mercoledì, maggio 31, 2006

Mi vedo

Mi vedo. Sorrido. Ammicco. Sono tutti lì a guardarmi. Mi applaudono. Sono il più bello, sono il più bravo, sono il più intelligente. Tu ridi. Ti gongoli. Ti consoli. Ti rivedi in un bambino piccolo dagli occhi chiari, dalla testa grande e dalle gambe corte. Il circo non c'è. Il clown fa piangere e poi non piace a nessuno. La donna cannone è esteticamente fastidiosa. Eliminata. Belve, tigri, furie, solo dentro di noi. Mi vedo in uno sgabuzzino pieno di cartacce e libri che guardo una bicicletta da corsa troppo grande per essere cavalcata. "Non vedo l'ora che si rimpicciolisca", penso. Io immobile. Il resto modificabile. Avrei dovuto aspettare, ovviamente. Ma un giorno, ne ero sicuro, su quelle due ruote tenute insieme da un tubo di ferro e da un volante curvo ci sarei salito. Sono il più bello, sono il più bravo, sono il più intelligente. Io bello. Io bravo. Io intelligente. La claque si fa sempre più ampia. I consensi sono alle stelle. Posso andare in tournèe. Zie, parenti, amici il pubblico pagante. Clienti, negozianti, e curiosi quello consenziente. La luce mi acceca, l'occhio di bue si fa sempre più stretto. Io, chiaro. Intorno a me il buio. Poi, di colpo stop. Blackout. Tilt. Defaillance. La bici è sparita. Non so dove sono. Non so cosa ci faccio lì. Gettato in un mondo in bianco e nero. Solo. Corro. Mi inciampo sulla mia ombra. E cado. Mi fermo. Senza nessuno che mi sollevi. Non sento più applausi, non vedo più claque, il cono di luce è infinito e prende dentro tutti. Donna cannone e clown compresi. Vado in astinenza, ho bisogno della mia droga, di sguardi appesi ad un filo salvati da me. Ma il mio pusher è sparito, ha cambiato lavoro. Non si dedica più a me. Ho 14 anni e ho davanti a me l'infinito. Buon compleanno mamma.

giovedì, maggio 25, 2006

Chiuso per inventario

Melanie Moore a Markette parla di scarpa e vagina. Su ItaliaUno quelli di Lucignolo stanno facendo il solito viaggio nel mondo della notte tra sesso a pagamento, corpi da masticare avulsi da diete e chirurgia estetica. La voce fuori campo parla di carne che si vende. Anche io, come gran parte del mondo, vendo la mia al mio datore di lavoro. Ma nessuno grida allo scandalo. Nessuno viene qui con una telecamera a sbirciare la mia vetrina. Chiuso per inventario. Eterno. Nano nano.
(Nella foto, Macelleria, Annibale Carracci, 1580)

venerdì, maggio 19, 2006

Le fil rouge

"Io odio l'estate. Tornerà un altro inverno. Cadranno mille petali di rose. La neve coprirà tutte le cose e forse un po' di pace tornerà....". Sudo. Sento le zanzare. Sotto il piumone del letto, che non ho voglia di togliere, fa un caldo bestia. E di toglierlo per due fetide lenzuola non mi viene neppure in mente. Almeno ora. Ci siamo. Inizio a dormire male, senza abbracci, a non avere voglia di uscire, di finire le giornate a guardare dal terrazzo il cortile interno del palazzo dove abito e pensare: "Dio bono, un'altra estate, altri mesi grondanti di sudore a dire che cazzo ci faccio qui a Milano, perché non sono ai tropici, ad Ibiza, in un dammuso pantesco a fottere come una puttana con la persona che amo". Sì, d'estate dormo da cani e odio uscire. Troppo vociare per le strade. Troppe ali nell'aria. Troppe domande a cui rispondere. Oggi mi arriva un sms che mi chiede educato: "come va?". "Bene", rispondo. "Ho appena trombato. Ed essendo sesso dipendente e vuoto come un otre appena mi riempiono ritrovo il sorriso. Il dramma è quando finisce l'effetto. E tu?". Pochi minuti dopo ne arriva un altro simile. Digito: "Bene. Come sempre. Mi sembra di essere in mezzo ad una piazza fermo e davanti a me un dedalo di strade. E io che non so quale mi piacerebbe prendere. Neanche quale prendere. Ma quale mi piacerebbe prendere. Per il resto da dio. Il problema è che non ho capito bene cosa sia il resto. Ti voglio benissimo...". Non mi ha ancora risposto. Deduco che abbia fatto una pennica prima di arrivare in fondo. Come biasimarla. Con 1982 abbiamo parlato di sogni, di amori ideali, di principi e principesse scarlatte con sotto la tutina azzurra. Fino a poco tempo fa volevo farci entrare in questa smilza tutina azzurra gli amori distratti e caracollanti che mi passavano accanto e che catturavo all'ultimo momento. Ora non faccio altro che sistemare, allargare, plissettare, questo dannato cencio scolorito affinché chi ho vicino ci entri e si senta coperto. Protetto, avrei detto in un altro momento. Ma mi sa che i risultati sono gli stessi. Vacui, inani, vuoti. Un po' come me, forse. Noi siamo il fil rouge della nostra vita. Ecco perché gli unici che hanno capito tutto sono Dolce e Gabbana. Oggi (ieri) è il compleanno di mia sorella nell'arte e nella vita. Ha ricevuto un mazzo di fiori. Ed è tornata rabbiosa. Ed è il regalo più bello che poteva farmi. Lei a me. Ovviamente. Essendo il suo compleanno. Senza di lei la mia vita sarebbe una merda. Non mi stancherò mai di dirlo. A proposito di compleanni , è venuto in mente che il mio è ad agosto. Agosto. Che è estate... nano nano

lunedì, maggio 15, 2006

Artisti carogne

Periferia di Milano. Nord. Nord-est per la precisione. Bicocca. Che detto così fa molto quartiere romano. Sabato pomeriggio. Fa caldo. C'è una brezza primaverile che quando ti soffia addosso sembra che si porti via tutte le nefandezze che hai dentro. Non è così. E' un vento bastardo capace di ingannarti ogni volta. Quintali di mattoni e cemento vestiti di nuovo sostengono a fatica un'area urbana rivalorizzata a suon di tecnigrafi e frasi ad effetto. Qui ci sarà il futuro. Qui ci sarà il domani. Qui ci sarà sempre il sole. Qui ci sarà eternamente la bella stagione. Dicevano. Non so se è così so solo che è sabato pomeriggio. Fa caldo. C'è una brezza primaverile che quando ti soffia addosso sembra che si porti via tutte le nefandezze che hai dentro. Ma in giro non c'è nessuno. Neppure intorno al gigantesco contenitore di schermi. Vicino, carcasse di fabbriche abbandonate, alte, grandi, vuote e buie. E alberi. Alberi che hanno visto passare sotto le loro fronde migliaia di esseri umani pronti a sacrificarsi per far crescere un sogno. Lo stesso che diceva: questo è il futuro. Questo è il domani. Questo è il sole. Questo è la bella stagione. Ora, cioè domani, uno di questi parallelepipedi infiniti è diventato una galleria d'arte. Contiene mostre, vernissage, esposizioni. Prima conteneva mani sporche, tute da lavoro, acciaio e corpi sudati. A questo punto, forse ha ragione Marx. Forse il signor Cipputi è un artista e forse la storia delle grandi metropoli lo sta confermando. Del resto finora non è mai successo il contrario: nessun museo si è mai trasformato in una fabbrica. Artisti carogne tornate nelle fogne. Potere operaio. Nano Nano
(nella foto, Università degli studi di Milano, Bicocca)

venerdì, maggio 12, 2006

Voglio i tuoi occhi

"...Per tornare a noi, ogni tanto capita di non fidarsi più, le persone si trasformano, nella tua mente in marionette, come pupazzi, ai quali fai eseguire i movimenti che vuoi. O meglio, le tue paure muovono queste marionette, questo tuo teatrino interiore, secondo una sceneggiatura preordinata, che termina puntualmente con la realizzazione del tuo dramma preferito: scomparire dalla faccia della terra. Così, prendendo coscienza di questo, capita che io ti trasformi in un burattinaio sadico e ti odi. Ma poi tu torni a consolarmi, mi capisci e mi ami; e poi guardo i tuoi occhi, in fotografia, rassicuranti come l'ultima volta. Stringo un patto con il diavolo, voglio i tuoi occhi, di nuovo e a tutti i costi. Fumo una sigaretta per sancire questo patto, amore mio, ma poi scopro atterrito, che sei tu il diavolo...".
Pier Vittorio Tondelli, Camere separate, 1989.
(Nella foto, Robert De Niro interpreta Louis Cyphre in Angel heart, 1987)

lunedì, maggio 08, 2006

Atrapado

..."Atrapado, moribundo con esta gana de bailar contigo....Dame jaleo aleo aleo aleo oooo"... Sono stato al concerto di Ricky Martin. Solo il giorno dopo mi sono ricordato che canta. Mica mi ero accorto durante il florilegio di movimenti di braccia, collo, gambe, bacino, pettorali, muscoli a cui ha assistito lo strapieno DuchForum di Assago. Rapito dal portoricano devo avere annullato tutti i miei sensi per concentrarmi sull'unico che meritava di essere lì con me: la vista. Comunque.... Dopo la Cucca è arrivato Ricky. Per fortuna Cristina D'Avena non è in tour... Ieri pomeriggio c'è stato quel convegno sugli anni '80. A parlarne c'eravamo io (penaepanico), Ivan Cattaneo, Max Novaresi, Francesco Specchia (Libero) e Luca Dondoni (La Stampa). Che detto così fa molto Bulgaria. Replay, che c'era, mi ha confidato che avrebbe voluto chiedere: "il fatto che il 60 per cento di voi sia gay a qualcosa a che vedere con il decennio che state rappresentando?". E io ho pensato: "60%?". Sono un ingenuo dal cuore d'oro che fa il duro per non morire. Forse come lo è 1982 che qualche giorno fa mi ha mugugnato: "...non vedi che sono solo un bulletto di periferia?...". Non posso stare senza di lui. Nano Nano
(nella foto, Ricky Martin con il suo personal trainer)

venerdì, maggio 05, 2006

Cucca(to)

Sweet Charity, il musical con Lorella Cuccarini, non è nulla male se durasse 20 minuti. Dura 2 ore e mezza. Nano nano