mercoledì, marzo 29, 2006

Ecliss(ato)

Facciamo il punto della situazione. Oggi c'è il sole. Domani chissà. Ho appena sfogliato il nuovo Grazia. E mi viene da vomitare. Ma questo succede molte volte nell'arco di una mia giornata. La mia attività principale, ultimamente, consta nel guardare il calendario, sfinirmi sui siti internet delle compagnie low cost e tentare di beccare qualche volo a meno di 60 euro (andata e ritorno). Andrebbe bene, a questo punto, anche un Milano Brescia. Date disponibili da qui al 2012. Ovviamente non trovo mai nulla se non offerte di 5 euro per metà andata e 299 l'altra metà e il ritorno. Uno strazio. Peggio di quando mi alzo la mattina e guardo invidioso il lenzuolo. Ieri ho dovuto fare un lavoretto dove mi sono concentrato per due orette scarse. Alla fine ero sfinito. Mi sa che quando ricomincerò ad impegnare i miei due vagabondi neuroni avrò bisogno di un'unità medica a disposizione. Alternerò iperattività a narcolessia. Lo sento. Farò una brutta fine. Certo, tornando a ieri, è' stato bello rientrare a casa e trovare la cena pronta: insalata mista, pesce con contorno agrodolce, farro con patate, vino e torta al cioccolato. La torta l'ho portata io. Il resto l'ha fatto lui... nano nano

martedì, marzo 21, 2006

Milano2 2onaliM

Ho pensato: questa volta davvero non ne posso più. Non ne posso più di questi amori fragi.... Ok. Bona. Sto scherzando. I miei ultimi post sono dei tali mattoni che ci potrebbero costruire una villetta a schiera. Qui a Milano2, anche due. A Milano tre? Va, bè. Che meravigliosa giornata che c'è oggi. Per essere a Novembre è deliziosa. Ho i vestiti primaverili già addosso. Sono un iconoclasta anche nel guardaroba. Anticipo talmente tanto i tempi che non mi schiodo mai dai 34 anni. C'è un cigno qui a Milano2 che che spesso esce della pozza d'acqua (con tanto di fontana in mezzo) e corre in direzione di StudioAperto. O meglio laddove c'è la redazione di StudioAperto. Il caso vuole che sia a piano terra e che all'esterno i vetri siano a specchio. Così il pennuto passa ore a guardarsi immaginando di essere in compagnia di un suo simile. Niente di interessante. Certo, se non dicessi che il cigno è l'essere vivente più intelligente che bazzica in questa periferia di erbetta e nuvolette. L'anno prossimo, si mormora, condurrà il meteo su Rete4. In compagnia di un'oca. Cazzate. Il sole se ne è andato. Ma sapere che la luce è la stessa di oggi pomeriggio mi ridà quella sicurezza che solo questa notte (vedi post precedente) era scomparsa. Ora lo posso gridare ai quattro venti: sono felice... E non vedo l'ora di andare a specchiarmi vicino al cigno. Perché secondo me mia madre mica me l'ha raccontata tutta.... io ho un gemello. Identico a me.
Nano nano onan onaN

Londra. Milano

Umore nero. Perché lui se ne è andato. Perché del lavoro non me ne frega nulla. Perché non so più da che parte stare. Se dalla mia o se dalla parte degli altri. Ho cercato di provarci. Ho cercato di convincermi che questa volta sarebbe stato diverso. Ho cercato di credere che fosse, almeno per un po'. Ho cercato. Ora mi sembra di essere un'addizione senza risultato, una moltiplicazione senza prova del nove. Sono, di nuovo, una sottrazione tendente a infinito, una divisione infenitesimale che si perde nell'approssimazione. Non so se ho voglia di ricominciare ancora una volta da capo. Mi sembra di essere una madre eternamente incinta. Senza mai partorire. Se non aborti. Aborti di me stesso. Aborti di altri. Aborti. E punto. Sono di nuovo sfinito e terrorizzato. Terrorizzato dal sapere che di questa tristezza mi nutro, perché in fondo è la cosa che conosco meglio. Che nascondo dietro affabili sorrisi al botox. Che dispenso come la macchinetta delle sigarette fa con le Marlboro. Nel mio caso, però, nessuno deve pagare. Se non io. Devo riannullare tutto, cancellare i flebili ricordi che questa ultima dilatata avventura mi ha regalato, non pensare ai miei fantasmi che tornano puntuali a farsi sentire quando si accorgono che nessuno può difendermi e che sono solo con la mia tremolante ragione. Ieri ero a Londra conscio di essere infelice e pronto ad aggredire la vita. Oggi sono a Milano, conscio di avere perduto, e nostalgico dei momenti in cui volevo aggredire la vita. Forse in fondo devo pagare anche io per quello che non dò, che non faccio, che non voglio mollare. Non so perché. Qualcuno che probabilmente si chiama Alberto, un giorno forse me lo spiegherà. So solo che di perdere ora, adesso, in questo momento, non ne posso più. Ora. Adesso. In questo momento. Domani, chissà. Nano Nano

martedì, marzo 14, 2006

Benvenuti a Milano2

Leggo sul giornale la pubblicità del libro di Daniela Santanchè La donna negata. E' un'autobiografia? Milano2 sembra di cartapesta. O meglio: pesterei a sangue chi insiste nel dire che questo è un bel posto. C'è il laghetto coi cigni (il famoso laghetto vicino al Palazzo dei cigni, dove tutti noi nella vita precedente, quella prima del 1990, spinti dai nostri sogni accecati abbiamo spedito almeno una lettera) che secondo me hanno l'aviaria e se non l'hanno spero che vengano massacrati da qualche rapace, il Jolly Hotel che prende il nome dal fondatore di questo ameno (nel senso che potremmo anche farne a meno) luogo (Silvio Berlusconi), una piazzetta pulita pulita ideale per il cecchinaggio (la vista dal primo piano è praticamente perfetta), quattro abeti e due metri quadrati di erba verde che mi ricordano le montagne vicino a casa mia. Che, naturalmente, mi fanno vomitare. Ci mancano Heidi, Peter e Neve (la Hunziker, bazzica già da queste parti) che mi sembrerebbe di essere in Svizzera. Che sarebbe anche meglio: potrei strafogarmi di cioccolato fondente e bianco per colmare i vuoti che mi assalgono quando supero la sbarra del parcheggio sotterraneo... Ma non così tanto sotterraneo come desidererei io.... ma non mi devo lamentare: io lavoro, io guadagno, io sono indipendente. Non ho ancora capito da che cosa. Sicuramente non dagli anti depressivi che mi dovrò ingollare se vado avanti così. E se ammazzassi i cigni e me facessi un boa de finto struzzo? Così, è anche giustificato se me metto la testa sotto terra (nella speranza che finisca in un condotto del gas). Nano nano

giovedì, marzo 09, 2006

Pulcinella e Colombina

Automobili strapiene di umanità. Che non ci appartiene e in cui non ci riconosciamo. Il buttafuori che ci dice: "Non si può ancora entrare, la gente che c'è dentro è già entrata e quando arriva la security si può entrare". Che è come dire: "Hanno costruito un altro palazzo, domani piove e credo che non andrò al mare, ma in montagna". Parole butta lì, come i puntini sulle ali di una coccinella. Io mi sento un curato di provincia, bigotto e codino, più italiano di un abbonato alla Gazzetta dello sport, che chiede spaghetti anche quando è in Grecia a passare le vacanze. Perché alla fine quello sono: un emigrato della trasgressività approdato sull'isola della pochezza che pensa, pensa e pensa ai tempi andati, quando bastava fumare una sigaretta nel cesso della scuola per sentirsi picconatori di regole e di ideologie vetuste. Siamo lì, fuori dai Magazzini Generali, circondati da quattordicenni con la vita bassa, non solo dei jeans, e con gli zigomi butterati bellamente in evidenza. Il micromondo composto da me e da lei, mia sorella nell'arte e nella vita, è come la Fenice: appena uno dei due è a terra, l'altro/a lo fa rinascere. Siamo due infelici. Forse. Ma è meraviglioso così. Oggi pensavo che sarebbe anche il caso di lanciare, intorno al nostro pianeta, qualche satellite. Seppur artificiale. Del resto la guerra fredda tra noi e il resto si è allentata. Possiamo permetterci di investire le nostre energie in qualcosa di nuovo. Penso che forse io un satellite ce l'ho già. In fondo anche lei. Ma ci sembra così faticoso mantenerlo in rotta che temiamo siano in realtà due meteoriti, pronti ad investirci, travestiti da corpi artificiali. Per altro è anche passato da poco Carnevale. Ma va bene, va bene così. Come cantava Vasco. Parola di Pulcinella e Colombina. Nano nano
(Nella foto, Una meteorite investe papa Giovanni Paolo II, Biennale di Venezia 2001, di Maurizio Catellan)

lunedì, marzo 06, 2006

Adam's Apple

Strappato da Cosmopolitan Uk, che sta per United kingdom, mensile notoriamente maschile, la "Pleasure map to his chest". Dove vengono indicati i punti , diciamo così più sensibili del torace. Che sono: pomo di adamo, l'interno delle ascelle, i capezzoli, i pettorali, la zona sotto l'ombelico, la zona pelvica e tutta la parte laterale del corpo. Si legge, quando si parla di neck: "To fire up your guy's desire, place your lips just below his Adam's apple and gently suck. Your mounth will be stimulating his thyroid gland, wich, according to ancient chinese medicine, closely corresponds to his package".

"Sarò Adamo e tu sarai
la mia piccola Eva Eva..."

Nano nano

venerdì, marzo 03, 2006

Cento, cento, cento

La Fura del baus è "na bbomba". Come direbbe la mia amica Lola. Ieri serata a teatro. Il gruppo catalano (ma Ivana Spagna in che stato è?) ha riletto la Metamorphosis di Kafka focalizzando tutta la piece sulla diversità. Non male per nulla. Come non male è (ma siamo comunque in un altro pianeta) lo spettacolo Cosa c'è di Strano di Gennaro Cosmo Parlato. Ci si tuffa negli anni Ottanta e si esce bagnati: chi dal ridere e chi di nostalgia. Altri motivi non ce ne sono visto che sul palco se vedono solo cessi. Comunque sia. Sanremo è finito? E' vero che ha vinto Iva Zanicchi? Nano Nano. (nella foto, Ivona davanti alla ruota di Ok il prezzo è giusto)