sabato, luglio 08, 2006

Sydney, 7th of July

Sono le tre del pomeriggio e sto ancora dormendo. Mi sveglio e ho la bocca impastata da troppe sigarette e birre ingollate. "Sono solo. Sono ancora solo", penso. Qui, a Milano, ovunque. Anche se ieri notte non lo sono stato. Ma lì è facile non esserlo. Troppo facile. Mangio una zuppa di verdura con lei, la ragazza dai capelli rossi che alla fine mi ha offerto di rimanere in questa splendida casa, situata nella parte più splendida della città, abitata da tre inglesi (lei, appunto e altri due di cui uno, ma me ne accorgerò solo domani, ispira a mille). Quello che volevo trovare prima di partire. Il mio ideale di convivenza. "I'm a lucky man" le ho detto mentendo spudoratamente. Ma forse neanche tanto. La mia stanza è una sorta di ripostiglio ricavato nell'angolo del loft. Molto radical chic. Poco chic e molto radical come mi ha suggerito lei. Giornata splendida. Il cielo è azzurro. Dopo la zuppa di verdura vado al solito Hyde Park. Devo inventare un test per un lavoretto che mi hanno chiesto in Italia. Mi siedo su una panchina. Non è che voglio raccattare ad ogni costo, ma in questa città fa molto meno freddo fuori casa che dentro. Puttana eva. Mi perdo nel mio Ipod. Mi perdo a rileggere le cose che ho scritto in questi giorni. Mi perdo negli occhi degli australiani. Mi perdo, ma nessuno viene a cercarmi. Chissenfrega. La sera raggiunggiamo un gruppo di amici in un locale stupendo con terrazze, verande e sale su diversi livelli. Stringo non so quante mani. "Hi, my name is Alberto. How are you?" e via con l'abc dell'inglese. Ricomincio a bere. Di colpo ritorno a parlare nella loro lingua. Incastro una ragazza che ha visssuto in Germania e le biascico, mentre passo con disinvoltura dalla prima alla seconda e poi alla terza birra, di tutto. Nulla rispetto ai loro standard. Sono sconvolto da quanto trincano questi. Uomini e donne senza differenza. Se avessero i marsupi li userebbero per cacciarci dentro birre fredde e barman ponti a preparargli cocktails di ogni tipo. Sono felice. Mi guardo in giro. Mi piace. Soprattutto un suo amico. Va beh....ma questo è un altro discorso. "Non vedo l'ora di togliermi da dosso questo fottuto sonno", penso prima di risalire sul taxi in direzione casa mia. Ora lo posso dire. The neno neno (Virgine, solo quando ho visto il boomerang ho capito... E tre giorni che mi arrovellavo e dicevo: "Mah...").

2 commenti:

Anonimo ha detto...

sono incredula: alla fine, dai e ridai, sei finito dall'altra parte dell'emisfero in una casa che ha una temperatura più bassa di quella che c'è fuori? non ci posso creeedere...ma non sarai mica rimasto in gaspare gozzi?

Anonimo ha detto...

I'm fine, thanks, and you?

:-*