venerdì, gennaio 22, 2010

Nel bagno del cinema

A me è sembrato una colossale stronzata. Non voglio fare quello che trova tutto ciò che è popolare, estremamente popolare, assolutamente popolare, definitivamente popolare, iperbolicamente popolare una minchiata. Non voglio fare quello. Ma lo farò... Le circostanze mi obbligano. Avatar. Che baracconata è? Gli effetti sono una bbomba, ho capito, ma non è che uno si sceglie l'automobile solo perché i fari e il cruscotto fanno paura da quanto sono belli (come ho fatto io, del resto). Gli effetti sono una bbomba, ma per goderteli tutti basta quell'oretta scarsa, non il doppio e più del tempo. Gli effetti sono una bbomba, ma vedere i nordamericani che si autoproclamano i cattivi del mondo, è troppo anche per un veterocastrista come me. Gli effetti sono una bbomba, ma la trama è un petardo con la miccia umida che non esplode mai. Gli effetti sono una bbomba, ma Sigourney Weaver se deve andare nello spazio, deve essere e rimanere per sempre Ellen Ripley, non una sciacqua di scienziata fredda e insignificante come.... come... come... Esatto, abbiamo capito. Gli effetti sono una bbomba, ma la retorica su madre natura, ti fa venir voglia di lasciare i rubinetti dell'acqua aperti per cinque giorni di seguito. Così, tanto per provocarla un po'. Gli effetti sono una bbomba, ma il cattivo munito di cicatrici sulla testa, ghigno bastardo e muscoli ad oltranza, ti fa rimpiangere Sylvester Stallone quando faceva uno dei suoi Rambo. Gli effetti sono una bbomba, ma anche quando ho visto tre generazioni fa lo Squalo3-D (lo giuro, avrò avuto 16 anni) ero rimasto a bocca aperta. E vi assicuro non ero nel bagno del cinema. Nano nano

giovedì, gennaio 14, 2010

Saldi per Dio

Dio non esiste. Lo dico da anni. Decenni. Generazioni. Se esistesse e se fosse stato obbligato da cause maggiori, universali, stellari, metaplanetarie, a scagliare sulla terra un terremoto non avrebbe scelto Haiti. Magari San Francisco, lì si sa che ci sono le faglie inquiete e lo stesso si è costruita una conurbazione immensa. Come dire: "Allora voi umani siete proprio coglioni". No, ma ad Haiti no. Haiti dovrebbe godere di una sorta di "diritto all'oblio in caso di catastrofe". Haiti non avvrebbe dovuto essere considerata neppure se la scelta fosse stata tra terra e paradiso. Dio avrebbe dovuto dire, in questo caso: "Ok che il terremoto travolga l'Eden. Due mele in testa cosa vuoi che siano", una cosa di questo genere. E invece tutto questo non è successo. Tutto questo non è accaduto. Tutto questo non si è verificato. Haiti si è polverizzata sopra una scossa di terremoto che ha devastato una delle popolazioni più povere al mondo. Dio non esiste. Lo dico da anni. Decenni. Generazioni. E se per caso mi sbagliassi, butto lì il mio solito umile consiglio: "Ce so i saldi, Dio svagate, fatte un po' de shopping va....". Almeno per tre o quattro giorni l'umanità respirerebbe. Nano nano

mercoledì, gennaio 06, 2010

Le storie siamo noi

La mia ultima idea è quella di aprire una pagina su Facebook dal titolo: Vivi solo? Così in modo tale di creare online un gruppetto di gente libera anche di notte per poter addormentare le nostalgie e le solitudini lunari qualora queste si presentino (sto parlando come Bonolis lo so). Se questa è la mia ultima idea immaginiamoci la penultima, la terzultima e via discorrendo. Vorrei sposarmi. L'ho decis o ieri. Uno stretto conoscente che ha un blog tutto suo, ci stavamo parlando via messanger, mi dice: "Che ne pensi di questo mio nuovo collaboratore spagnolo...bla bla bla ". Io: "Mi sembra bravo, scrive bene bla bla bla". Lui: "E' sposato da due anni bla bla bla ". Io: "Ma dai con chi?" Lui: "Con il suo fidanzato". E da quel momento, io che detesto coppie e famiglie, mi sono visto in una casa a Madrid, bianca, luminosa e con i soffitti alti, a godermi sul divano sotto la copertina da La que se avecina (la mia sitcom cult) passando per Gran Hermano e Operacion Triunfo indifferentemente. Ovviamente non solo, ovviamente con una vera al dito, ovviamente con le fotografie del nostro matrimonio inserite in preziose cornici d'argento esposte su credenze antiche da farmi, ora solo all'idea, accapponare la pelle. Ma non è il risultato quello che conta ma ciò che ci sta dietro. La storia siamo noi. Le storie siamo noi. Ecco bene, dateme un sussidiario va che se comincia a ripassà. Nano nano
(nella foto, parte del cast de La que se avecina)