mercoledì, settembre 30, 2009

Basta che sia Cavill


L'ultimo film di Woody Allen sono io. L'ho capito subito, quando Boris (il protagonista di Basta che funzioni) parlando con la madre di un bambino al quale aveva tirato addosso una scacchiera durante una lezione di scacchi ha detto: "Suo figlio è scemo". E la madre: "Ma come è un bambino?" E lui: "Se è scemo adesso lo sarà anche da grande". E ancora parlando di dio: "Dio e gay". "Come può parlare così di uno che ha creato il sole, il cielo, il mare, le piante, la natura, le montagne". "Appunto, un decoratore". Poi sull'umanità: "Bisognerebbe obbligare i ragazzini a passare 15 giorni all'anno in qualche campo di sterminio, così capiscono cos'è la razza umana". Così... argomenti che io sciorino quotidianente da circa 25 anni. Generalmente il meglio lo do quando parlo della famiglia. Mi difendo bene anche su coppie e madri. Sugli uomini e la loro pusillanime evoluzione sono un esperto. Potrei fare un libro. Altro? A sì, non me la cavo male neppure sulla frustrazione, sull'insoddisfazione e sulla demenza umana. Ma questa rientra sempre nel capitolo uomini, generalmente. Sono un esperto anche in evoluzione caratteriale, frequentazioni e luogo di crescita. Su religione, animali e riti contemporanei, beh, lì sono un libro aperto: mi fai una domanda e ti butto lì un'acidità in meno di un secondo. Certo, se parlassi con Henry Cavill e scoprissi che lui è un giuggiolone direi che tutto è semplicemente bellissimo. Querulo sì, ma coglione no, grazie. Nano nano
(nella foto, Evan Rachel Wood e Henry Cavill)

sabato, settembre 19, 2009

Morte naturale

Sono sul taxi, insieme con altre due persone stiamo andando alla conferenza stampa di Striscia. Siamo a Cologno, dobbiamo raggiungere il cntro di Milano. In taxi. Odio i taxisti di tutto il mondo, figuriamoci quelli di Milano. Milano... Diciamo Milano vah, che non voglio dar spazio alla mia anima nordista. Siamo in taxi, dicevo, a parlare del più e del meno: il più sono io il meno è la D'urso, tanto per capire. Ad un certo punto scivoliamo drasticamente, non so come, non so perché, a parlare di educazione e rispetto. Dopo alcuni ragionamenti più o meno decenti interviene il taxista: "Oggi ho letto sul giornale che un signore di Madrid è stato reintegrato al lavoro, dopo essere stato licenziato per aver detto al suo capo "figlio di puttana" perché il giudice ha ritenuto che l'espressione fosse stata detta in un momento di rabbia. Vi rendete conto? A me se uno mi dice "Figghio di puttana" lo ammazzo. Che c'entra mia madre? Un conto sono i fatti lavorativi, un altro quelli privati. Tu, mia madre e tutta la mia famigghia non la devi nominare. Hai capito? Quelli sono fatti miei non c'entrano con il lavoro. Ma stiamo schezzando? Mia madre può essere una puttana ma mica me lo devi dire tu. Ma dove minghia andremo a finire?" E a quel punto, silenzioso e piccolo ho pensato: "Ce lo leveremo dai coglioni solo per morte naturale...Lo so... Fozza Italia. Nano nano. (Nella foto il cast di Soul Kitchen)

martedì, settembre 15, 2009

Le Corbu nella casetta

Mi chiedo come mai noi italiani non ci auguriamo che arrivi un bel terremoto su tutta la pensisola. Così ci danno una bella casetta prefabbricata con fiori sul balconcino annessi, jacuzzi nel bagno e che ne so due sedie della Kartell e un divano di Cassina. Se capitasse, il terremoto dico, io vorrei anche scegliere che ne so du armadietti di Zaha Hadid, du mensole di Ros Lovegrove e du letti di Cassina. Così, tanto per essere fashion and design. Tra un po' qui sarà tutto una consegna: in tv vedremo lui che apre le porte ai terremotati, sui giornali lui che lucida il salone (perché queste case avranno sicuramente un salone), su certi siti internet lui che grida al centotrentamilonesimo miracolo del suo governo. Ce sembrerà de vivere in un gigantesco camping, con tutte sti bungalow. Che probabilmente sarà sempre lo stesso, visto da diversi angoli e con diverse facce. Del tipo: "Per il Tg1 ad inaugurare la casa c'è la famiglia Morgante. Per StudioAperto ci sono i Ficorilli, che il cognome tira. Per il Tg5 tocca ai Di Bernardino. Cambiate anche il divano va, così da casa non se ne accorgono". Cose di questo genere. Che meraviglia. Io nel frattempo spero in Richter e impacchetto le quattro cose stracce che ho. Sia mai che con la chaise longue di Le Corbu sicuramente fornita insieme con la casetta post sisma, stiano da Dio. Nano nano

venerdì, settembre 04, 2009

Nel dubbio mi ossigeno

Megan Fox dichiara che è ha paura di finire schizofrenica, come Marylin Monroe. Quando l'ho letto ho pensato subito a Megan Gale, quella della Vodafone. Per me l'unica Megan è lei. Il restopaccottiglia di periferia. Insomma, sta Fox (immagino non parente dell'astrologo, o astrologa che non l'ho ancora capito?) se agita perché teme de fà la fine della bionda ossigenata per eccellenza. La cosa mi ha incuriosito perché proprio in questi giorni alterno fasi down, up, bi e polari, bianche, nere passando da un'ilarità fastidiosa ad una depressione sfinente senza soluzione di continuità. Così. Mi basta un nulla per cambiare umore. Come per esempio ora. A metà post mi è già cambiata l'ispirazione e vorrei spararmi una cannonata. E siamo alle 13.22 di un venerdì qualunque. Non so se optare per un regolatore di umore oppure per una tinta platinata. Mah. Nel dubbio sprofondo, tanto fra un po' tornerò a volare. Nano nano