venerdì, luglio 07, 2006

Sydney, 6th of July

"Ok, ci vediamo a casa tua alle 8, a dopo". Chiudo il telefono. Sono le 7 di pomeriggio. Gironzolo ancora fuso (orario) per Oxford street. Ho nella borsa giornali di tutti i generi: gratuiti, gossip, gay, inserti e quotidiani. Mi fermo in un bar rigorosamente in bella vista. Sono una mignotta nata. Bevo un tea, dò un'occhiata alle riviste come se controllassi la lingua più della mia autostima, sorrido a chi passa. Nessuno mi guarda. Amen. Torno a casa mi preparo. Non so che faccia abbia questo amico, di un'amica di mia sorella nell'arte e nella vita. So solo che avendomi invitato a casa sua o è un figo della madonna super sicuro di sè o ha una casa della madonna ed è super insicuro di sè. Non approfondendo l'argomento. Capite ammè. Dopo cena fumo due sigarette sul suo terrazzo con vista sulla baia. La sua casa è splendida. Ricapite ammè. Usciamo. andiamo in un bar semi vuoto ma molto carino a bere un drink. Poi lui se ne va. Lo accompagno. Ci salutiamo. "Thank have a nace night". E dopo questo mi perdo. Entro in un bar bevo una birra, poi un'altra, poi un'altra ancora. Fumo. Due tizi molo simpatici mi abbordano. Parlano con me. Tanto. Troppo per quello che capisco. Mi offrono da bere. Mi fanno i complimenti. Il biondo infila le mani sotto la camicia, tasta gli addominali e fa segno di approvazione con la testa. Io rido. Mi sono simpatici soprattutto perché ad un certo punto mi chiedono: "Ma non sei infastidito da noi che ti abbiamo incastrato in questo angolo a parlare". Sono carini. Cessi ma carini. A questo punto penso che potrei anche andare a letto con uno di loro. In qualche modo devo sdebitarmi... Non lo faccio. Alla fine il biondo furbetto mi saluta e mi bacia appassionatamente. Lo lascio fare. Sono a Sydney. Sono in vacanza. Sono ubriaco. Ho dodici anni. Non so come, ma mi ritrovo a ballare in camicia sul palchetto del locale. Io e una tizia che mi ha trascinato su che sa di australiana. Sembra la Pausini. Glielo dico e lei mi gurada come se le avessi detto assomiglia a mia zia. Vedo intorno a me tanti occhi che mi puntano. "Ci siamo", penso. "Lo show di sempre: il tuo ego in pailettes se la gode mentre calpesta tutto quello che trova". A questo punto mi fermo. Quatto quatto esco da quell'arena di risate fittizie e cambio direzione. Ne prendo un'altra. Ma anche questa volta sono io che dirigo. Troppo. Qui è stupendo. The neno neno

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Ehilà, eccoti, finalmente.
Ricordavo di essere incappato in questo blog, ma non ricordavo quando e da dove.
E insomma sei a Sidney, eh?
Qualche anno fa speravo in un viaggio in quella città.
E programma programma, alla fine io e la mia migliore amica finimmo in un'isola della Spagna.
Tornerò a trovarti.

Anonimo ha detto...

cerca di stare bene anche se non è mai facile.
ti abbraccio forte.

Anonimo ha detto...

Ma cos'è che ballavi con la Pausini? ;-)
Concordo con la Bidella, cioè cerca di star bene!

Un abbraccio