giovedì, giugno 07, 2012

Tragame tierra



Scena numero uno: fuori dal lavoro incontro la mia vicina di casa col suo collega architetto. Siamo in mezzo ad un rondò. Io sulla motoretta, loro a piedi in attesa di salire sull'auto parcheggiata a pochi metri da noi. Mi parlano di un progetto tv gestito dai soliti nomi. Io che non so come esprimetre il mio disappunto mi limito a dire. "Porca eva ma quelli non mollano mai il colpo? Forza cancro, ti viene voglia di dire"
Scena numero due: sto facendo running nel giardinetto vicino a casa che a Milano chiamano parco. Con la mia musica nelle orecchie faccio i miei giri passando ripetutamente davanti ad un gruppo di persone. Io ho occhi solo per un ragazzetto dalla cresta alta e dal sorriso malizioso che parla con la fidanzatina. Lei ai miei occhi sembra una tredicenne. Dopo vari passaggi, il gruppo si sbraccia per salutarmi. Capisco di colpo che sono altri miei vicini di casa. Preso dallo stupore e dall'imbarazzo di non averli salutati prima, rallento la corsa, tolgo un auricolare e grido, rivolgendomi alla ragazza che ha 19 anni. "E' che non vi ho proprio riconosciuti, tu poi mi sembravi una tredicenne". Convinto di farle un complimento. Avendo io una certa età e frequentando coetane più o meno nate quando sono nato io, vado a colpo sicuro: togliere gli anni è come regalare una fiala di filler, un successo.
Per la frase della scena uno ho ancora i sensi di colpa solo per averla pensata. L'ho detta e per me che sono ipocondriaco e in fondo un boyscout laico, significa pensieri orrendi.
Per la frase della scena due mi sono sentito un poveretto, senza punti fissi che vaga nei meandri della sensatezza incapace di ritrovare la via d'uscita. L'imbarazzo mi fa dire brutte cose... Mamma mia. "Tragame tierra", direbbero in Spagna. Rapidamente però. Nano nano

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