo teacher. Scarpe italiane, calze a righe, pantaloni neri a tubo, camicia azzurra, cravatta nera, capelli lisci pettinati in avanti, occhi azzurri, bocca carnosa. Mi guarda e mi fa: "Ieri tu non sei venuto, vero? Presentati...". "My name is Albert I come from Italy and this is my phone number...". Naturalmente la seconda parte non l'ho detta. Quanto vuoto sono? Two time nano

(Nella foto, l'insegna del quotidiano più famoso di San Francisco)