martedì, settembre 20, 2005

Verità greca o romana?

Ore 10 a.m. Dalla radiosveglia arriva un interessante discorso sul significato della parola verità. In sintesi per la cultura greca la parola alétheia, che può essere tradotta come verità, significa letteralmente e originariamente "non essere nascosto" ("a-" come privativo di "Lèthe", "nascondimento", ovvero, "ciò che non è nascosto", "che è esposto alla luce"). La verità, oggetto della conoscenza filosofica, è quindi ciò che si manifesta, che non rimane oscuro. Per la cultura romana, invece, la verità è qualcosa di sempre dimostrabile, fino a prova contraria. Tutto questo in estrema sintesi. Allora, è meglio essere greci o romani? Quando pensiamo: "questo è un coglione" sveliamo ciò che è nascosto e quindi la sua stupidità o è semplicemente una delle sue tante verità (e quindi paradossalmente tra queste ci può essere, sì la stupidita, ma anche l'intelligenza)?
(Nella foto El Greco, autoritratto)

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Mi piace il tuo blog. Lo leggo tutte le mattine. E' come un rito, dopo il caffè e le fette biscottate col miele. E siccome i riti sono importanti, continua così...
Giorgio

Anonimo ha detto...

sono per l'interpretazione romana. non solo un apparente coglione potrebbe dimostrarsi una persona intelligente, ma sottoporrei alla tua attenzione il caso contrario, ovvero quello più frequente: QUANTE PERSONE IN APPARENZA INTELLIGENTI SI DIMOSTRANO POI DEI PERFETTI COGLIONI???