martedì, novembre 03, 2009

Grande Fratello's list

E’ stato una casualità, è vero. Sul canale Studio Universal c’era Schindler’s list il film sull’Olocausto di Spielberg, sui due canali dopo (Mediaset premium extra) il Grande fratello live. Saltellare da una parte all’altra non è stato difficile. Mi ha fatto effetto: da una parte i reclusi della più grande vergogna dell’umanità, dall’altra dei reclusi che la vergogna neppure la conoscono. Da una parte un manipolo di persone che per essere lì chiusi e spiati devono avere delle tragedia alle spalle capaci di far commuovere il pubblico, mentre nell’inferno dei campi di concentramento la tragedia era lì davanti. A Cinecittà si sceglie di buttare davanti alle telecamere la propria dignità, a Dachau o Auschwitz la dignità veniva trattenuta prima delle cortine di filo spinato. Al Grande Fratello il marchio che viene affibbiato ai partecipanti è trasparente, ma rimane per sempre (“Ma sì, la Patrizia del Gf”). La stessa cosa vale per gli ebrei finiti lì dentro. Il loro marchio però è un numero tatuato sul braccio, indelebile come il loro terrore. Non significa nulla questo paragone, non vuole dire nulla e non vuole portare da nessuna parte. E’ solo una riflessione che a volte il telecomando ti porta a fare. Una riflessione come tante che arrivano per caso, solo perché due canali sono successivi l’uno all’altro. Da una parte il gioco dall’altra la tragedia. Ma le regole sono le stesse: si entra, si resiste, si viene eliminati. E il destino, in entrambe le situazioni, non è nelle mani dei protagonisti ma di altri: cecchini o televotanti non è importante. Nano nano
(nella foto, il fratello di Carmen concorrente del Gf10)

1 commento:

il baronetto ha detto...

che tristezza.
silenzio.

bacino, nanetto